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Database reputazionali: cosa sono e i danni che possono crearci



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Una web reputation negativa è in grado di creare guai a livello finanziario. Come proteggersi dai famigerati database reputazionali o rimediare se si è presenti in uno di essi

Pubblicato il 29 ago 2023

Marco Aurelio Cutrufo

E-Reputation Manager & Founder Personal & Brand Reputation, Workengo



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Quando le banche bloccano un conto corrente o si rifiutano di aprirne uno, potrebbe essere dovuto a uno o più di questi problemi: reputazionali; carichi pendenti non compatibili; segnalazioni su database bancari per insolvenze o antiriciclaggio

Da dove cominciare e come fare a risolvere il problema in tempi brevi?

Reputazione personale: cos’è

Nell’era digitale in cui viviamo, la reputazione personale ha assunto un ruolo sempre più rilevante. Internet ha reso possibile per le persone comunicare, condividere informazioni e interagire su scala globale. Tuttavia, questa connettività illimitata ha anche portato alla creazione di una traccia digitale che può influenzare la nostra reputazione.

La reputazione personale può essere definita come la percezione che gli altri hanno di noi, basata su una combinazione di informazioni, esperienze e impressioni raccolte nel corso del tempo.

Nel contesto online, la reputazione personale si riferisce alla nostra immagine e credibilità digitali. È l’insieme delle opinioni, dei commenti, delle recensioni e delle informazioni che gli altri trovano su di noi sul web.

Importanza della reputazione personale online

La reputazione personale online può avere un impatto significativo sulla nostra vita sia professionale che personale.

Ecco alcune ragioni per cui è importante:

  • Credibilità: una buona reputazione online aumenta la nostra credibilità agli occhi degli altri. Quando le persone trovano informazioni positive su di noi, tendono a fidarsi di noi e delle nostre competenze concedendoci opportunità di lavoro, di guadagnare, stare bene e raggiungere i nostri obiettivi.
  • Opportunità di lavoro: i datori di lavoro, i clienti, investitori, i reclutatori spesso fanno ricerche online sui candidati prima di prendere una decisione di assunzione. Una reputazione positiva può favorire l’ottenimento di un lavoro, mentre una reputazione negativa può precludere opportunità professionali, anche perdendo il proprio posto di lavoro.
  • Relazioni personali: le persone tendono a cercare informazioni online su potenziali amici, partner romantici, collaboratori, clienti ed altri. Una buona reputazione può facilitare il processo di creazione di relazioni solide e significative.
  • Autenticità: la nostra reputazione online riflette la nostra autenticità e l’immagine che vogliamo proiettare. Può essere un modo per far emergere la nostra personalità, i nostri valori e le nostre passioni.
  • Gestione della crisi: una buona reputazione online può aiutarci a fronteggiare eventuali crisi o controversie. Se abbiamo costruito una solida reputazione basata sulla trasparenza e sull’integrità, sarà più facile per noi affrontare eventuali critiche o accuse.

Come preservare e migliorare la reputazione personale online

Preservare e migliorare la reputazione personale online richiede impegno e attenzione.

Ecco alcuni suggerimenti utili:

  • Monitoraggio costante: È importante monitorare regolarmente ciò che viene detto di noi online. Utilizzare strumenti di monitoraggio delle attività online per rimanere aggiornati sulle menzioni, le recensioni e i commenti su di noi presenti su Google e sui social media.
  • Contenuto di qualità: Creare e condividere contenuti di qualità può contribuire a costruire una buona reputazione. Pubblicare contenuti informativi, interessanti e pertinenti dimostra la nostra competenza e il nostro valore.
  • Interazioni positive: Partecipare attivamente alle conversazioni online in modo costruttivo e positivo. Rispondere alle domande, fornire consigli utili e gestire eventuali conflitti in modo diplomatico.
  • Protezione dei dati personali: Mantenere la privacy e proteggere i nostri dati personali è fondamentale per evitare situazioni che potrebbero danneggiare la nostra reputazione. Utilizzare impostazioni di privacy adeguate sui social media e fare attenzione a ciò che condividiamo online.
  • Risposta alle critiche: In caso di critiche o commenti negativi, rispondere in modo professionale e calmo. Affrontare le critiche in modo costruttivo può contribuire a mitigarne l’impatto sulla nostra reputazione.


