la dichiarazione europea

Diritti e principi per il decennio digitale: la Ue mette sostenibilità e sicurezza al centro

La trasformazione digitale dell’Europa dovrà essere inclusiva, equa, sicura e sostenibile e mettere le persone al centro. Ecco la dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali

Pubblicato il 23 Dic 2022

Marina Rita Carbone

Consulente privacy

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E’ stata siglata, da parte del Consiglio, del Parlamento e della Commissione Europea, la versione definitiva della dichiarazione comune sui diritti e i principi per il decennio digitale, volta a illustrare l’impegno dell’UE a favore di una trasformazione digitale “sicura, sostenibile e protetta che ponga le persone al centro” e che sia in linea con i valori e i diritti fondamentali posti alla base dell’Unione Europea.

La dichiarazione integra, fra gli altri, anche espressi riferimenti alla cosiddetta sovranità digitale, al rispetto dei diritti fondamentali, allo Stato di diritto e alla democrazia, all’inclusione, all’accessibilità, all’uguaglianza, alla sostenibilità, alla resilienza, alla sicurezza, al miglioramento della qualità della vita, alla disponibilità di servizi e al rispetto dei diritti e delle aspirazioni di ognuno.

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I principi contenuti nella dichiarazione rappresenteranno la guida per la definizione del programma strategico per il Decennio digitale, oltre che fungere da punto di riferimento per tutte le imprese e gli altri soggetti che contribuiscono allo sviluppo e alla diffusione di nuove tecnologie. La Commissione provvederà a monitorare l’attuazione dei principi contenuti nella dichiarazione e i progressi compiuti nel mondo digitale, riferendone attualmente all’interno di una relazione annuale dedicata sullo “Stato del Decennio Digitale”.

“Oggi ci impegniamo per una trasformazione digitale inclusiva, equa, sicura e sostenibile che metta le persone al centro” ha affermato Petr Fiala, Primo ministro Ceco per la presidenza del Consiglio, “Preservare i valori fondamentali dell’UE online è importante quanto nel mondo reale. La dichiarazione fungerà da punto di riferimento per i responsabili politici, le imprese e altri attori pertinenti nello sviluppo e nella diffusione di nuove tecnologie”.

Una visione comune europea per la trasformazione digitale

All’interno di un contesto e di mercati sempre più digitalizzati, la Commissione Europea aveva manifestato già nella propria comunicazione “Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale” del 9 marzo 2021 la volontà di presentare una visione comune europea per la trasformazione digitale entro il 2030, allineata con i principali valori europei.

Lo scopo perseguito dall’Europa, in particolar modo, era quello di conseguire la sovranità digitale all’interno di un mondo aperto ed interconnesso, nel quale imprese innovative e cittadini sempre più autonomi e responsabili potessero coesistere, andando a formare una società “antropocentrica, inclusiva, fiorente e sostenibile.

Nelle conclusioni del 25 marzo 2021, poi, anche il Consiglio Europeo aveva sottolineato l’importanza della trasformazione digitale per la crescita, la prosperità, la sicurezza e la competitività dell’Europa, oltre che per il benessere delle società. Allo stesso tempo, il Consiglio individuava nella Bussola redatta dalla Commissione un’importante “passo avanti nel delineare lo sviluppo digitale dell’Europa per il prossimo decennio”. La trasformazione digitale, infatti, come indicato nel preambolo della dichiarazione, “interessa ogni aspetto della vita delle persone”, pur offrendo al contempo “notevoli opportunità in termini di miglioramento della qualità della vita, crescita economica e sostenibilità”. La trasformazione digitale continua la dichiarazione, “presenta anche sfide per le nostre società democratiche e le nostre economie, così come per gli individui. Con l’accelerazione della trasformazione digitale è giunto il momento che l’UE specifichi come si dovrebbero applicare nell’ambiente digitale i suoi valori e diritti fondamentali applicabili offline. La trasformazione digitale non dovrebbe comportare la regressione dei diritti. Ciò che è illegale offline è illegale online”.

Facendo seguito alla comunicazione resa nel marzo 2021, dunque, la Commissione ha manifestato l’intenzione dell’UE di affrontare dette sfide, proponendo la dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali che si andrà nel prosieguo ad esaminare.

