Digital Green Certificate

Green pass: cos’è, come farlo, a cosa serve e obblighi

L’Unione europea ha trovato l’accordo per creare un certificato digitale, il green pass (o passaporto vaccinale) per facilitare la libera circolazione sicura dei cittadini nell’UE durante la pandemia Covid-19. Vediamo com’è il certificato, come funziona e cosa ci puoi fare. L’Italia lo rende di fatto obbligatorio da agosto

Pubblicato il 26 Mar 2022

Alessandro Longo

Direttore agendadigitale.eu

Massimo Mangia

SaluteDigitale.blog

Il Green Pass necessario in Italia per moltissime attività, ma con le attuali norme cesserà di esistere dal primo maggio; ma già dal primo aprile non è più obbligatorio per alcune attività che prima prevedevano obbligo (alberghi, sport di squadra, ristorazione all’aperto).

Il Certificato Verde Digitale, prima chiamato “passaporto vaccinale“, dal 6 agosto 2021 è sostanzialmente obbligatorio anche in Italia per molte attività: inoltre, dal primo settembre 2021 il Green pass è necessario anche per accedere a trasporti, università e istituti scolastici e dal 15 ottobre 2021 per entrare in qualsiasi posto di lavoro

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Il green pass doveva esserci fino al 31 dicembre 2021, ma il termine è stato già prorogato fino alla fine dello stato di emergenza, ora al 31 marzo 2022 e poi al 30 aprile (con decreto di marzo).

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All’inizio il pass aveva validità sei mesi, ma a inizio settembre la Camera ha dato il via libera alla proroga della validità fino a dodici mesi per i vaccinati, poi scesi a nove mesi (fino al 31 gennaio 2022) e adesso con decreto festività la durata è scesa a sei mesi da febbraio.

A conferma del clima di tensione e di evoluzione normativa, da ottobre 2021 in poi si sono registrati disagi e proteste da parte di manifestanti contrari all’impiego del documento, in particolare con presidi a Trieste e Genova in ambito portuale, che hanno portato a blocchi e disagi per il traffico e i viaggiatori. Sono state organizzate manifestazioni anche nelle piazze delle principali città.

Indice degli argomenti

Il passaporto vaccinale o green pass in pillole

Il green pass è un documento cartaceo o elettronico (“certificato”), disponibile anche su app, che attesta che una persona ha uno di questi tre requisiti:

  • Sia stata vaccinata per il Covid-19 (basterà aspettare 15 giorni dopo la prima dose, per usi in Italia; altrimenti, per entrare in Italia 15 giorni dopo il completamento del ciclo) da non più di sei mesi.
  • Abbia effettuato un test, risultato negativo, al Covid-19 entro 48 ore (72 ore con il molecolare).
  • Sia guarito dal Covid-19 da massimo sei mesi.

Il premier Mario Draghi ha firmato il 16 giugno il decreto green pass. Dal primo luglio il pass è riconosciuto in tutta Europa.

Il certificato “passaporto vaccinale” è un’attestazione utile per (tra l’altro, vedi oltre tutti gli usi):

  • spostarsi tra regioni di cui almeno una è arancione o rossa;
  • per l’ingresso in Italia dai 27 Paesi ue, più Liechtenstein, Svizzera, Norvegia, Islanda, Usa, Canada, Israele e Giappone senza bisogno di quarantena (più tampone).
  • accesso a eventi pubblici e privati, come matrimoni ed eventi sportivi, ristoranti, luoghi di lavoro, negozi non essenziali e altre attività a rischio contagio indicate in decreti (vedi oltre).

Cos’è il green pass e quando arriva

Il green pass, anche noto come passaporto vaccinale, è un certificato (documento) cartaceo o digitale che attestando il rispetto di uno di quei tre requisiti (vaccino, guarigione, tampone negativo) ci consente una maggiore libertà di spostamento e accesso a locali, eventi pubblici e privati.

Tecnicamente, ci sono due Green Pass. Quello nazionale, italiano (e analoghi in altri Paesi) e quello europeo.