Reputazione aziendale: cos’è

Nell’era del web e della comunicazione digitale, anche la reputazione aziendale ha assunto un ruolo fondamentale.

Le opinioni, le recensioni e le informazioni condivise online hanno il potere di influenzare l’immagine e il successo di un’azienda.

Cos’è la reputazione aziendale?

La reputazione aziendale può essere definita come l’opinione generale che il pubblico, i clienti, i dipendenti e gli stakeholder hanno nei confronti di un’azienda.

È basata sulla percezione che si forma attraverso l’esperienza diretta, le informazioni diffuse online, le recensioni e le opinioni condivise sui social media e sui siti di valutazione.

Importanza della reputazione aziendale online

La reputazione aziendale online ha un impatto significativo sull’immagine, la credibilità e il successo di un’azienda.

Ecco perché è importante:

  • Credibilità e fiducia: Una buona reputazione online aumenta la credibilità dell’azienda agli occhi dei potenziali clienti. Le persone tendono a fidarsi di aziende con una reputazione positiva e affidabile.
  • Decisioni d’acquisto: I consumatori moderni effettuano ricerche online prima di prendere decisioni d’acquisto. Le recensioni, i commenti e le valutazioni influenzano le loro scelte. Un’azienda con una reputazione solida ha maggiori probabilità di attirare clienti e aumentare le vendite.
  • Differenziazione dalla concorrenza: In un mercato competitivo, una reputazione aziendale positiva può essere un fattore differenziante. Se un’azienda gode di una buona reputazione, potrà distinguersi dalla concorrenza e attrarre nuovi clienti.
  • Talenti e collaborazioni: Una buona reputazione aziendale attira talenti qualificati e facilita le collaborazioni con altre aziende. I professionisti cercano di lavorare per aziende che godono di una buona reputazione e le partnership con altre aziende possono essere più facili da stabilire.
  • Gestione delle crisi: Una solida reputazione aziendale online è un’importante risorsa nella gestione delle crisi. Se un’azienda si trova di fronte a un problema o a una controversia, una reputazione positiva costruita nel tempo può aiutare a mitigarne l’impatto negativo.

L’importanza di una reputazione positiva

Quando insegno in università, chiedo sempre agli studenti: “qual è il vostro brand preferito, quello che ritenete più importante?” e la risposta giusta a questo quesito è il proprio “nome e cognome”; infatti durante tutta la nostra esistenza ed anche dopo, dovremmo strutturarci per potenziare e tenere al sicuro l’onore e la forza del nostro nome aziendale e personale. 
Il nome è la nostra identità, la nostra storia. Attraverso di esso veniamo riconosciuti, distinti dalla società e questo ci permette di fare un percorso unico in base a quale valore e pregiudizio viene associato ad esso; se sono un pregiudicato avrò difficoltà ad inserirmi nella società anche per cose molto basilari come trovare un lavoro, fare amicizie ed altro, se sono una persona stimata invece mi si apriranno molte porte che sarò libero di sfruttare a mio vantaggio.

Facciamo un passo indietro.

Perché il nome necessità di protezione, soprattutto in un mondo digitale

Perché il nome necessità di protezione, soprattutto in un mondo digitale?

Oggi, chiunque può infangare la reputazione di aziende, persone, prodotti /servizi ecc… in modo pressoché gratuito, traendone perfino benefici, ed in pochi secondi.

Il rischio per chi viene sabotato non è solo grave a livello d’immagine ma anche a livello finanziario, sociale, lavorativo, psicologico, di fatto minando la libertà di esistere e di sopravvivere nella società.

Infatti, oggi siamo nella così detta reputation economy, ovvero l’economia basata su ciò che le persone dicono e pensano di noi i nostri “portatori d’interesse” (clienti, datori di lavoro, banche, media ed altri).

Il nostro valore negoziale, utile in ogni sfera, dipende da ciò e prima imparerai questa cosa, migliore sarà la tua qualità della vita.

Il rischio di essere danneggiati in modo devastante è così elevato che tutte le persone e le aziende dovrebbero avere una strategia sempre aggiornata per gestire la propria reputazione.

