Le azioni di Governo

Mochi: “La sfida della PA digitale si vince sui territori. Le iniziative che fanno ben sperare”

Tre iniziative – Capacity Italia, PA digitale 2026 e il “Secondo decreto PNRR” – costituiscono una risposta importante all’oggettiva debolezza di molti enti locali nel rispondere ai bandi del PNRR e a compiere il necessario passaggio al digitale. Occorre però curare anche la dimensione della collaborazione

Pubblicato il 15 Apr 2022

PA DIGITALE - futuro digitale - semplificazione digitalizzazione

In questo inizio di primavera tre importanti azioni di Governo si propongono di supportare gli Enti sul territorio (Comuni e città metropolitane, province, Regioni, aziende sanitarie, ecc.) nel percorso di trasformazione digitale che, a sua volta, è un fattore determinante, come più volte sottolineato, per il raggiungimento dei target del PNRR.

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Le piattaforme di servizio per la PA

Le prime due azioni sono iniziative presentate lo scorso 30 marzo in Conferenza Unificata dai Ministri Brunetta, Colao e Gelmini e riguardano due piattaforme di servizio per le amministrazioni.

Capacity Italia

La prima è “Capacity Italy”, uno strumento di assistenza innovativo, attraverso cui Cassa Depositi e Prestiti, Invitalia e MedioCredito Centrale metteranno a disposizione dei soggetti attuatori del PNRR – Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni e tutti gli enti territoriali – un network di oltre 550 esperti in tutte le discipline chiave per sostenere la partecipazione attiva dai bandi alla fase esecutiva, fino alla rendicontazione. Il funzionamento e l’accesso alla piattaforma saranno attivi dalle prossime settimane attraverso il portale internet della Presidenza del Consiglio “Italia Domani”.

PA digitale 2026

La seconda iniziativa, su cui ci soffermeremo maggiormente, è la piattaforma “PA digitale 2026” che è stata illustrata dal Ministro Colao nella stessa seduta del 30 marzo, annunciando anche la partenza degli avvisi per le pubbliche amministrazioni locali a partire dal 4 aprile e la conseguente possibilità da parte delle amministrazioni di candidarsi per i vari filoni di finanziamento. Nel corso del mese di aprile infatti partiranno i primi avvisi dedicati alla digitalizzazione della PA: dalla migrazione al cloud a modelli collaudati per l’implementazione di servizi pubblici digitali, passando per il consolidamento dell’identità digitale (SPID/CIE), fino al sistema di pagamento pagoPA e dell’app IO.

I fondi sono dedicati a 22.353 PA su tutto il territorio nazionale e saranno assegnati in ordine di prenotazione con l’erogazione in modalità voucher. Non sarà più necessario infatti presentare progetti, ma ogni PA in base a tipologia, dimensione e necessità riceverà un finanziamento predefinito.

Nel presentare l’iniziativa il Ministro Colao ha detto che “I comuni sono i più vicini alle esigenze dei cittadini e per questo motivo devono essere considerati il punto di partenza per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione. Per permettere una rapida implementazione del PNRR, in meno di un anno abbiamo costruito una piattaforma online unica per dare la possibilità a tutti i comuni di scegliere le iniziative di digitalizzazione dei servizi per ognuno prioritarie, in maniera però omogenea in tutto il Paese. Grazie anche al contributo di ANCI stiamo realizzando un metodo di lavoro più agile, rapido e condiviso, che possa divenire il metodo per accelerare gli investimenti della Pubblica Amministrazione italiana.”

Come si semplifica l’accesso ai fondi

A seconda della tipologia di misura e di PA, sarà possibile accedere alle risorse attraverso soluzioni standard o attraverso la presentazione di progetti.

Con le soluzioni standard, pensate per le misure con una platea ampia di beneficiari (oltre 1.000 PA), si semplifica l’accesso ai fondi: non sarà necessario scrivere e presentare progetti per ricevere finanziamenti e le amministrazioni potranno accedere – con un’unica registrazione – a più misure, richiedendo, per esempio, sia finanziamenti per la migrazione al cloud che per il miglioramento dei siti web.

I contributi saranno riconosciuti alle amministrazioni sulla base del raggiungimento di specifici obiettivi predefiniti. Il processo di rendicontazione sarà quindi alleggerito, e non sarà necessario rendicontare le singole spese effettuate per ottenere i fondi.

Per le misure con una platea ristretta di beneficiari, è invece prevista una modalità di accesso che prevede la presentazione di progetti, sempre ispirata ai principi della semplicità e della riduzione degli oneri amministrativi. Dei criteri di valutazione automatici consentiranno una valutazione dei progetti più rapida. In questo caso l’erogazione dei contributi seguirà alcuni passaggi che possono prevedere un’anticipazione e delle tranches, fino al saldo, erogate “a rimborso”.

Le aree di intervento

La piattaforma sarà, per il momento, al servizio di cinque tipologie di investimenti tesi alla trasformazione digitale di oltre 22mila amministrazioni: Comuni, scuole Aziende sanitarie e ospedaliere, Regioni, Università, Province, Città metropolitane, Istituti di ricerca, Pubblica amministrazione centrale. Vediamo le aree di intervento:

  • Abilitazione e facilitazione della migrazione al cloud: è l’investimento 1.2 della prima missione del PNRR e può contare su un miliardo di investimento. L’obiettivo è di far sì che il 75% della platea potenziale (16.544 amministrazioni) effettui questo passaggio entro il 2026, ma che già entro il primo trimestre del 2023 più di due terzi di queste (12.644) abbiano definito un piano di migrazione.
  • Migliorare l’esperienza dei servizi pubblici digitali e portare online i servizi pubblici per i cittadini promuovendo l’adozione di modelli collaudati e riutilizzabili: è l’investimento 1.4.1 della prima missione del PNRR e può contare su 613 milioni di euro di investimento. L’obiettivo è di far sì che l’80% della platea potenziale (15.979 amministrazioni) raggiunga l’obiettivo di avere servizi conformi.
  • Identità digitale, favorire l’adozione dell’identità digitale (Sistema Pubblico di Identità Digitale, SPID e Carta d’Identità Elettronica, CIE): l’obiettivo di questo investimento, che è l’1.4.4 della prima missione del PNRR e che può contare su una risorsa di 285 milioni, è di raggiungere entro il 2026 il 100% dell’obiettivo, facilitando così il percorso per l’identità digitale di tutti i cittadini italiani.
  • pagoPA e app IO, per Il consolidamento di pagoPA, la piattaforma digitale per i pagamenti verso le PA, e dell’app IO come principale punto di contatto tra Enti e cittadini: in questo caso la platea potenziale è di poco meno di 20.000 amministrazioni di cui l’80% (16.865) dovrà aver raggiunto l’obiettivo entro il 2026. Le risorse ammontano a 750 milioni ed il relativo bando è già disponibile sulla piattaforma.
  • Piattaforma notifiche, ossia l’adozione dell’infrastruttura unica che permetterà alle PA di notificare gli atti amministrativi a valore legale alle persone fisiche e giuridiche: si tratta di un investimento (il 1.4.5 della prima missione del PNRR) che può contare su 245 milioni di investimento e deve coinvolgere entro il 2026 circa ottomila delle diecimila amministrazioni potenzialmente interessate.

Le risorse disponibili

Gli avvisi avranno una durata da 4 a 6 mesi e alla fine di ogni mese verranno riconosciuti i

fondi alle amministrazioni che si sono candidate e che rispondono ai requisiti. Il 40% dei fondi sarà destinato al Sud. Aderendo a tutte le cinque misure i vari comuni potranno contare sulle seguenti risorse:

  • Comuni piccoli: fino a circa 250mila euro
  • Comuni medi: fino a circa 800mila euro
  • Comuni grandi fino a due milioni di euro

Le novità del “Secondo Decreto PNRR”

La terza novità di questi ultimi giorni è il cosiddetto “Secondo Decreto PNRR” ossia il Decreto-legge approvato lo scorso 13 aprile in Consiglio dei ministri e di cui, mentre scriviamo, non è ancora noto il testo definitivo.

Si tratta di un decreto corposo che, dal testo provvisorio in nostro possesso, definisce diverse “Misure urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”, come recita il titolo del decreto. Per quel che riguarda il nostro tema, ossia l’accompagnamento delle amministrazioni alla trasformazione digitale, possiamo mettere in evidenza alcuni punti importanti:

  • Con decreti di natura non regolamentare adottati dal Ministro per la pubblica amministrazione sono definite linee di indirizzo per le amministrazioni pubbliche per la predisposizione dei rispettivi piani dei fabbisogni di personale, anche con riferimento a nuovi fabbisogni, prioritari o emergenti, nonché per la definizione dei nuovi profili professionali individuati dalla contrattazione collettiva, con particolare riferimento all’insieme di conoscenze, competenze, capacità. e attitudini del personale da assumere anche per sostenere la transizione digitale ed ecologica della PA
  • Le amministrazioni avranno più libertà nell’assumere esperti, che comunque dovranno essere iscritti al portale inPA.
  • Per assicurare la piena attuazione degli interventi di transizione inclusi nel Pnrr legati al superamento dell’emergenza formativa digitale, ecologica e amministrativa dei dipendenti della Pubblica amministrazione, è assegnato a Formez PA un contributo di 60 milioni di euro per accompagnare le amministrazioni.
  • Arriva, con il Decreto PNRR 2, un ampliamento del codice di condotta dei dipendenti pubblici che comprende una sezione dedicata al corretto uso delle tecnologie informatiche, dei mezzi di informazione e dei social media, anche la fine di tutelare l’immagine della pubblica amministrazione.

Un importante cambio di passo

In conclusione, queste tre iniziative costituiscono una risposta importante all’oggettiva debolezza di molti enti locali, soprattutto del Sud, nel rispondere ai bandi del PNRR e a compiere il necessario passaggio al digitale. È senz’altro un cambio di passo da guardare con favore.

Questa soddisfazione sarà ancora maggiore e più convinta se, nel proseguire l’azione di accompagnamento, si curerà una dimensione fondamentale per condividere gli sforzi e per rendere questa missione strategica veramente frutto di uno sforzo comune. La dimensione orizzontale della collaborazione. Obiettivo di questa dimensione, che non è un’attività secondaria, ma una condizione necessaria per l’engagement delle amministrazioni e quindi per la loro partecipazione attiva che superi la logica dell’adempimento, è stimolare un confronto continuo con Regioni, Province, Città metropolitane, Comuni e altri enti locali lungo l’intero ciclo degli investimenti. È necessario attivare non solo una funzione di controllo e di monitoraggio, ma soprattutto una funzione di ascolto, raccogliendo indicazioni su progetti per condividere e comunicare in modo tempestivo e coordinato informazioni e dati relativi alla realizzazione delle attività e all’impatto che le riforme hanno in termini di attuazione degli interventi previsti dal PNRR, anche in ottica di sinergia e complementarità con altre iniziative.

Il PNRR e con esso la ripresa, avrà possibilità di successo sul territorio solo se le amministrazioni locali avranno la certezza di avere una comunicazione a due vie con gli enti centrali titolari delle misure. Se avranno la continua esperienza dell’ascolto, se potranno però anche istituire una dimensione orizzontale di dialogo, creando vere e proprie comunità di pratica relative alle diverse dimensioni degli interventi.

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