Quello europeo è lo standard dal primo luglio. Quello italiano è disponibile in formato digitale dal 17 giugno, ma non a tutti gli aventi diritto già da questo giorno. Ci sarà una disponibilità progressiva del certificato, a loro.

Da luglio il “passaporto vaccinale” italiano e quello europeo coincidono, anche se restano differenze: per avere un green pass con validità europea servirà completare il ciclo vaccinale, mentre quello valido in Italia lo si potrà ottenere anche a 15 giorni dalla prima dose.

Anche per rientrare in Italia serve completare il ciclo.

Quando arriva il green pass

Una volta maturato il diritto al green pass, questo arriva in pochi giorni (24-72 ore) in caso di vaccino o guarigione. Pochi minuti in caso di tampone.

Il Green pass europeo, com’è e quando è in vigore

Il Green Pass o Certificato Verde Digitale (Green Digital Certificate) europeo è entrato in vigore con un regolamento dal primo luglio. L’accordo trovato tra le istituzioni UE è di fine maggio. Il certificato si basa su un codice QR che contiene una firma digitale per proteggerlo dalla falsificazione.

Stato di emergenza al 31 marzo 2022

La vita del green pass al momento è legata a doppio filo con la durata dello stato di emergenza, prorogato al 31 marzo 2022 dal precedente termine di dicembre 2021.

A che serve il green pass europeo

Con il green pass europeo ci spostiamo in libertà tra i Paesi europei e dell’area Schengen.

Con la sua entrata in vigore infatti i Paesi Ue non potranno più imporre ulteriori restrizioni – oltre appunto il possesso del pass – per chi viaggia nella UE. Niente più quindi quarantena o tamponi, “a meno che tali misure non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica”; queste misure vanno comunque notificate con 48 ore di anticipo alla UE.

Quanto costa il passaporto vaccinale europeo

La commissione aveva proposto che doveva gratuito, ma gli Stati si sono opposti. Il punto è che per rendere gratuito il pass bisogna rendere tale anche il tampone (mentre i certificati di guarigione e vaccino sono ovviamente gratuiti) e questo secondo gli Stati UE minacciava la loro libera determinazione in fatto di Sanità. La UE stanzierà però 100 milioni a sostegno dei tamponi in certi casi, come i lavoratori transfrontalieri e di servizi essenziali, per alleviarne i problemi (in attesa della loro vaccinazione).

Sarà redatto nella lingua nazionale del paziente e in inglese, valido in tutti i paesi dell’Unione Europea, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. L’Europa ha fatto sapere che arriverà dal 10 maggio in sperimentazione in dieci Stati tra cui l’Italia e sarà attivo tecnicamente da metà giugno, con obiettivo di implementazione nazionale entro giugno. Un regolamento ue ad hoc stabilirà le regole del green pass.

A che serve il green pass italiano in breve

In contemporanea, l’Italia ha istituito un proprio green pass nazionale, con un decreto di aprile, e lo stesso hanno fatto alcune Regioni. Il pass era solo cartaceo, in partenza, mentre adesso è disponibile anche in digitale. In teoria il green pass italiano è già in vigore da fine aprile, ma solo a metà giugno c’è stato il debutto ufficiale in Italia.

Con il green pass italiano possiamo superare alcune restrizioni presenti sul territorio nazionale (come accesso a eventi, ristoranti, musei, luoghi di lavoro).

Il green pass italiano ha validità anche europea, con una sola eccezione: chi ha fatto una sola dose di vaccino non completando il ciclo ha un certificato valido solo in Italia.

Passaporto vaccinale, così l’Europa vuole tornare aperta

Come avere il Passaporto Vaccinale, anche su App Immuni, IO

I green pass vecchio tipo sono forniti dalle strutture sanitarie che possono accertare quelle tre condizioni che servono per avere il pass.

Con il debutto ufficiale cambiano alcune cose e il pass diventa digitale.