Monitorare il proprio nome su motori di ricerca e social

Ad esempio, un’esigenza ormai basilare è quella di monitorare costantemente il proprio nome sui motori di ricerca e sui social media, per intercettare sul web situazioni di pericolo. 

La web reputation può essere lesa ad esempio attraverso la pubblicazione di un articolo di giornale o una recensione negativa, oppure divulgando dati personali, immagini e video privati senza consenso e molto altro, distorcendo la percezione.

Di fatto ognuno di noi è esposto ad una potenziale gogna mediatica silente perenne e molto pericolosa.

Ma cosa c’entrano i database reputazionali con il proprio nome? La risposta è il controllo sulla capacità di usare le proprie finanze nella società moderna.

Occorre molta attenzione, infatti, quando il proprio nome e cognome viene citato sul web: il destino finanziario potrebbe essere in grave pericolo.

Digitando il proprio nome o quello delle proprie aziende, su Google, appaiono informazioni lesive alla reputazione? Ad esempio, un articolo online che parla di un processo giudiziario o una vecchia indagine, dal quale magari si è stati anche assolti (e dunque meritevole del diritto all’oblio) ma che inevitabilmente ed ingiustamente si associa all’identità digitale?

Bisogna sapere che le persone utilizzano ogni giorno come prima fonte di informazione i motori di ricerca ed i social media e questo le aiuta a conoscere una persona prima di entrarci in contatto; ma a parte il danno della gogna mediatica e la frustrazione di dover affrontare un percorso giudiziario e la minaccia all’immagine, c’è anche un altro rischio ancora più concreto.

Infatti, in una situazione di questo tipo le banche potrebbero smettere o non voler più lavorare con una persona poiché soggetto segnalato come rischioso.

Gli istituti di credito ed altri enti di controllo, potranno bloccare operazioni finanziarie come l’apertura di un conto, ottenimento di finanziamenti, partecipazione a bandi e molte altre azioni quotidiane che nella vita di un imprenditore e delle sue imprese sono linfa vitale.

Web reputation e banche

Gli istituti di credito ed altri enti di controllo prima di qualsiasi operazione finanziaria sottopongono il beneficiario ad un’approfondita due diligence.

In passato questa ricerca avveniva analogicamente tramite registri ed altri documenti tangibili.

Oggi, grazie a Internet, è stato introdotto tra le procedure di controllo, la ricerca e valutazione della web reputation della persona giuridica e fisica.
Vale a dire che se Mario Rossi chiede un finanziamento o vuole semplicemente aprire un conto in banca, viene messo sotto un’analisi approfondita che avviene in 2 luoghi principalmente: sul web (motori di ricerca come Google e social media) e consultando i database reputazionali.

Cosa cercano le banche e cosa ritengono pericoloso

Al fine di mitigare i rischi, le banche ed altri soggetti finanziari, sono alla ricerca di segnali che possano fargli prevedere la credibilità di Mario Rossi, così prima fare concessioni e stipulare accordi, ad esempio, cercano tracce di illeciti, precedenti penali, o comportamenti poco raccomandabili di insolvenza.

Infatti, esistono degli algoritmi che cercano le informazioni compromettenti pubblicate sul web, per inserirle in una scheda ed assegnare un punteggio reputazionale al soggetto richiedente.

Le fonti scansionate solitamente sono i social media, testate giornalistiche e i motori di ricerca.

Ognuno di noi, dunque, potrebbe avere una scheda a proprio nome ( anche le società), che stabilisce il grado di credibilità di cui godiamo presso le banche.

Cosa accade se si compare nella lista dei “cattivi”

Se il nome di una persona è schedato come poco credibile per via di segnalazioni provenienti dal web, la banca può decidere di non lavorarci ed il più delle volte senza fornire spiegazioni esaustive.

Vale a dire se si è richiesto di aprire un conto e la richiesta viene rifiutata, può capitare che non si saprà mai perché ciò accade, ma per fortuna ci sono anche dei modi per risolvere il problema.

