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Agid: “Fatte le linee guida sugli Open Data, ora l’execution”



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Fatte le regole per l’apertura dei dati e il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico ora bisogna attuarle: tocca alle PA e agli altri soggetti destinatari delle Linee Guida Agid concretizzare requisiti e raccomandazioni, in modo da favorire l’aumento dell’offerta di dati pubblici preziosi a fini di riutilizzo

Pubblicato il 28 set 2023

Antonio Rotundo

Servizio Gestione dati e banche dati Agenzia Italia Digitale (AGID)



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L’Agenzia per l’Italia Digitale ha adottato, lo scorso agosto, le Linee Guida per l’apertura dei dati e il riutilizzo dell’informazione del settore pubblico, un documento che fornisce indicazioni a supporto delle Pubbliche Amministrazioni e degli altri soggetti interessati (organismi di diritto pubblico, aziende pubbliche e private che svolgono un servizio pubblico in specifici settori) nel processo di apertura dei dati e di riutilizzo dell’informazione del settore pubblico.

Si tratta di indicazioni che riguardano formati, modalità di pubblicazione, profili di metadati, licenze e tariffazione, richieste di riutilizzo e strumenti di ricerca, oltre a raccomandazioni su aspetti organizzativi e qualità dei dati: un insieme di regole comuni fondamentali per uniformare e disciplinare l’apertura di dati sempre più preziosi per la collettività e per lo sviluppo di nuovi servizi digitali.

L’iter di approvazione

Il documento è stato emanato in attuazione dell’art. 12 del D. Lgs. n. 36/2006 (modificato dal D. Lgs. n. 200/2021, che recepisce la Direttiva 2019/1024, la cosiddetta Direttiva Open Data), il riferimento normativo italiano in tema di apertura dei dati. Questo articolo attribuisce ad AgID il compito di predisporre le Linee Guida secondo le modalità previste dall’art. 71 del CAD, che includono il coinvolgimento delle Amministrazioni interessate, una consultazione pubblica, il parere della Conferenza Unificata e il pronunciamento del Garante per la protezione dei dati personali.

Nell’ambito di questo iter, grande attenzione è stata data alla consultazione pubblica – i cui risultati erano stati già illustrati su Agenda Digitale – per fare in modo che il processo fosse più partecipato e inclusivo possibile. Anche per rafforzare la consapevolezza della partecipazione, è stata condotta un’intensa attività di informazione e formazione, sia prima che dopo la consultazione, con l’organizzazione di diversi cicli di webinar (alcuni previsti dal Piano Triennale) che hanno affrontato tutti i temi presenti nelle Linee Guida. Una sintesi del percorso partecipativo e dell’intero iter seguito per l’adozione del documento è disponibile in un report conclusivo pubblicato sul portale dati.gov.it.

Cosa prevedono le Linee Guida

Il requisito base è che tutti i titolari di dati pubblici, che rientrano nell’ambito di applicazione identificato dalle norme indicate e dettagliato ulteriormente nelle Linee Guida, debbano renderli disponibili per il riutilizzo, anche a fini commerciali, secondo le caratteristiche proprie dei dati aperti che si ricavano dalla definizione presente nel CAD: in formato aperto e leggibile meccanicamente, accessibili attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, gratuitamente o con al massimo costi marginali, secondo i termini di licenze aperte standard e provvisti dei relativi metadati. Il documento fornisce indicazioni sui più comuni formati aperti recependo, per ciascun formato, ove applicabili, le raccomandazioni presenti nel documento “Data.europa.eu data quality guidelines”, pubblicato dal Publications Office della Commissione Europea.

Dati dinamici e di elevato valore

Specifici requisiti e raccomandazioni, che si aggiungono al requisito comune indicato sopra, riguardano le tipologie di dati identificate nella Direttiva in quanto dati che, se resi disponibili per il riutilizzo, possono innescare occasioni di sviluppo economico attraverso l’implementazione di servizi a valore aggiunto. Si tratta dei dati dinamici e dei dati di elevato valore, per i quali la Direttiva identifica sei categorie, demandando ad un atto esecutivo (il citato Regolamento n. 2023/138) l’individuazione dei singoli dataset per ciascuna di esse. Per tali tipologie di dati il requisito più importante è che debbano essere resi disponibili (in maniera tempestiva per quanto riguarda i dati dinamici proprio per non disperdere il valore economico degli stessi che dipende appunto dall’immediata disponibilità) attraverso API e download in blocco. A tale proposito, si ribadisce che in Italia, in tema di API, si deve fare riferimento al modello di interoperabilità e alle Linee Guida sull’interoperabilità tecnica definiti da AgID.

Dati della ricerca e territoriali

Oltre ai dati dinamici e di elevato valore, particolare attenzione è rivolta, inoltre, ai dati della ricerca e ai dati territoriali. Per i primi, che ricomprendono tutti i dati raccolti o prodotti nel corso della ricerca scientifica finanziata con fondi pubblici, viene indicato di seguire i cosiddetti principi FAIR per rendere i dati reperibili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili; principi che, però, sono raccomandati fortemente anche per tutti gli altri dati. Per i secondi (dati territoriali), si chiarisce che il framework di interoperabilità di riferimento è rappresentato dalla Direttiva INSPIRE e dalle norme e regole tecniche che ne sono derivate.