Green pass su IO, Immuni e sito ad hoc (piattaforma nazionale-DGC)

Il governo ha stabilito che il green pass arriva su app IO e Immuni (una volta soddisfatti i requisiti) ed è scaricabile da un sito di Sogei piattaforma nazionale-DGC (Digital Green Certificate).

Oppure dal fascicolo sanitario elettronico. In merito a IO però il Garante Privacy aveva posto un veto (vedi box sotto per approfondire) che però si è risolto il 17 giugno.

Una volta maturate le condizioni, sarà generato il certificato e il sistema notificherà il cittadino sul cellulare, con una password temporanea (un codice univoco o numero identificativo della certificazione, authcode), da usare per scaricare il certificato o visualizzarlo su app. Nello stesso modo saranno visualizzabili i certificati per i figli minorenni.

E’ possibile anche scaricare il tutto dal Fascicolo sanitario elettronico.

Le specifiche del green pass europeo prevedono del resto che sarà ottenibile via app – di cui la UE ha fornito già le specifiche tecniche da seguire, così come il QR Code – , via mail o in forma cartacea.

Il sito per il passaporto vaccinale, come scaricarlo da qui

Il sito dove è possibile scaricare il green pass, con codice tessera sanitaria e one time password che ci arriva via cellulare è la piattaforma nazionale-DGC (Digital Green Certificate) all’indirizzo www.dgc.gov.it.

Ci sono due opzioni sul sito:

  1. Con o senza tessera sanitaria
  2. via spid/cie
  • Nel primo caso si chiede all’utente di inserire il codice tessera sanitaria e il numero identificativo della certificazione (di guarigione, tampone molecolare, tampone antigenico o vaccino), che arriverà via sms o mail quando pronta.
  • Chi non ha tessera può ottenere il green pass per guarigione o tampone e si chiede di fornire i dati del documento fornito in quelle due occasioni, oltre sempre all’identificativo.
  • Con spid/cie ci troviamo direttamente la certificazione disponibile e scaricabile, dopo l’accesso. Se non abbiamo ricevuto l’sms/mail con il codice (che in questo caso non va inserito) è possibile però che il green pass non sia ancora disponibile anche se ne avremmo diritto.

Il passaporto vaccinale su Immuni

Bisogna aggiornare l’app o scaricarla e andare all’apposita sezione “EU digital COVID certificate” visibile nella schermata iniziale della APP.

Qui inserire dati tessera sanitaria e codice identificativo del certificato ricevuto via sms o mail.

Green pass su IO

Su IO è tutto facile: arriverà una notifica quando il pass è pronto e ci basterà fare accesso all’app per vederlo e scaricarlo nella galleria fotografica.

Come avere il certificato verde senza internet o cellulare: farmacie e medico di base

Prevista anche la possibilità di ottenerlo tramite farmacia e medico di base, per chi ha dimestichezza con i canali digitali. Farmacista e medico stamperanno il green pass per noi, facendo accesso al sistema Tessera Sanitaria.

Quando arriva il green pass dopo vaccino, guarigione, tampone

I tempi sono variabili per l’arrivo del green pass, dopo averne maturate le condizioni di diritto. In media circa 72 ore per i vaccini, pochi minuti per un tampone.

Se non arriva il codice unico per il green pass

Se non abbiamo ricevuto il codice univoco per il green pass, via mail o sms, forse questo non è ancora disponibile (anche se ne abbiamo diritto).

Oppure il sistema non ha i nostri dati di contatto (che erano facoltativi nei moduli da compilare per i vaccini). In questo caso, si può ottenere il codice in una farmacia, che lo ricaverà con un collegamento al sistema Tessera Sanitaria.

Quanto costa il green pass in Italia

Di per sé il pass è gratis. I certificati vaccinali e di guarigione dal covid sono pure gratuiti. Il tampone ha prezzo variabile da 20-30 euro (rapidi) a 100 euro (molecolare).

Tamponi a prezzi calmierati

Previsti prezzi calmierati da decreto del 16 settembre per i tamponi, 8 euro per minori, 12 per adulti.