Prima di visionare le soluzioni, è importante sapere che ci sono altre conseguenze ostili che potresti subire a seguito della presenza di una scheda a proprio nome o della propria società in queste banche dati reputazionali e sono le seguenti:

  • non riuscire a partecipare a bandi,
  • non poter ricevere bonus,
  • non riuscire a fare cessioni o acquisizione di rami d’azienda,
  • non ottenere finanziamenti ed altre azioni che determineranno un blocco alla capacità di svolgere operazioni finanziarie.

Come fanno le banche e gli altri enti di controllo a fare questa analisi

Esistono alcune società nel mondo che si occupano di segnalare i soggetti con una web reputation negativa, compilando un database reputazionale che mettono a disposizione, pagando, di chi vuole fare dei controlli (es. banche).

Database reputazionali: come funzionano

Tra i vari  database reputazionali i più influenti sono World Check e SGR compliance.

La regola è sempre la stessa: se appare una notizia negativa sul web, ti verrà automaticamente assegnato un rating reputazionale negativo e questo comprometterà la tua posizione.

Ogni giorno vengono prodotti ed analizzati milioni di dati, usati per informarsi su persone fisiche (manager, PEP-politicamente esposte, politici locali, imprenditori e manager) e giuridiche (società); questi soggetti lasciano traccia sul web senza volerlo; queste briciole vengono sistematicamente raccolte proprio per analizzare il rischio che comporterebbe prendere decisioni in loro favore.

Tuttavia questi sistemi di prevenzione non sono infallibili ed anzi è comune che creino pregiudizio nei confronti di soggetti che per diritto non dovrebbero essere segnalati negativamente.

Per questo motivo ogni soggetto deve predisporre di una strategia personale di tutela della propria privacy e reputazione che lo metta al sicuro, soprattutto permetta di rimanere in controllo del proprio destino.


World Check: la banca dati reputazionale più utilizzata al mondo

World-Check, ad esempio è una banca dati di portata mondiale, custodisce un tesoro di informazioni personali su oltre 2 milioni di individui e entità, sia fisiche che giuridiche.

Ma come si è giunti a tale imponente archivio?

World-Check è un potente database che racchiude una vasta gamma di Persone Politicamente Esposte (PEP), individui e organizzazioni a rischio elevato.

Questo strumento è ampiamente utilizzato in tutto il mondo per agevolare l’identificazione e la gestione dei rischi finanziari, normativi e reputazionali.

Attraverso la sua vasta rete di dati accuratamente curati, World-Check fornisce una panoramica esaustiva e aggiornata di coloro che potrebbero rappresentare una potenziale minaccia in termini di compliance, sicurezza e reputazione aziendale.

Grazie alla sua ampia copertura, il database si rivela un prezioso alleato per le istituzioni finanziarie, le organizzazioni di regolamentazione e le imprese che desiderano proteggere i propri interessi e mantenere una condotta commerciale etica.

Le informazioni contenute in World-Check consentono di identificare e monitorare persone politicamente esposte, individui coinvolte in attività criminali o organizzazioni a rischio elevato.

Questi dati sono fondamentali per valutare e mitigare i potenziali rischi finanziari e reputazionali associati a tali soggetti.

World-Check rappresenta uno strumento di primaria importanza per l’individuazione e la gestione dei rischi a livello globale e per questo viene utilizzato soprattutto dalle banche per fare una due diligence.

Grazie alla sua vasta base di dati e alla sua attenzione alla precisione e all’aggiornamento delle informazioni, questo database offre un supporto inestimabile per le organizzazioni che desiderano proteggere sé stesse e i loro interessi da minacce finanziarie, normative e reputazionali.

L’idea di creare un database specifico nacque da uno scandalo che fece scattare l’allarme tra le banche svizzere.

Verso la fine degli anni ’90, il generale e dittatore nigeriano Sami Abacha trasferì milioni di dollari ottenuti dal commercio del petrolio su conti privati in Svizzera.

Dopo la sua morte, la Svizzera restituì alla Nigeria una somma totale di oltre 700 milioni di dollari, che rappresentava la cifra più elevata mai recuperata in un processo di recupero di attività illecite.

Questo scandalo mise in luce l’urgente necessità per le banche di adottare un sistema di prevenzione dei rischi finanziari, che potesse raccogliere tutte le informazioni sulle persone potenzialmente coinvolte in attività criminali nel campo finanziario.

