città intelligenti

Trasporti locali più smart col digitale: ecco come cambiare la gestione

L’innovazione digitale è fondamentale per avviare un percorso di trasformazione delle logiche tradizionali di trasporto, verso un sistema di città intelligente sempre più connessa e in grado di rispondere alle esigenze di cambiamento della collettività. Come realizzare un sistema di trasporto locale fluido e sicuro

Pubblicato il 17 Set 2021

Salvatore Pidota

Government & Public Sector Specialist

mobilità sostenibile

L’emergenza Covid ha avuto un impatto significativo sul mondo degli spostamenti urbani cambiando radicalmente il modello comportamentale e le abitudini di cittadini e imprese: la mobilità del futuro andrà necessariamente basata su nuovi paradigmi completamente differenti rispetto al tradizionale concetto di trasporto pubblico.

Comprendere le esigenze di mobilità in continua evoluzione dell’utente finale diventerà un fattore cruciale per poter assicurare una corretta evoluzione del sistema di trasporto urbano ed extra urbano e per garantire, al contempo, una governance dei territori più attenta da parte delle Autorità locali.

Diventa essenziale iniziare a progettare e realizzare la prossima generazione di “trasporti”, in grado di coordinare realmente più attori di un territorio, nonché l’offerta e la domanda di mobilità locale per raggiungere obiettivi sempre più sostenibili, generare valore economico per la collettività e migliorare le esperienze complessiva dell’utente finale.

È del tutto evidente come in questo settore l’innovazione digitale sia un fattore fondamentale per abilitare un percorso di trasformazione delle logiche tradizionali di trasporto, verso un sistema di città intelligente sempre più connessa e in grado di rispondere alle esigenze di cambiamento della collettività.

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Un nuovo modello per la mobilità locale

Occorre, quindi, pensare a un modello in cui le nuove tecnologie, modificando e integrando le attuali infrastrutture per il trasporto collettivo e slow, siano in grado di abilitare connessioni sempre più veloci ed efficienti per attivare nuovi stili di vita e opportunità di sviluppo anche in aree non strettamente collegate con le grandi metropoli, intervenendo tanto sull’urbanistica di un territorio quanto sull’interazione tra gli utenti e i mezzi di trasporto.

Tale modello dovrebbe da un lato, riuscire a integrare nel migliore dei modi le diverse forme di mobilità sostenibile, dall’altro, avere a disposizione le informazioni in tempo reale su utilizzo di infrastrutture e servizi di trasporto per poter procedere a una programmazione/riprogrammazione ottimale delle risorse a disposizione degli operatori del settore pubblico e privato.

Per integrare, bisognerebbe partire innanzitutto da una più efficace ed efficiente gestione dei processi di mobilità attraverso l’introduzione di un sistema di governance multi-stakeholder dei trasporti ovvero una “sala macchine” unica a livello locale, in grado di assicurare una gestione e un monitoraggio unitario di tutti gli asset di settore, in modo da avere una visione unitaria della mobilità territoriale.

La disponibilità di informazioni in tempo reale, invece, aiuta a comprendere la concentrazione della “domanda di mobilità” nei diversi momenti della giornata, quali sono le modalità di trasporto che vengono più utilizzate dagli utenti e con quale frequenza, consentendo di attuare misure di razionalizzazione e ottimizzazione nella gestione dei flussi, delle infrastrutture e dei servizi.

Un modello, dunque, capace di creare un sistema di mobilità locale più fluido e sicuro, che fa leva sull’adeguata integrazione tra trasporto pubblico e privato, ma anche sull’ampia disponibilità e accessibilità ai servizi di sharing mobility, di intermodalità dei trasporti, di micro-mobilità e di mobility as a service.

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Costruire un sistema dei trasporti locali più fluido

Implementare un sistema di trasporto locale più fluido significa riuscire ad avere uno scambio continuo di informazioni con gli stakeholder pubblici e privati di riferimento, ma anche migliorare lo sviluppo dei servizi di mobilità, rimuovere gli ostacoli agli investimenti e semplificare il quadro normativo delle procedure e concessioni in ambito mobilità.

