nuovo FSE

Fascicolo sanitario elettronico 2.0: così sarà vera svolta per sanità e cittadini

Il PNRR e la nuova architettura del FSE 2.0 rappresentano un’opportunità unica per favorire una trasformazione digitale in sanità non solo in termini di adeguamento delle apparecchiature, ma anche nell’ottica di fornire nuovi servizi digitali sia ai cittadini. Ma servono dei prerequisiti fondamentali, ecco quali sono

Pubblicato il 18 Gen 2023

Claudio Caccia

Presidente Onorario di Aisis, Ricercatore a contratto CERGAS Sda Bocconi School of Management, Membro del Gruppo di lavoro del Consiglio Superiore della Sanità “Riforma del Sistema Informativo Sanitario e Sanità Digitale”

sanità digitale

Il progetto di realizzazione del nuovo FSE (Fascicolo sanitario elettronico) può oggettivamente favorire la trasformazione digitale della sanità almeno per tre validi motivi:

  • utilizzo di standard di interoperbilità semantica dei dati sanitari degli assistiti[1] prodotti dal SSN nelle sue diverse forme (strutture pubbliche, private accreditate, private) al fine della ricomposizione trasversale (tra i diversi setting assistenziali in cui l’assistito è coinvolto) e longitudinale (nel tempo) della storia socio-sanitaria dell’assistito stesso.
  • predisposizione di “servizi” orientati all’assistito nel nuovo FSE che diventa un punto unico di accesso ai servizi digitali sanitari a livello nazionale (servizi ubiquitari e non più di carattere regionale) di cui l’assistito può usufruire tra cui la prenotazione e il pagamento on line, la consultazione e il download dei propri dati sanitari, la gestione on line della gestione del ciclo del farmaco con connessione alle farmacie, la possibilità di effettuare upload di dati generati dall’assistito stesso tramite vari device, la possibilità di esprimere pareri sulla qualità dei servizi ricevuti (Prems- Patient Reported Experience Measures) e sui risultati dei processi di presa in carico (Proms- Patient Reported Outcome Measures) al fine di miglioramento della qualità delle cure sanitarie.
  • semplificazione delle regole della privacy dei dati sanitari che saranno orientate non più e non solo ai requisiti di tutela degli stessi dati ma alla necessità di poter condividere gli stessi dati tra i vari professionisti che, a titolo diverso, sono coinvolti nei processi di cura al fine di favorire l’efficienza e l’efficacia delle azioni sanitarie poste in essere per la tutela e la conservazione dello stato di salute dell’assistito.

Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, siamo all’alba della vera sanità digitale: i progetti

Il concetto di innovazione digitale e trasformazione digitale in sanità

Al fine di meglio comprendere anche il contesto in cui si inserisce la nostra riflessione, è opportuna una premessa sul concetto di innovazione digitale e trasformazione digitale in sanità.

Nello schema seguente per “innovazione digitale” si intende l’insieme di tipologie di “azioni/interventi” che hanno contenuto, impatti organizzativi, utilizzo di tecnologie, costi e scopi diversi tra cui:

  • attività/interventi di “Digitalisation” che sono interventi di utilizzo di tecnologie digitali a supporto di attività aziendali. Un esempio è l’automazione del Cup (Centro Unico di Prenotazione) dove si passa da agende cartacee ad agende digitali consentendo un programmazione dell’offerta e la sua saturazione in modo maggiormente puntuale
  • attività/interventi di “Digital Optimisation” che sono interventi maggiormente complessi attraverso i quali vengono migliorati processi e servizi di un’azienda, senza modificarne il modello di business. Un esempio è l’inserimento della CCE in ospedale che richiede non solo una revisione/standardizzazione dei processi ma anche l’utilizzo di terminologie comuni e il riferimento a standard clinico-assistenziali condivisi.
  • attività/interventi di “Digital Disruption” nei quali è previsto l’utilizzo di tecnologie digitali al fine di modifiche di processi e/o servizi aziendali che tendono a cambiare in tutto o in parte lo stesso modello di business di una azienda. Nel caso specifico le piattaforme di telemedicina costituiscono il prerequisito per la realizzazione di nuovi servizi che non facevano parte del modello di business tipico delle aziende sanitarie/ospedali.