In risposta a questa esigenza, prese forma World-Check, un progetto volto a creare un database completo ed esaustivo.

In che modo tutto ciò avviene?

Se un cliente viene segnalato come sospetto da World Check alla banca, vengono effettuati ulteriori controlli e la sua richiesta potrebbe essere respinta.

Questo processo serve a garantire che i clienti o altri affiliati della banca non siano mai stati coinvolti in attività come il riciclaggio di denaro, l’esposizione politica o altre pratiche illecite.

Una volta che il cliente supera con successo i controlli stabiliti da World Check, viene approvato come cliente della banca e può effettuare transazioni finanziarie.

Circa l’80% dei profili presenti nel database di Refinitiv (World Check) si basa su notizie obsolete, diffamatorie, lesive e contrarie ai principi del GDPR in Europa e al suo equivalente statunitense.

Di conseguenza, è possibile richiedere l’aggiornamento o la rimozione completa di tali informazioni.

Infatti, quando i dati personali sensibili vengono trattati senza consenso e senza rispettare le eccezioni previste dall’Autorità Garante della Privacy o dal Data Protection Authority (DPA), esiste un rischio di trattamento illecito dei dati.

In questi casi il consulente reputazionale con un team legale specializzato interviene verificando: se il nome compare nell’elenco, se il profilo è stato creato illecitamente e qual’è la procedura per richiedere l’eliminazione o l’aggiornamento del profilo per porvi rimedio.

In base alle attuali normative sulla privacy, al diritto all’oblio e alla conservazione dei dati sensibili, hai il diritto di:

  • Chiedere una copia completa di tutte le informazioni del tuo profilo presenti su World Check.
  • Richiedere l’aggiornamento e la correzione di tali informazioni se ritieni che siano errate o incomplete.
  • Richiedere l’eliminazione del profilo o l’aggiornamento.

Cos’è SGR Compliance

SGR Compliance è un altro fornitore di dati con l’obiettivo di individuare e, quando possibile, prevenire l’insorgere di potenziali fattori di rischio associati a una maggiore esposizione della propria clientela o controparte, nonché il coinvolgimento in attività illegali, frodi o reati finanziari.

Vengono monitorate e nutrite tra le tante, le seguenti liste:

  • Antiriciclaggio Italia: oltre 900.000 nominativi di persone fisiche e giuridiche coinvolte in reati penali a monte del riciclaggio.
  • PEP: elenco delle persone politicamente esposte + 800.000 persone in 240 paesi (capi di stato, cariche istituzionali, ambasciatori, membri CDA e molti altri
  • PIL: politici italiani locali come amministratori regionali, comunali, provinciali
  • Black List e Watch List: soggetti sui quali vige sorveglianza su segnalazione delle autorità di vigilanza, autorità finanziarie, autorità giudiziarie, agenzie governative (reati finanziari, sanzioni, insolvenze ed altro)

Inoltre, anche Panama Papers, Monete virtuali, Gioco illegale, Sanctions.

Ma cosa accade se un nome viene segnalato per errore o ingiustamente?

Quando questi database raccolgono informazioni non vere o superate, ingiustamente recano un danno.
Il punto è che anche se una notizia è stata pubblicata su un giornale non significa che sia vera o che non possa diventare obsoleta nel tempo.

Tuttavia, queste società inseriscono in automatico con un algoritmo, tutte i segnali sospetti nei database, creando un grave pregiudizio presso gli istituti di credito, governi e non solo, di fatto cambiando il modo in cui vieni reputato e di conseguenza trattato in ogni sfera che conta.

Ogni soggetto ha una scheda popolata da link che riportano ad articoli di giornale negativi ed è qui che nasce il blocco ed il pregiudizio.

Poniamo che Mario Rossi sia stato assolto da 10 anni, purtroppo se non ha fatto un lavoro di pulizia digitale (ovvero eliminazione delle news da Google tramite diritto all’oblio), i database continueranno a restituire un’immagine distorta della credibilità del soggetto.

In questi casi infatti, nonostante l’epilogo positivo, le banche a distanza di anni continueranno a guardarlo con sospetto rifiutando prestiti, applicando un tasso maggiore o condizioni discriminatorie senza spiegare il vero motivo.

Perché si può intervenire?