Prenotazione vaccino anti covid, come fare Regione per Regione

Quanto dura il green pass

  • Adesso il green pass scatta dopo i 15 giorni dalla dose e la durata è di sei in caso di vaccino (con decreto di dicembre; prima è stato di nove e poi dodici mesi).
  • La validità è ridotta a 48 ore per green pass ottenuto con tampone rapido; a 72 ore per quello molecolare.
  • A sei mesi per green pass dei guariti (dopo contagio).

Durata illimitata green pass con booster, terze dosi o guariti dopo due dosi

Un decreto approvato il 2 febbraio stabilisce green pass illimitato per chi ha fatto tutte le dosi previste col booster o ha completato il primo ciclo (senza booster) e poi è guarito dal covid.

La durata diventa quindi indefinita per chi:

  • Ha fatto due dosi o la dose unica Johnson e poi il booster
  • Ha fatto due dosi o la dose unica Johnson e poi si è contagiato ed è guarito.

Possibile revoca del green pass per i positivi

Le regole contemplano la revoca del green pass in caso di contagio accertato dal virus, che sarà registrato sul database sanitario.

La revoca è diventata effettiva solo a fine dicembre 2021 con un decreto ministeriale.

Il servizio di assistenza per il green pass

Chi ha problemi a ottenere il pass, pur avendone i requisiti, può usare il servizio assistenza pubblico:

A che serve e cosa puoi fare con il Green Pass

Il certificato europeo nasce per facilitare la libera circolazione all’interno dell’UE, diritto fondamentale di tutti i cittadini europei e non costituirà una condizione preliminare per esercitare questo diritto. Il documento ha lo scopo di certificare il proprio stato immunologico (vaccinazione o guarigione) e i risultati dei test, che sono spesso richiesti dalle restrizioni di salute pubblica che possono essere in vigore in alcuni stati.

Viaggi in Europa

Il certificato è un’opportunità per gli stati membri di adeguare le restrizioni esistenti per motivi di salute pubblica. La Commissione Europa auspica che sia adoperato per facilitare i viaggi e gli spostamenti delle persone all’interno della UE.

Chi ha il green pass eviterà quindi di fare la quarantena all’arrivo in un altro Paese.

Utilizzi in Italia

  • Il green pass italiano ha validità europea per i viaggi. E serve in Italia a:
  • entrare nelle RSA e ospedali come accompagnatori;
  • partecipare a eventi pubblici, privati, matrimoni
  • Assistere a competizioni sportive, spettacoli
  • Stare seduti e anche al bancone all’interno di bar, ristoranti
  • Frequentare palestre
  • Entrare in musei e luoghi di cultura, teatri, cinema
  • Entrare in posti di lavoro pubblici e privati, come dipendenti o partite Iva.
  • Usare mezzi pubblici inter-regionali
  • (da dicembre) Usare mezzi di trasporto regionali e locali.
  • (da dicembre) Soggiornare in alberghi e strutture ricettive
  • (da dicembre) accesso a funivie, cabinovie e seggiovie qualora utilizzate con chiusura delle cupole paravento
  • (dal 15 febbraio) Servizi alla persona (come parrucchieri),
  • (dal 15 febbraio) banche, poste, uffici pubblici,
  • (dal 15 febbraio) attività commerciali eccetto quelle essenziali (supermercati, alimentari…)

(nota che per alcune di queste cose serve il super green pass: vedere sotto).

Green pass obbligatorio a causa della variante Omicron

E’ in corso una discussione in Italia e in Europa sull’estensione dell’obbligo green pass alla luce dell’aumento contagi per la variante Omicron, seguita alla Delta.

Di seguito la sequenza cronologica degli obblighi successivi.

Nuovi obblighi green pass in Italia con decreto dal 6 agosto

Si discute di nuovi obblighi anche in Italia che sono confermati in un decreto del 22 luglio.

In Italia si sono detti favorevoli a obbligo green pass più esteso da subito le Regioni Campania, Liguria, Lombardia e poi anche le altre. Sono contro Fratelli d’Italia.

