Dal 6 agosto entrano in vigore tanti obblighi di green pass in Italia, da settembre ne dovrebbero entrare altri, ma i problemi a ottenere questo certificato restano numerosi, tra ritardi e intoppi. Alcuni risolvibili, altri no.
Ottenere il Green Pass in autonomia
Quanti problemi con l’obbligo di green pass: privacy e non solo
Per cominciare, sappiamo che si può scaricare il proprio Green Pass da soli in quattro modalità:
- Attraverso l’app Immuni
- Mediante l’app IO (che richiede SPID)
- Tramite la piattaforma nazionale dgc.gov.it
- Accedendo al proprio Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE)
Le prime tre richiedono un’identità digitale (SPID), la tessera sanitaria o gli estremi del documento fornito all’atto del tampone o della certificazione di guarigione e un codice:
- AUTHCODE, ricevuto per email o SMS dalla piattaforma nazionale in caso di certificato di avvenuta vaccinazione
- CUN, in caso di tampone molecolare
- NRFE, in caso di tampone antigenico
- NUCG, in caso di guarigione dal COVID-19
Più semplice è l’accesso al proprio certificato vaccinale attraverso il FSE. In questo caso, una volta inserite le proprie credenziali, si trova il certificato in un’apposita sezione o nell’elenco di tutti i documenti.
L’accesso al FSE richiede, solitamente, delle credenziali “forti” tipo SPID o CIE.
Fascicolo Sanitario Elettronico: certificato ma non Green Pass
E qui c’è il primo problema. Nel Fascicolo, infatti, è presente a volte, come abbiamo visto nel caso della regione Lazio, un certificato vaccinale ma non il green pass. Questo riporta un QR code, i dati del paziente e le informazioni sulle dosi. Questo certificato non vale come green pass; provando a leggere il QR Code con l’app di verifica questa non riconosce la validità del documento!
Ottenere il Green Pass chiedendo a terzi
Chi non ha dimestichezza con internet, app e codici vari può richiedere la stampa o l’invio via email del proprio green pass al proprio medico di famiglia, a una farmacia o al distretto della propria ASL.
Altro problema. Non tutti i medici e i farmacisti sono però disponibili. Bisogna sapere che, questo servizio, non è remunerato. Alcuni farmacisti lamentano di essere diventati delle “copisterie” dovendo stampare centinaia di documenti al giorno, operazione che comporta dei costi e l’impiego di personale che viene così distolto dalla vendita dei farmaci e dei presidi sanitari.
E chi non ha il codice per il green pass?
Chi non ha o non ha ricevuto il codice può rivolgersi, con la propria tessera sanitaria, al proprio medico di famiglia, a una farmacia o al distretto della propria ASL e chiedere il green pass. In teoria è dunque tutto semplice e previsto ma, nella realtà, non sempre tutto fila liscio.
Perché non arriva il codice?
Il codice non arriva per due possibili ragioni:
- C’è stato un problema nella trasmissione del codice, ad esempio per un errore nell’inserimento dell’indirizzo email;
- Non sono stati caricati nella piattaforma nazionale i dati per generare il green pass. Questo può avvenire per diverse ragioni: l’operatore non ha inserito i dati; manca un dato obbligatorio; un dato non è corretto; il caso non è tra quelli contemplati.
A chi chiedere aiuto se il pass non arriva
Il primo problema – codice che non arriva, ma pass presente a sistema – si risolve con accesso Spid o rivolgendosi a farmacista e medico (i quali però come detto potrebbero non essere capaci o interessati a risolvere). Il secondo motivo è il più complesso da gestire e fonte di grande frustrazione per il malcapitato paziente.
Il call center nazionale, che risponde al numero 1500, spesso non … risponde! Le linee e gli operatori disponibili non sono sufficienti per far fronte all’elevato numero di chiamate, oltre 100.000 al giorno, che si stanno registrando in questi giorni, trend oltretutto in aumento (il dato si riferisce al periodo pre-decreto che ha stabilito l’obbligo del green pass per l’accesso a diversi servizi).
Di nuovo, come per i casi precedenti, l’alternativa è di rivolgersi con la propria tessera sanitaria al proprio medico di famiglia, a una farmacia o al distretto della propria ASL o ancora al centro vaccinale.
Se però il green pass non è presente nella piattaforma nazionale, occorre re-inserire i dati in modo da procedere ad un nuovo invio per generare finalmente il documento. Questa operazione non è però semplice e, bisogna considerare, che non è stata svolta alcuna formazione per svolgerla.
Molti medici, farmacisti e impiegati ASL non la conoscono e talvolta danno quindi informazioni errate, lasciando il paziente con il problema.
Il suggerimento, in questo caso, è di insistere e, magari, provare con diversi professionisti o uffici.
I ritardi nel vaccino e ricevere il pass
Poi ci sono i casi in cui i dati sono corretti ma il pass non arriva ancora. È banalmente in ritardo: risultano casi di attese di alcune settimane, persino, per la gestione pratica da parte delle Regioni o di chi ha fatto vaccino o tampone. E i tempi per pass a scadenza brevissima – dai tamponi – non sono ancora garantiti.
Si consiglia, se si può scegliere, di rivolgersi a strutture (per vaccino, tamponi) ben organizzate, che non facciano collo di bottiglia nell’invio dei dati.
Poi bisogna anche considerare che per le fasce più giovani, in alcune regioni – in particolare 12-16enni – le vaccinazioni sono iniziate da pochissimo e in altre devono persino ancora partire; anche volendo fare tutto nel minore tempo possibile quindi queste fasce non possono avere il pass dal 6 agosto con il vaccino.
Quanto è complicato verificare il green pass
Molti esercizi e operatori commerciali lamentano il problema di dover svolgere, dal sei agosto, il controllo del green pass, operazione che a loro dire richiede tempo e personale.
L’app di verifica, denominata VerificaC19, funziona in verità molto bene. La scansione del codice è veloce: basta inquadrare il QR Code, anche senza essere molto precisi, per ottenere subito la risposta.
Certamente però la precisione dipende dalla qualità della fotocamera dello smartphone ma, da alcune prove fatte, a meno di non avere dispositivi molto economici o datati, la lettura è sempre veloce e accurata.
Se la lettura richiede meno di un secondo, più lunghi sono i tempi per esibire il green pass e il documento di riconoscimento. Chi lo ha sul proprio telefono potrebbe impiegare tempo per cercarlo e mostrarlo; idem chi la versione cartacea. C’è poi il problema della luminosità dello schermo e degli eventuali riflessi che possono pregiudicare l’efficacia della lettura o, nel caso di quelli cartacei, la qualità della stampa.
In verità, parlando in confidenza con alcuni ristoratori, la loro preoccupazione è più di come gestire il rapporto con la loro clientela.