I principi della trasformazione digitale

In premessa, si evidenzia come la dichiarazione abbia lo scopo principale di orientare i legislatori nel mettere in atto un processo di trasformazione digitale che:

  • mette al centro le persone;
  • sostiene la solidarietà e l’inclusione, tramite la connettività, l’istruzione, la formazione e le competenze digitali, condizioni di lavoro giuste ed eque nonché l’accesso a servizi digitali online;
  • ribadisce l’importanza della libertà di scelta nelle interazioni con gli algoritmi e i sistemi di intelligenza artificiale e in un ambiente digitale equo;
  • promuove la partecipazione allo spazio pubblico digitale;
  • aumenta la sicurezza e la protezione e conferisce maggiore autonomia e responsabilità nell’ambiente digitale, in particolare per i bambini e i giovani, garantendo allo stesso tempo il rispetto della vita privata e il controllo individuale sui dati;
  • promuove la sostenibilità.

La dichiarazione, inoltre, è strutturata al fine di avere una dimensione internazionale, al fine di ispirare anche gli stati partner extra-europei all’adozione dei principi contenuti nella stessa e riferiti a diritti umani ritenuti universali, come i diritti dei lavoratori, di tutela della vita privata e delle comunicazioni.

Svolta una premessa circa il contesto nel quale la dichiarazione si inserisce e gli obiettivi che si intendono raggiungere tramite la stessa, si rende una sintetica descrizione dei principi che sono sanciti nella dichiarazione.

Le persone al centro

In primo luogo, si ribadisce come dovranno sempre essere poste le persone al centro della trasformazione digitale: la tecnologia, infatti, dovrebbe essere a servizio delle persone e andare a beneficio di tutti i cittadini europei, mettendoli “nelle condizioni di perseguire le loro aspirazioni, in tutta sicurezza e nel pieno rispetto dei loro diritti fondamentali”.

Solidarietà ed inclusione

In secondo luogo, si dà rilevanza a principi generali di solidarietà ed inclusione: la tecnologia, infatti, “dovrebbe essere utilizzata per unire le persone, e non per dividerle”. Ne consegue che, a sua volta, la trasformazione digitale dovrebbe mirare alla realizzazione di una società e di un’economia eque e inclusive. Pertanto, le autorità europee si impegnano a garantire che la progettazione, lo sviluppo, la diffusione e l’utilizzo di soluzioni tecnologiche rispettino i diritti fondamentali, consentano l’esercizio di tali diritti e promuovano detti principi di solidarietà e inclusione, sviluppando quadri adeguati “sviluppare quadri adeguati affinché tutti gli operatori del mercato che traggono vantaggio dalla trasformazione digitale si assumano le proprie responsabilità sociali e contribuiscano in modo equo e proporzionato ai costi delle infrastrutture, dei servizi e dei beni pubblici, a beneficio di tutte le persone che vivono nell’UE”.

Si ribadisce, inoltre, l’importanza di garantire a ogni persona, ovunque nell’UE, la connettività digitale ad alta velocità a prezzi accessibili, oltre che il diritto all’istruzione, alla formazione ed all’apprendimento permanente utile ad acquisire le competenze digitali, sia basilari che avanzate. Anche in relazione ai servizi pubblici digitali online principali, si afferma che ogni persona vi dovrebbe avere accesso, e che a nessuno deve essere chiesto di fornire dati “più spesso di quanto necessario” quando si accede e si utilizzano detti servizi.

Allo stesso modo, si pone assoluta rilevanza al diritto di ogni persona di godere di condizioni di lavoro eque, giuste, sane e sicure, oltre che di una protezione adeguata nell’ambiente digitale, “indipendentemente dalla sua situazione occupazionale, dalle modalità o dalla durata dell’occupazione”.

Libertà di scelta

All’interno della dichiarazione, si dedica uno spazio anche ai diritti connessi all’intelligenza artificiale ed alle interazioni che le persone attuano ogni giorno con detti sistemi di IA e con algoritmi di varia natura. La Commissione evidenzia, in particolar modo, come l’intelligenza artificiale non dovrebbe comportare una contrazione dei diritti fondamentali riconosciuti ai cittadini, ma “dovrebbe fungere da strumento per le persone, con l’obiettivo ultimo di aumentare il benessere umano”. “Ogni persona”, si legge, in particolare, “dovrebbe essere messa nelle condizioni di godere dei benefici offerti dai sistemi algoritmici e di intelligenza artificiale, anche compiendo le proprie scelte informate nell’ambiente digitale, e rimanendo al contempo protetta dai rischi e dai danni alla salute, alla sicurezza e ai diritti fondamentali”.

I sistemi di intelligenza artificiale, dunque, dovrebbero essere sviluppati secondo logiche antropocentriche, di affidabilità e di etica, e seguire le stesse logiche anche nella fase di successiva diffusione ed utilizzo.