Dal 6 agosto (non dal 5 come si pensava) serve il green pass per:

  • palestre
  • teatri, musei, cinema, mostre
  • fiere, convegni, fiere
  • parchi tematici, parchi divertimento
  • sale gioco, sale scommesse, sale bingo
  • concorsi pubblici
  • ristoranti e bar al chiuso

A questo si aggiungono luoghi e attività già previsti da decreto 52/2021:

  • spostamenti in entrata o uscita dai territori ricadenti in zona arancione o rossa
  • visite a familiari affetti da covid in ospedali, pronto soccorso;
  • Uscite temporanee alle persone ospitate presso strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, strutture residenziali socioassistenziali e altre strutture elencate nel decreto
  • per consentire accesso a particolari eventi e spettacoli dal vivo secondo le prescrizioni di cui alle linee guida (ma su questo mancano linee guida e quindi norma non effettiva);
  • per consentire la partecipazione a feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose (matrimoni ecc), anche al chiuso, anche organizzate mediante servizi di catering e banqueting;
  • per consentire di derogare ai divieti di spostamento da e per l’estero o a obblighi di sottoporsi a misure sanitarie in dipendenza di tali spostamenti (quarantena). Insomma per viaggiare con più libertà in Europa e area Schengen/rientrare in Italia.

Basterà però una sola dose.

Sanzioni per assenza green pass

Le sanzioni vanno da 400 a mille euro per utenti ed esercenti (che non controllano).

Obblighi da settembre per la scuola

  • Il decreto 5 agosto conferma obblighi passaporto vaccinale a tutto il personale scolastico (insegnanti ecc), universitario e studenti universitari. No studenti minorenni. Il personale senza pass è sospeso e perde lo stipendio dopo cinque giorni di assenza derivante.
  • Obbligo green pass anche per bus, treni, aerei, navi e traghetti purché a lunga percorrenza (attraversano due regioni); eccetto traghetti sullo stretto di Messina.
  • Un decreto successivo a settembre stabilisce obbligo anche per personale esterno scolastico, rsa, mense. A settembre, l’uso del Green Pass nelle scuole è stato esteso a chiunque acceda alla struttura, quindi anche i genitori che vanno a prendere i figli.

Green pass obbligatorio per tutti i lavoratori

Dal 15 ottobre, per decreto 16 settembre, tutti i lavoratori pubblici e privati dovranno avere green pass. Scatta la sospensione subito per il lavoratore privato senza il passaporto vaccinale. Per il lavoratore pubblico, dopo cinque giorni.

Durante la sospensione non si riceve stipendio né contributi ma non si potranno subire licenziamenti o altre azioni disciplinari.

Altri obblighi green pass da dicembre: treni, alberghi, bus

Da dicembre serve il green pass anche per usare mezzi di trasporto regionali, locali e per soggiornare in alberghi e per accesso a impianti sciistici chiusi.

No green pass per taxi fino a nove posti. Abolito il green pass negli hotel dal primo aprile.

Obblighi dal 15 febbraio

Un decreto di gennaio estende obbligo dal 15 febbraio a

  •  Servizi alla persona (come parrucchieri)
  • Banche, poste, uffici pubblici, attività commerciali eccetto quelle essenziali (supermercati, alimentari…)

Il super green pass

Fino al 30 aprile (termine prorogato da un decreto di marzo rispetto al precedente 31 marzo, che pure era una proroga) sarà necessario il green pass da vaccinati o guariti, ossia il super green pass – non basta più il tampone – per accedere

  • a cinema,
  • teatri, musei, mostre
  • palestre, piscine, centri benessere, sport di squadra
  • parchi tematici, centri culturali, sociali e ricreativi
  • sale gioco, sale bingo, centri scommesse
  • spettacoli al chiuso,
  • eventi, discoteche o feste pubbliche al chiuso (qui oltre a super green pass serve tampone a chi non ha la dose booster)
  • Rsa, strutture residenziali, socio-assistenziali, sociosanitarie (qui oltre a super green pass serve tampone a chi non ha la dose booster); qui il termine è fino al 31 dicembre 2022.
  • impianti sciistici chiusi.
  • congressi, convegni