Aspetti organizzativi

Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, viene proposto un possibile percorso di preparazione dei dati per garantirne la produzione e la pubblicazione e/o messa a disposizione di qualità. Viene raccomandato alle Amministrazioni di definire una chiara data governance interna con l’individuazione di ruoli e relative responsabilità, a partire dall’individuazione di un gruppo di lavoro per i dati aperti (con un responsabile e il coinvolgimento dei referenti tematici), eventualmente nominato dal Responsabile per la Transizione al Digitale, come possibile struttura per il governo del processo di apertura dei dati, che comunque si raccordi anche con le altre figure coinvolte nel processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione (responsabile per la conservazione documentale, responsabile per la prevenzione della corruzione e la trasparenza, responsabile della protezione dei dati, ecc…). Un’ulteriore importante raccomandazione riguarda la definizione di un percorso di apertura dei dati sulla base di una scala di priorità basata su un approccio di tipo “demand-driven”, che tenga conto dell’impatto economico e sociale nonché del livello di interesse e delle necessità degli utilizzatori. A tal proposito, è regolamentata anche la procedura per le richieste di riutilizzo, attraverso cui tutti i soggetti interessati possono richiedere l’apertura di dati non ancora disponibili.

Qualità dei dati

Viene affrontato poi anche il tema rilevante della qualità dei dati, per cui si indicano come riferimento le caratteristiche di qualità e relative misure definite dagli Standard UNI CEI ISO/IEC 25012:2014 e UNI CEI ISO/IEC 25024:2016, con la raccomandazione di garantire il rispetto almeno delle 4 caratteristiche di qualità dei dati (ovvero accuratezza, coerenza, completezza e attualità), fra le 15 previste dallo standard citato, come da indicazioni della Determinazione Commissariale n. 68/2013 di AgID.

Condizioni d’uso

Relativamente alle condizioni d’uso, le Linee Guida forniscono indicazioni utili per supportare i soggetti titolari dei dati nella scelta della licenza da applicare ai dati aperti e nell’eventuale addebito, a carico del riutilizzatore, dei costi marginali sostenuti, con approfondimenti sulla compatibilità tra licenze e indicazioni per l’applicazione del principio “open by design”. Sono, quindi, identificate chiaramente le licenze da applicare ai dati disponibili per il riutilizzo: per i nuovi dati, la CC-BY 4.0 o la CC0 o, in alternativa, qualsiasi altra licenza aperta equivalente o meno restrittiva (in linea con le indicazioni del recente Regolamento (UE) n. 2023/138 sui dati di elevato valore); per i dati già pubblicati con licenze diverse, la raccomandazione è di adeguare la licenza alle indicazioni suddette.

Sono presenti, infine, requisiti e raccomandazioni relativi alle modalità per facilitare la ricerca di dati e documenti resi disponibili per il riutilizzo, con il ruolo dei due strumenti nazionali deputati a tale scopo e tra loro interoperabili, ovvero il portale nazionale dei dati aperti dati.gov.it e il Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali.

L’Italia tra i Paesi europei più avanzati sugli open data

Nell’ultimo rapporto europeo sulla maturità dei dati aperti (Open Data Maturity Report) pubblicato a dicembre 2022, l’Italia ha visto riconosciuta un’importante prestazione relativamente alla dimensione “Policy”, la dimensione che considera le politiche, le strategie e i modelli di governance per i dati aperti in atto nei Paesi dell’UE, oltre alle misure applicate per attuare tali politiche e strategie. Le buone pratiche relative alla dimensione citata in alcuni Stati Membri, tra cui l’Italia, saranno oggetto di una ‘data story’ (che sarà pubblicata nei prossimi giorni sul portale europeo data.europa.eu) e di un webinar dedicato in programma per il prossimo 29 settembre.

In alcuni casi, le politiche italiane hanno addirittura anticipato le disposizioni europee, come, per esempio, nel caso di alcune previsioni del recente Regolamento (UE) n. 2023/138 sui dati di elevato valore già contemplate, limitatamente al dominio di applicazione della norma, nel decreto italiano del 2011 per la definizione delle regole tecniche sul DataBase Geo-Topografico.

Tale risultato è dovuto principalmente all’esistenza di un insieme di disposizioni normative e tecniche (CAD, Piano Triennale ICT, norme e documenti tecnici di settore) che costituiscono il quadro di riferimento nazionale anche per le politiche e le strategie sui dati aperti in cui si inseriscono anche le Linee Guida.

I prossimi passi

Fatte le regole, si apre ora la fase dell’execution: tocca alle Pubbliche Amministrazioni e agli altri soggetti destinatari delle Linee Guida passare all’attuazione di requisiti e raccomandazioni in esse contenute, in modo da favorire l’aumento dell’offerta di dati pubblici preziosi a fini del riutilizzo e, quindi, attraverso la loro valorizzazione, dare attuazione al principio guida indicato dal Piano Triennale: “dati pubblici un bene comune”, “supportare gli obiettivi definiti dalla Strategia Europea in materia di dati, garantire la creazione di servizi digitali a valore aggiunto per cittadini, imprese e, in generale, tutti i portatori di interesse e fornire ai policy maker strumenti data-driven da utilizzare nei processi decisionali e/o produttivi”.

Nel frattempo, AgID, insieme alle PA interessate, sta già lavorando ad un documento di orientamento sui cosiddetti dati di elevato valore perché, quando il Regolamento (UE) 2023/138 (emanato in attuazione della Direttiva Open Data) sarà applicabile, i titolari di quei dati siano pronti e si possano cogliere appieno i benefici socioeconomici che deriveranno da apertura, pubblicazione e riutilizzo.

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