Il caso

Spid, l’odissea di un docente per ottenere l’identità digitale

Ci ha messo nove mesi, combattendo con due provider. Ed è esperto di informatica. Ecco la storia. “Il futuro va veloce, ma va a bischero, come si dice a Firenze”

Pubblicato il 07 Feb 2017

Nicola Casagli

università di Firenze

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“Il futuro va veloce” dice la pubblicità di SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale per accedere finalmente a tutti i servizi online della pubblica amministrazione e dei privati con un’unica Identità Digitale. Lo voglio avere perché sono appassionato di tecnologia e voglio rimanere “al passo con il futuro”.

Inizio il 3 maggio 2016 la procedura con un identity provider che offre il servizio gratuitamente a chi, come me, possiede la carta nazionale dei servizi (CNS) attivata con PIN (cioè il tesserino sanitario della Regione).

Inizia così un assurdo viaggio nella burocrazia digitale demenziale.

Mi devo registrare sul servizio cloud con nuove credenziali, riempire moduli che chiedono sempre le stesse cose, acquistare (a costo zero per i primi 2 anni) una XXX-ID, scaricare un modulo PDF da firmare con firma digitale, chiamare il numero verde perché non ho firma digitale (né la voglio avere) ma ho solo la CNS con PIN, farmi spiegare che occorre scaricare un programma che si chiama Dike per usare la CNS come firma digitale, inserire la mia CNS in un lettore CNS per scoprire che non funziona, capire che Dike non fa proprio quello che dovrebbe fare, scaricare altri due programmi che si chiamano CNS Manager e PIN Tool per scoprire che non servono a niente e funzionano male, chiamare un numero verde per farmi spiegare che devo chiamare il numero verde della CNS perché il problema è loro, chiamare il numero verde della CNS per farmi spiegare che devo chiamare il numero verde del provider perché il problema è loro, scoprire che la CNS è stata bloccata da Dike e che il PIN non funziona più nemmeno per accedere ai servizi sanitari della Regione, chiamare il numero verde della CNS per farmi spiegare che devo ottenere un codice PUK sul sito web della CNS per sbloccare il PIN, andare sul sito web della CNS per scaricare un certificato digitale che richiede un nuovo PIN, chiamare il numero verde della CNS per farmi spiegare che per riattivare la CNS devo andare fisicamente presso una farmacia o una ASL, andare in farmacia e ottenere un PIN tutto nuovo, verificare che anche con il nuovo PIN la CNS rimane bloccata, chiamare il numero verde della CNS per farmi spiegare che devo andare alla ASL perché solo lì possono sbloccare le CNS mentre i farmacisti possono rilasciare solo i nuovi PIN, andare alla ASL vicino a casa mia dopo aver verificato su Google l’orario di apertura e scoprire che invece è chiusa, andare a quella di Firenze sempre dopo aver verificato su web giorni e orari di apertura per scoprire che solo in alcuni giorni si possono sbloccare le CNS e oggi è uno di quelli no.

Dopo tutto questo non ho lo SPID, né la XXX-ID, nemmeno più il PIN e neanche il PUK, inoltre la mia CNS è bloccata e non posso più usare i servizi sanitari online della Regione.

Sono sempre stato piuttosto bravo con l’informatica, sono laureato, ho un master all’estero, un dottorato di ricerca, ho vinto quattro concorsi universitari e sono professore ordinario, ma temo che per me sia troppo difficile avere un’identità digitale.

Potrei facilmente procurarmela all’Ufficio Postale con una modica spesa, ma così sarebbe troppo facile e sono determinato a percorrere ad ogni costo il Calvario dell’Italia digitale.

A novembre mia moglie – insegnante di scuola superiore – mi chiede di aiutarla ad ottenere lo SPID per poter richiedere la Carta del Docente necessaria per usufruire del Bonus del Governo Renzi per l’aggiornamento professionale degli insegnanti.

Lì per lì le dico di lasciar perdere. Immagino che il Buono Docenti consenta acquisti solo sul macchinoso e burocratico mercato elettronico della Pubblica Amministrazione – il famigerato MEPA – che da alcuni anni angustia la vita a noi docenti universitari costringendoci ad acquistare prodotti di qualità non adeguata, talvolta a prezzi fuori mercato e con tempi di consegna intollerabili.

Suggerisco a mia moglie di fare come i diciottenni che hanno rivenduto il Bonus su eBay, dimostrando una spiccata capacità imprenditoriale.

Lei però mi fa leggere un articolo online che afferma che il Bonus si può usare anche su Amazon, che è il mercato elettronico che più apprezzo per la sua semplicità, completezza, straordinaria rapidità nelle consegne e possibilità di inserire feedback per prevenire le fregature. Tutte cose che il nostro MEPA si sogna da lontano.

Mi torna l’entusiasmo. Ripartiamo da capo – io e mia moglie – con un nuovo provider che offre la possibilità di identificazione mediante Skype call, Messagger e Google Hangouts.

È la partita decisiva fra l’intelligenza umana contro l’Italia digitale. Un professore universitario e un’insegnante di matematica uniscono le forze contro il portale web del provider. Una sfida epica, come Kasparov contro Deep Blue.

E invece il sito è bellissimo, chiaro, semplice e immediato. Facciamo la registrazione, immettiamo i nostri dati, la scansione del documento di identità e del tesserino sanitario, e chiediamo appuntamento per una Skype Call.

E poi aspettiamo. E aspettiamo. E aspettiamo.

Finisce novembre, e poi dicembre e poi gennaio.

Siamo rassegnati di nuovo a vivere senza identità digitale e a scrivere al Presidente del Consiglio – con grande rispetto istituzionale ed educazione civica – cosa se ne deve fare dei Bonus e dello SPID.

Proprio mentre stiamo cercando sul vocabolario un eufemismo politically correct e sufficientemente rispettoso, avviene il miracolo: l’email che ci fissa l’appuntamento.

Facciamo la Skype Call con un giovane operatore e abbiamo lo SPID. Tutto straordinariamente semplice.

È il 3 febbraio 2017 una data che passerà alla storia: sono passati 9 mesi dall’inizio dell’avventura nei meandri dell’Italia digitale, nemmeno fosse un parto.

Riceviamo immediatamente una email che dice:

“La Vostra Identità Digitale con YYY ID è correttamente attiva ed è possibile accedere alla propria Identità Digitale tramite la pagina di LOGIN http://profilo.yyyy.it . Per il Bonus Docenti, si prega di seguire le istruzioni presenti nel sito www.cartadeldocente.istruzione.it”

Che bello, si rivolge addirittura col Voi ai suoi utenti.

Clicchiamo felici sul link della Carta del Docente per usare finalmente il Bonus e riceviamo il messaggio:

“Il browser non può aprire la pagina https://www.cartadeldocente.istruzione.it perché il server su cui si trova questa pagina non è disponibile”

SPID: il futuro va veloce, ma va a bischero, come si dice a Firenze.

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