L’ambiente digitale, inoltre, dovrebbe esse sempre equo, e garantire a ognuno di scegliere, “realmente e liberamente” quali servizi online utilizzare, sulla base di informazioni “informazioni obiettive, trasparenti, facilmente accessibili e affidabili”. Parimenti si dovrebbe garantire la possibilità di competere lealmente.

Partecipazione allo spazio pubblico

All’interno della dichiarazione, non manca l’impegno delle autorità europee a garantire un accesso ad un ambiente digitale che sia “affidabile, diversificato e multilingue”, e che possa consentire un dibattito pubblico pluralistico, con partecipazione “effettiva alla democrazia in modo non discriminatorio”.

Ad ogni persona, in particolare, deve concedersi il diritto a:

  • la libertà di espressione e di informazione;
  • la libertà di riunione e di associazione nell’ambiente digitale;
  • l’accesso alle informazioni su chi possiede e controlla i servizi mediatici utilizzati.

In tal senso si afferma che le piattaforme online, specie se di grandi dimensioni, dovrebbero sostenere il libero dibattito democratico online, essendo riconosciuto il ruolo svolto da quest’ultime “nel plasmare l’opinione pubblica e il dibattito pubblico”. Sempre le grandi piattaforme online dovrebbero “attenuare i rischi derivanti dal funzionamento e dall’uso dei loro servizi, anche in relazione alle campagne di disinformazione e cattiva informazione, e tutelare la libertà di espressione”.

Sicurezza, privacy e responsabilità

Comportando lo sviluppo digitale la sempre maggiore rilevanza dei dati personali, nella dichiarazione ci si focalizza anche sull’importanza di garantire alle persone accesso a tecnologie, prodotti e servizi digitali che siano sicuri e che tutelino la loro vita privata “fin dalla progettazione, traducendosi in un elevato livello di riservatezza, integrità, disponibilità e autenticità delle informazioni trattate”.

Di assoluto rilievo sono, infatti, nel mondo digitale, il rispetto della vita privata e la protezione dei dati personali, oltre che il controllo delle modalità con le quali i dati conferiti sono utilizzati e condivisi. In tal senso, si afferma che debba essere garantito il diritto individuale alla riservatezza delle comunicazioni e delle informazioni contenute nei dispositivi elettronici personali.

Non sarà consentita alcuna attività di “sorveglianza online illecita, tracciamento pervasivo illecito o misure di intercettazione”.

Interessante concetto è quello di “eredità digitale”: nella dichiarazione, infatti, si afferma che “ogni persona dovrebbe essere in grado di determinare la propria eredità digitale e decidere cosa succede, dopo la sua morte, ai propri account personali e alle informazioni che la riguardano”.

Minori e digitale

Relativamente ai diritti dei minori, il testo della dichiarazione pone in rilievo la necessità di porre questi ultimi nelle condizioni di compiere “scelte sicure e informate e di esprimere la propria creatività nell’ambiente digitale”, all’interno di spazi digitali che ne migliorino le esperienze, il benessere e la partecipazione, attraverso la messa a disposizione di materiali e servizi adeguati alla loro età.

Senza contare che risulta di assoluta importanza proteggere i bambini e i giovani da tutti i reati commessi attraverso le tecnologie digitali o facilitati da tali tecnologie. In tal senso, rappresenta un impegno primario quello di proteggere dette categorie di persone dai contenuti dannosi e illegali, dallo sfruttamento, dalla manipolazione e dagli abusi online oltre che dal tracciamento, dalla profilazione e dal targeting illegali, in particolare a fini commerciali e impedire che lo spazio digitale sia utilizzato per commettere o facilitare reati.

Sostenibilità al centro

Da ultimo, ma non per minore importanza, la dichiarazione dedica uno spazio al tema della sostenibilità, evidenziando come risulti essenziale evitare danni significativi all’ambiente. A tal fine, si afferma, e al fine di promuovere l’economia circolare, “prodotti e i servizi digitali dovrebbero essere progettati, prodotti, utilizzati, riparati, riciclati e smaltiti in modo da attenuare il loro impatto negativo sull’ambiente e sulla società ed evitare l’obsolescenza prematura”.

Inoltre, ogni persona dovrebbe avere accesso a informazioni precise e di facile comprensione sull’impatto ambientale, oltre che sul consumo energetico, dei prodotti e dei servizi digitali, nonché sulla loro “riparabilità e sul loro ciclo di vita, in modo da essere in grado di compiere scelte responsabili”.

Sono incentivati, in tal senso, scelte di consumo e modelli aziendali sostenibili o che promuovano un comportamento sostenibile e responsabili lungo l’intera filiera dei prodotti e dei servizi digitali.

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