Possiamo affermare che la complessità e, frequentemente, l’impegno organizzativo, l’utilizzo di tecnologie digitali e il costo della realizzazione di progetti in queste tre aree di intervento è crescente dalla Digitalisation verso la Digital Disruption e che per “Digital Trasformation” (che ricomprende Optimisation e Disrpution) intendiamo una profonda e accelerata trasformazione, dei processi, delle attività, delle competenze e dei modelli aziendali per sfruttare appieno i cambiamenti e le opportunità offerte dalle tecnologie digitali.

Il nuovo FSE

Il nuovo FSE, secondo questa definizione, rientra a pieno titolo tra le attività di Trasformazione Digitale e specificamente nelle attività di Digital Optimisation (che nelle aziende rappresentano, con una certa frequenza, circa il 90% dei progetti di Digital Trasformation).

I motivi del fallimento dell’attuale FSE

Una seconda premessa utile alla comprensione del tema trattato in questo articolo riguarda i motivi del fallimento dell’attuale FSE che sono stati ampiamente delineati nelle Linee Guida del nuovo FSE[2] e che vengono sinteticamente evidenziati di seguito:

  • inadeguato livello di maturità dei sistemi informativi delle aziende sanitarie “produttrici” dei dati che sono stati solo parzialmente prodotti (insufficiente popolamento) e sono stati prodotti in modo difforme dallo standard Cda 2 previsto (rendendo disponibili di fatto solo dati non strutturati)
  • architettura di riferimento disomogenea a livello regionale sia in termini di contenuti sia di standard
  • inesistenti servizi orientati ai cittadini che ha determinato il non utilizzo del FSE
  • inadeguati servizi a supporto di attività di ricerca e governance.
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I 4 obiettivi del FSE 2.0

Al fine di affrontare e risolvere alcune delle criticità che hanno determinato il fallimento del FSE 1.0, il nuovo FSE 2.0 si pone sostanzialmente quattro obiettivi, (peraltro ampiamente descritti nelle Linee Guida soprarichiamate):

  1. adozione di un modello architetturale, unitario a livello nazionale, che disaccopia la fase di “produzione” dei dati e la fase di “condivisione” dei dati stessi grazie all’utilizzo di un gateway HL7-FHIR (Fast Healthcare Interoperability Resource) che viene collocato nelle aziende produttrici dei dati e che consente una validazione sintattica e semantica degli stessi prima della loro “condivisione”
  2. adozione di uno standard di riferimento unico a livello nazionale denominato HL7-FHIR che, come approfondiremo nei paragrafi seguenti, non è uno standard tecnico e sintattico ma soprattutto semantico e di processo, orientato alla qualità dei dati
  3. realizzazione di servizi orientati al cittadino: nei fatti il FSE 2.0 andrà a costituire il Punto Unico di Accesso dei servizi digitali sanitari del cittadino
  4. realizzazione di servizi di supporto alle attività di ricerca e governance reso possibile attraverso l’utilizzo obbligatorio di dizionari terminologici comuni

Questo approccio “sistemico” richiede alcuni prerequisiti che devono essere condivisi da tutti gli attori del SSN pubblici, privati accreditati e privati[3] e ai diversi livelli organizzativo-istituzionali coinvolti.

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Livello di maturità dei sistemi informativi delle aziende sanitarie erogatrici

Il Sistema Informativo Sanitario Nazionale rappresenta le modalità attraverso cui le Aziende Sanitarie e altri soggetti erogatori di prestazioni e/o servizi per il SSN nonché i livelli istituzionali sovraordinati, Regioni e Ministeri, e altri Enti di Ricerca si scambiano dati di natura sanitaria. In particolare, le Aziende Sanitarie e altri soggetti erogatori di prestazioni e/o servizi per il SSN

  • raccolgono, gestiscono, elaborano dati a fini di prevenzione, cura, governo clinico, ricerca e gestione, attività tipiche delle aziende sanitarie
  • fanno circolare le informazioni tra i silos organizzativi quando il processo di cure del paziente li attraversa.
  • scambiano queste informazioni, mediante specifici flussi, con Organismi sovraordinati (Regione e Ministero della Salute) o altri Enti/strutture di Ricerca (ad es. Istat, Ministero Economia e Finanza, Università…) a fini prevalenti di Ricerca e Governance, attività peculiari di Regioni, Ministeri e istituzioni di Ricerca

La qualità dei dati presenti nell’ecosistema dei dati sanitari dipenderà quindi dalle caratteristiche dei dati prodotti nei processi primari di prevenzione e cura (“garbage-in/garbage-out”).