I database reputazionali in questi casi si basano su notizie errate ed obsolete che tu potrai eliminare definitivamente.

Intervenendo prima di tutto nel tutelare la reputazione personale ed aziendale.

Come preservare e migliorare la reputazione aziendale online

Preservare e migliorare la reputazione aziendale online richiede un impegno costante. Ecco alcuni suggerimenti utili:

  • Monitoraggio online: È fondamentale monitorare regolarmente ciò che viene detto dell’azienda online. Utilizzare strumenti di monitoraggio delle attività sui social media e i siti di recensioni per rimanere aggiornati sulle opinioni e i commenti dei clienti.
  • Coinvolgimento attivo: Interagire con il pubblico online è essenziale per gestire la reputazione aziendale. Rispondere alle domande, ai commenti e alle recensioni in modo tempestivo e professionale dimostra l’impegno nei confronti dei clienti.
  • Coerenza del brand: Mantenere una coerenza nell’immagine e nei messaggi trasmessi online è importante per consolidare la reputazione aziendale. Comunicare i valori, la missione e la qualità dell’azienda in modo uniforme su tutti i canali digitali.
  • Offrire un’esperienza di qualità: La reputazione aziendale online si basa sulle esperienze dei clienti. Offrire prodotti di qualità, un servizio clienti eccellente e risolvere eventuali problemi in modo rapido ed efficace contribuisce a costruire una reputazione positiva.
  • Gestione delle recensioni: Le recensioni online possono influenzare notevolmente la reputazione aziendale. Gestirle in modo appropriato, rispondendo alle recensioni negative in modo professionale e cercando di risolvere eventuali problemi, può contribuire a preservare una buona reputazione.

Cosa fare per sapere se il tuo nome è stato schedato

Finalmente possiamo parlare delle soluzioni a questo problema.

L’obiettivo d’intervento è  tutelare il credito reputazionale; per farlo è necessario fare un controllo per comprendere se il tuo nome o quello delle tue società sono state schedate per interrompere eventualmente l’ingiusto pregiudizio.

Si può esercitare il diritto d’accesso presso ciascuna banca dati, attraverso la consulenza strategica di un web reputation manager con specializzazione in tutela della financial reputation.
Una volta ottenuto l’accesso alla propria scheda, si potrà valutare se il profilo è segnalato come poco credibile e per quali ragioni (ad es. sei categorizzato sotto un crimine particolare per colpa di quali notizie web presenti su Google).
Nella scheda saranno presenti i link censiti che questi database hanno raccolto e che sono potenzialmente dannosi.

Possono essere notizie di giornali online che citano un nome per diritto di cronaca ed informazione o che violano il diritto all’oblio.
Stabilire però se e come puoi ottenere la cancellazione di queste news è una questione di strategia complessa che richiede competenze legali, informatiche, di comunicazione ed analisi dei dati.

Lo scopo di questa analisi è di identificare il miglior intervento che permetterà di eliminare il ciò che ti danneggia e sbloccare finalmente le tue finanze, resettando la situazione, anche grazie al diritto all’oblio ed al regolamento europeo sulla privacy (GDPR).

Le regole per tutelare il credito reputazionale in un mondo digitale

Alla luce dello scenario rappresentato, elenchiamo le regole da conoscere se si è alla guida di società o si ricoprono ruoli legati al mondo degli affari.

  • Ciò che accade online condiziona sempre la qualità della vita e degli affari ed è per questo che occorre avere un piano di gestione della web reputation pronto.
  • Se il proprio nome viene sporcato a livello reputazionale sul web, il conto in banca e la libertà finanziaria o quella delle proprie società verranno bloccate e danneggiate.
  • Ogni giorno che passa con una reputazione digitale negativa, si perdono soldi e il recupero sarà sempre più costoso. Per questo bisogna agire velocemente.
  • Ciò che viene pubblicato su Google danneggia da un punto di vista di immagine (indipendentemente se si tratta di notizie vere o false) e gli stakeholder (banche ed altri decisori importanti) si comporteranno di conseguenza.
  • Occorre mappare i rischi reputazionali (d’immagine, strategici, finanziari, psicologici) prima di fare business.

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PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
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PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
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PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
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PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
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Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
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PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
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PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
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PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
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