Per fare ciò, la PA dovrebbe adottare un set di misure rivolto a favorire un cambiamento radicale non solo nell’ambito dei trasporti, ma anche delle politiche di governo del territorio con l’utilizzo sempre più spinto del digitale e di strumenti di pianificazione urbanistica integrati.

L’ampia diffusione del digitale nelle diverse forme di mobilità urbana ed extra-urbana richiede innanzitutto un percorso di change management di tutti gli operatori del trasporto, le cui linee strategiche andrebbero dettate e governate dalla PA.

La digital transformation, infatti, è un processo più complesso del semplice aggiornamento tecnologico delle infrastrutture/servizi di mobilità e richiede un know-how specifico, l’adozione di approcci gestionali consolidati nonché la revisione dei processi e procedure della PA e degli operatori di settore.

Pertanto, la costruzione di un sistema di mobilità più fluido passa senza dubbio dalla razionalizzazione e successiva digitalizzazione della “sala macchine” con cui il settore pubblico gestisce la programmazione e l’attuazione del sistema trasporti, con l’obiettivo finale di:

  • ridurre significativamente i tempi di risposta all’utenza;
  • gestire le informazioni in tempo reale, assicurarndo un flusso amministrativo chiaro e trasparente;
  • evitare errori e/o espletamento di attività ridondanti nel rilascio di autorizzazioni/concessioni;
  • automatizzare gli adempimenti previsti;
  • garantire la necessaria interoperabilità con altri soggetti coinvolti nella gestione dei trasporti;
  • porre in essere un costante monitoraggio dei servizi di mobilità pubblici;
  • effettuare una programmazione più accurata delle risorse a disposizione.

Digitalizzare la “sala macchine” della PA diventa, quindi, la leva principale per iniziare a implementare sistemi di mobilità pubblica in grado di rispondere tempestivamente agli stravolgimenti di settore e ai nuovi trend che si stanno sviluppando al livello nazionale/internazionale (hyperautomation, mobility as a service, e-mobility, ecc.).

La sicurezza come pilastro dei nuovi sistemi di mobilità

Quando si parla di sicurezza dei sistemi di mobilità, non si fa riferimento solo alle attività di prevenzione e contrasto di eventi potenzialmente dannosi, ma anche alla possibilità di ripristinare la capacità operativa di un asset legato alla mobilità in ottica di assicurare l’adeguata “business” continuity.

Partendo da questa prospettiva, è necessario passare da un sistema di manutenzione “emergenziale” a uno di tipo predittivo in grado di valorizzare il potenziale degli asset a disposizione, assicurando al contempo l’incolumità dell’intera collettività attraverso l’implementazione di soluzioni innovative per la verifica continuativa dello stato di salute delle infrastrutture/servizi di mobilità.

Un sistema di supporto alla fase di destinazione delle risorse pubbliche che, attraverso l’elaborazione dei dati raccolti dalla PA sul campo, non solo può assicurare una corretta attività di manutenzione delle opere, ma può aiutare anche a comprendere i comportamenti ricorrenti degli utenti al fine di perfezionare l’implementazione delle politiche locali per la mobilità.

Occorre, pertanto, rendere più smart gli asset per la mobilità locale grazie all’introduzione di nuove tecnologie che utilizzano l’intelligenza artificiale e i big data per il rilevamento automatico e l’elaborazione dei principali parametri tecnici della singola infrastruttura/servizio in modo da assicurare un monitoraggio costante ed implementare tempestivamente gli interventi necessari.

Per fare ciò la PA locale dovrebbe dotarsi di un’apposita centrale dati a livello territoriale ovvero uno strumento di “governo” di infrastrutture/servizi per la mobilità, con il quale potrebbe essere possibile il controllo e l’elaborazione in real time dei flussi di dati generati, al fine di avere una visione più chiara ed esauriente del sistema di trasporto locale.

Investire, dunque, sui dati, con l’obiettivo finale di assicurare una rappresentazione strutturata del modello di mobilità territoriale: le sue caratteristiche, lo stato di salute delle infrastrutture e le relative modalità di utilizzo, la rappresentazione funzionale della rete di trasporto, i risultati dei processi di programmazione nonché quelli legati alla gestione dei servizi attraverso la rilevazione di appositi KPI e la generazione di alert automatici per prevenire eventuali anomalie.

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