Ogni analisi sulla costruzione dell’ecosistema dei dati sanitari (EDS) dovrà quindi considerare le precondizioni necessarie per assicurare che i dati a supporto dei processi di prevenzione e cura soddisfino gli stessi requisiti di qualità previsti per i dati contenuti nell’EDS realizzato dal FSE.

In tale contesto si segnala che il rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e digitale per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati incluso il completamento e la diffusione del FSE – inteso come piattaforma di integrazione di diversi flussi informativi – costituisce una delle specifiche aree di investimento all’interno della Missione salute del PNRR.

Non può esistere alcun interscambio/interoperabilità di dati sociosanitari di qualità elevata senza che le Aziende Sanitarie produttrici (pubbliche o private) siano dotate di un adeguato sistema informativo aziendale, che, per la parte clinica, si sostanzia nella creazione di Repository Clinico. Ciò significa che le Aziende Sanitarie dovrebbe essere incentivate, mediante fondi Pnrr ma non solo, all’adozione di un modello di sistema informativo aziendale, come quello rappresentato nello schema seguente, nel quale l’interoperabilità semantica dei dati nell’area sanitaria del modello è garantita ex ante come elemento di qualificazione e creazione del repository clinico.

Visione architetturale unica

In considerazione a quanto descritto nel punto precedente, la costituzione di uno “spazio dati” sia per uso primario (finalità di prevenzione e cura) sia per uso secondario (ricerca e governance) non può prescindere da una architettura unica ed omogenea a livello nazionale che viene evidenziata nella figura seguente.

Fonte: Linee Guida per l’attuazione del FSE, DM 20.5.2022. GU 160, 11.7.2022

Il modello architetturale del FSE 2.0 prevede sostanzialmente la presenza di cinque componenti tecnologiche:

  • Repository Locale che contiene tutti i dati clinici dei pazienti (documenti e soprattutto dati strutturati)
  • Gateway «FHIR» per l’acquisizione dei dati, la validazione tecnica, sintattica, semantica, di processo, delle regole privacy di dati strutturati nonchè documenti clinici prodotti dai professionisti e dalle aziende sanitarie pubbliche e private
  • Registry Nazionale per l’indicizzazione univoca di dati e documenti prodotti e trasferiti dal repositry locale al repository nazionale
  • Anagrafe Nazionale Assistiti banca dati anagrafica autoritativa della popolazione assistita per il riconoscimento univoco del cittadino che usufruisce di servizi socio-sanitari
  • Repository Nazionale che contiene tutti i dati clinici dei pazienti che usufruiscono di servizi socio-sanitari cui vengono inviati i dati dai repository locali tramite gateway

Il Gateway FHIR sarà il punto di governo dell’intera piattaforma in quanto avrà il compito:

  • di verificare che i dati clinici, prodotti dai sistemi delle strutture sanitarie, rispettino le regole sintattiche e semantiche, di data quality e di privacy previste dall’affinity domain[4]

e, una volta validati,

  • di tradurli nel formato HL7 FHIR (mapping FHIR tramite estrazione dati da formati Cda2 o messaggi Hl7v2/3), qualora questi non siano generati direttamente in questo formato nativo, e inviarli al Data Repository Centrale.(EDS)
  • di acquisire il documento clinico corrispondente per poterlo indicizzare sul Registry nazionale (tramite i servizi INI e ANA), oltre che sul Registry regionale.

Considerando livello di maturità, adozione, copertura dei diversi paradigmi di interoperabilità e disponibilità di strumenti tecnologici di supporto, HL7 FHIR appare essere la soluzione da privilegiare per la standardizzazione dei dati in quanto rappresenta uno standard che consente

  • L’interoperabilità tecnica o tecnologica, ossia i protocolli hardware e software con cui effettuare lo scambio di informazioni
  • L’interoperabilità sintattica, con cui specificare la struttura e il significato delle informazioni, normalmente definita con standard come HL7, DICOM
  • L’interoperabilità semantica, con cui definire il significato “semantico” delle informazioni, normalmente attraverso sistemi di codifica come ICD (International Classification of Deseases), SNOMED (Sistematized NOmenclature in MEDicine), LOINC (Logical Observation Identifiers Names and Codes),  ATC (Sistema Classificazione Farmaci Anatomica, Terapeutica, Chimica) AIC (Classificazione secondo Autorizzazione Immissione al commercio), etc.
  • L’interoperabilità organizzativa, con cui definire gli scenari, i casi d’uso, i processi che sono oggetto di scambio e condivisione tra utenti e aziende sanitarie, come ad esempio espresso dai profili di integrazione di IHE (Integrated the Healthcare Enterprise) e da Affinity Domain

La figura seguente consente di meglio comprendere l’importanza di FHIR in quanto il modello prevede alcune specifiche risorse finalizzate all’interoperabilità tecnica e sintattica e una serie di risorse focalizzate invece alla definizione dell’interoperabilità semantica e di processo.

Qualità dei dati e nuovi servizi

La capacità di condividere, correlare ed usare informazioni provenienti da fonti eterogene dipende dalla possibilità che tali informazioni abbiamo sistemi di riferimento e rappresentazioni comuni.

Così come appare indubbia la necessità che siano rafforzati i sistemi informativi delle aziende erogatrici e l’adozione unitaria a livello nazionale di un unico standard di interoperabilità, appare altrettanto chiaro che, al fine di migliorare ulteriormente la qualità semantica dei dati, l’utilizzo di un portfolio di risorse terminologiche è una pre-condizione imprescindibile per assicurare la adeguata produzione, la pubblicazione, la condivisione dei dati e quindi il loro effettivo utilizzo

Il FSE 2.0 in tal senso prevede l’obbligatorietà dell’utilizzo delle codifiche elencate di seguito.

Appare indubbio che sia l’adozione dello standard FHIR nel complessivo ecosistema di dati sanitari sia l’obbligatorietà dell’utilizzo degli standard terminologici sopra indicati comporta la necessità di una qualificazione delle piattaforme applicative sanitarie disponibili sul mercato.

Considerati gli obiettivi temporali del PNRR (2026) sarebbe auspicabile che per tale data venga prevista una certificazione di aderenza degli applicativi sanitari allo standard FHIR in assenza della quale un determinato software non dovrebbe poter essere utilizzato nelle strutture sanitarie pubbliche e private.[5]

In tale contesto va sollecitato e favorito un confronto con il mondo delle imprese dato che la disponibilità di applicativi nativamente FHIR rappresenta sia un momento di qualificazione dei sistemi informativi delle aziende sanitarie sia un prerequisito per il completamento dell’architettura del FSE 2.0. Anche in questo caso l’adeguato utilizzo dei fondi Pnrr potrebbe favorire percorsi di revisione e re-ingegnerizzazione delle piattaforme sanitarie disponibili.

Anche per questi motivi appare evidente che il processo di attivazione e di reale completamento della architettura del FSE 2.0 non potrà che essere graduale e progressiva: in una prima fase il focus presumibilmente sarà verso un rapido popolamento del nuovo FSE con i dati che oggi sono disponibili e con alcuni limiti che sono conosciuti (con frequenza i dati strutturati presenti oggi nei documenti clinici sono pochi) mentre in una seconda fase, grazie ad una adozione estesa dello standard FHIR nei sistemi informativi delle Aziende Sanitarie erogatrici e grazie ad una nuova generazione di applicativi sanitari, i dati disponibili potranno oggettivamente consentire attività di prevenzione, cura, ricerca e governance che restano le finalità di utilizzo dei dati presenti nell’ecosistema dei dati sanitari nazionale.

La disponibilità di dati di qualità costituisce anche un prerequisto per fornire nuovi “servizi” sia ai cittadini sia ai professionisti che si occupano di loro. Il FSE 2.0 prevede entrambe le tipologie di servizi che vengono sinteticamente elencati di seguito:

Nuovi servizi per i cittadini

  1. Consentire l’acquisizione di dati sulla salute, generati autonomamente dal paziente (PGHD – Patient Generated Health Data)
  2. Prenotazione e pagamento delle prestazioni
  3. Consultazione propri dati
  4. Scelta e revoca del MMG/PLS, variazione Regione o Azienda Sanitaria,
  5. Richiesta e variazione esenzione per patologia e/o reddito, cura e riabilitazione
  6. Ricerca e la selezione della farmacia più vicina che ha disponibili i medicinali necessari, a cui richiederne la dispensazione e richiesta di consegna a domicilio dei farmaci prescritti
  7. L’attivazione dei servizi forniti dai numeri di emergenza nazionali con geolocalizzazione della posizione dell’assistito,
  8. La ricerca e geolocalizzazione degli ospedali e dei pronto soccorso più vicini e meno affollati, con indicazione del relativo grado di affollamento e tempi medi di attesa.
  9. Ottenere informazioni sul proprio percorso di cura in merito a prenotazioni, terapie, trattamenti, referti e follow up
  10. Esprimere la percezione del paziente rispetto al proprio stato di salute e rispetto alla propria esperienza durante la ricezione delle cure, mediante rilevazione, rispettivamente, dei Patient-reported outcome measures (PROMS) e Patient-reported experience measures (PREMS)

Nuovi servizi per i professionisti

    1. consultazione facilitata dei dati dei pazienti e supporrto alla condivisione clinicca degli stessi con altri professionisti
    2. supporto per l’applicazione di appropriatezza prescrittiva
    3. supporto per il monitoraggio dell’aderenza terapeutica
    4. personalizzazione delle cure mediante applicazione di modelli predittivi
    5. analisi e monitoraggio dei cluster di patologia
    6. alimentazione dei registri di sorveglianza
    7. algoritmi di value based healthcare
    8. accesso ai dati e strumenti di analisi della domanda e pianificazione dell’offerta
    9. modelli predittivi per lo studio di patologie
    10. addestramento di modelli AI/ML

Si ritiene che un adeguato popolamento del nuovo FSE 2.0, grazie alla architettura FHIR e l’identificazione e la messa a disposizione di nuovi servizi tenderà a favorire, progressivamente e nel tempo, un maggior utilizzo dello stesso.

Privacy

La tutela dei dati sanitari è un tema che se non affrontato in modo corretto può costituire uno dei possibili fallimenti del nuovo FSE 2.0.

Chi scrive ritiene che la privacy debba essere considerata come momento di qualificazione dei sistemi informativi in sanità e che l’Autorità Garante svolga compiti propri che vanno rispettati e i cui suggerimenti vanno colti, premesso che all’Autorità Garante vanno posti quesiti che siano chiari e abbiano senso compiuto.

In tale contesto si ritiene opportuno segnalare che nella “Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sullo spazio europeo dei dati sanitari[6] si afferma chiaramente che anche i dati più delicati, quelli sanitari, devono circolare e potere essere utilizzati in primo luogo per la cura, ma anche per la ricerca scientifica e per la gestione della sanità pubblica. Emerge “l’assoluta necessità di garantire un accesso tempestivo ai dati sanitari elettronici personali non solo per la preparazione e la risposta alle minacce sanitarie e per finalità di cura ma anche per la ricerca, l’innovazione, la sicurezza dei pazienti, finalità normative, la definizione delle politiche sanitarie, finalità statistiche e la medicina personalizzata”. Se fino ad oggi il focus è stato sulla protezione dei dati sanitari, ora appare necessario definire un nuovo approccio volto a favorire la valorizzazione e la condivisione dei dati sanitari. Si suggerisce quindi al Legislatore e al Garante l’opportunità di guidare questo cambiamento nell’uso dei dati sanitari accogliendo questo nuovo approccio innovativo: razionalizzando la normativa attuale, complessa e frammentaria, ed elaborando nuovi modelli che insieme proteggano la persona e consentano la circolazione e la condivisione dei dati sanitari per consentire ai medici e ai ricercatori di elaborare le soluzioni più efficaci per tutelare la persona, la sua salute e la salute collettiva.

Nel contempo appare necessario perseguire una coerenza tra modello organizzativo-tecnologico del nuovo FSE e modello organizzativo-gestionale della Privacy cercando una semplificazione che favorisca la condivisione dei dati, nel rispetto dei principi di tutela degli stessi.

Appare necessario condividere le finalità di utilizzo dei dati, chiarire il flusso dei dati, semplificare il tema della titolarietà e da ultimo precisare i livelli di Responsabilità dell’infrastruttura complessiva dell’ecosistema dei dati sanitari.

Nella tavola seguente vengono sinteticamente delineati questi temi.

Il tema del flusso dei dati è stato trattato nella prima parte del presente articolo e viene qui ribadito che i dati vengono prodotti a livello locale, un subset degli stessi viene “controllato” dal gateway che, a valle delle verifiche di correttezza sintattica e semantica, li invia nell’Ecosistema di dati nazionale (EDS)

In merito alle finalità è importante segnalare che le finalità di raccolta e gestione dei dati sanitari sono quattro: Prevenzione, Cura, Ricerca e Governance evidenziando come queste finalità possono oggettivamente essere svolte sia a livello Locale sia a livello Regionale e/o Nazionale. finalità ai vari livelli istituzionali del sistema, ma anche il livello di trattamento del dato sanitario associato alla singola finalità.

In merito alla titolarità la stessa deve necessariamente essere gestita sia a livello Locale sia a livello Regionale (per flussi e elaborazione dati a dimensione regionale) sia a livello Nazionale (per flussi e elaborazione dati a dimensione nazionale). Al fine di rendere sostenibile l’architettura complessiva della gestione della Privacy si potrebbe suggerire che il consenso venga acquisito una sola volta, solo dal soggetto erogatore, su delega degli altri Titolari. Ciò viene reso possibile perché le regole di funzionamento del Gateway FHIR, collocato presso tutti i soggetti erogatori, prevedono un controllo del consenso espresso e la possibilità per i vari Titolari di verifiche sul consenso espresso.

Relativamente alla Responsabilità di gestione della infrastruttura prevista dalla architettura del nuovo FSE, si precisa che allo stato dell’arte i soggetti erogatori di norma nominano come Responsabile esterno del trattamento le aziende fornitrici che forniscono le componenti applicative e infrastrutturali del sistema informativo locale processo che potrebbe essere utilmente utilizzato anche per l’infrastruttura FSE 2.0.

L’utilizzo di questo approccio tende da un lato a garantire maggiore coerenza tra modello architetturale e modello organizzativo della privacy ma contemporaneamente consentirebbe di semplificare l’impianto organizzativo di gestione della privacy, favorendo l’adozione e lo sviluppo del FSE 2.0

Conclusioni

I fondi garantiti dal PNRR e la nuova architettura del FSE 2.0 costituiscono una oggettiva opportunità di favorire una trasformazione digitale in sanità che da un lato qualifichi, mediante l’adizione dello standard HL/ FHIR, il livello di maturità dei sistemi informativi delle aziende erogatrici e favorisca l’adeguamento tecnologico delle piattaforme applicative utilizzate e presenti sul mercato sanità e nel contempo consenta di fornire nuovi servizi digitali sia ai cittadini, in una logica di maggior proattività nella gestione del proprio stato di salute e dei propri dati, sia ai professionisti che a titolo diverso intervengono nei processi di prevenzione e presa in carico della salute dei cittadini ma anche a supporto dei processi di population health management, di ricerca clinico-scientifica e di governance basati sulla possibilità di poter disporre adeguati volumi di dati di elevata qualità.

Note

  1. Si parla di “assistito” intendendo cittadini che possono essere: italiani con carta Team (Tessera Europea Assicurazione Malattia), Europei con carta Team, ENI (Europei Non Iscritti alla Team ), Soggetti assicurati da Istituzione Estere, Extra comunitari con codice STP (Straniero Temporaneamente Presente)
  2. Linee Guida per l’attuazione del FSE, DM 20.5.2022. GU 160, 11.7.2022
  3. Si segnala in merito al flusso dati verso il FSE 2.0 che l’ Art 21 del D.L. 27.1.2022 n°4 convertito dalla L. 28.3.2022 n°25 (GU 28.3.2022n°73) al comma 1 prevede che “ogni prestazione sanitaria erogata da operatori pubblici, privati accreditati e privati autorizzati e’ inserita, entro cinque giorni dalla prestazione medesima, nel FSE” , secondo gli standard previsti.
  4. Affinity Domain è un insieme di regole per garantire interoperabilità dei dati tra aziende sanitarie che definiscono come tutti gli attori di un dominio XDS devono popolare e scambiarsi messaggi. Da febbraio 2022 sono state pubblicate sul sito di Agid le regole tecniche per l’interoperabilità tra sistemi regionali e nuovo FSE https://www.fascicolosanitario.gov.it/it/node/296Le specifiche sono frutto del lavoro congiunto dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) in accordo con il Dipartimento per la Trasformazione digitale (DTD) e Sogei e  sono redatte in coerenza con il Decreto-Legge del 19 maggio 2020, n. 34 e la successiva normativa in merito al Fascicolo Sanitario Elettronico.  
  5. Il tema della certificazione di aderenza degli applicativi sanitari è contenuto nelle raccomdazioni di cui al Documento del Gruppo di Lavoro per la “Riforma del Sistema Informativo Sanitario e Sanità Digitale” del Consiglio Superiore Sanità, Marzo 2022. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3223_allegato.pdf
  6. Atto dell’Unione europea n. COM(2022) Disponibile all’indirizzo: https://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/docnonleg/44799.htm#

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Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
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Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
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