Fino al 31 marzo obbligo green pass rafforzato per

  • trasporto pubblico anche locale,
  • impianti sciistici di risalita,
  • feste dopo cerimonie pubbliche e private
  • sagre e fiere
  • ristorazione all’aperto,
  • Sport, centri benessere e piscine all’aperto
  • eventi all’aperto
  • Alberghi

Dal 15 febbraio serve super green pass per lavorare a chi ha compiuto 50 anni.

Dal primo aprile stop a super green pass in molte attività

Dal primo aprile trasporti e attività ricreative, ristoranti richiedono il semplice green pass base. Idem eventi all’aperto.

Per quali attività non serve più il green pass dal primo aprile

Grazie al decreto covid-19 di marzo, non è più richiesto il green pass per entrare in alberghi, per ristorazione all’aperto, fare attività sportive anche di squadra all’aperto (le attività sportive individuali non hanno mai richiesto il green pass)

Decreto attività essenziali: dove andare senza green pass

Alla luce del decreto attività essenziali approvato il 21 gennaio, si può andare senza green pass solo in questi negozi:

  • Negozi di alimenti e bevande (supermercati, ipermercati, discount, negozietti…)
  • Negozi al dettaglio di surgelati
  • Negozi al dettaglio per animali
  • Stazioni di servizio per vendita carburante
  • Farmacie, parafarmacie, commercio specializzato di medicinali
  • negozi al dettaglio di articoli igienico-sanitari
  • Commercio di articoli medicali, ortopedici
  • Commercio combustibile al dettaglio per uso domestico e riscaldamento
  • Edicole e chioschi all’aperto
  • distributori automatici
  • uffici di polizia, giudiziari

Dove serve il green pass normale

Per i negozi e simili, serve quindi il pass normale – non necessario il super green pass – per

  • Librerie-edicole al chiuso
  • Tabaccai
  • negozi di giocattoli
  • poste, banche
  • ferramenta
  • cartolerie
  • negozi di giocattoli
  • negozi di vestiti
  • Abbigliamento

Ingresso in Italia: le regole con green pass, tamponi, quarantene

Allo stato ci sono regole differenziate per l’ingresso (o ritorno) in Italia a seconda se il Paese è europeo o no; a seconda se si è vaccinati o no.

Niente più tampone e quarantene per tornare da Europa all’Italia da fine febbraio

Un’ordinanza del ministero Salute del 23 febbraio consente ai cittadini europei possessori di green pass di entrare o tornare in Italia senza tampone né quarantena (di cinque giorni).

Invece una precedente ordinanza di dicembre 2021 fissava la necessità per gli arrivi dall’UE in Italia, di un test negativo a chi è vaccinato. Invece i non vaccinati oltre al tampone negativo dovranno fare quarantena di 5 giorni.

Ingressi da Paesi extra UE

Un’ordinanza del ministro della Salute Speranza del 24 febbraio stabilisce che chi entra in Italia da Paesi extra UE dovrà fare solo un tampone con test negativo se ha un certificato vaccinale (green pass o equivalente anche cartaceo per cittadini non europei).

Altrimenti per i non vaccinati mini-quarantena, di cinque giorni invece di dieci.

Obblighi in Europa

  • In Francia da agosto è obbligatorio per ristoranti, treni, bar, cinema aerei, concerti.
  • In Austria obbligatorio green pass per accedere a ristoranti, hotel e locali notturni
  • In Portogallo obbligatorio per i ristoranti al chiuso con più di sessanta persone.
  • In Irlanda c’è un piano per renderlo obbligatorio per stare all’interno di pub, caffè e ristoranti.
  • In Grecia obbligo per interno di bar, ristoranti, cinema, teatri e altri luoghi cultura

Da quando green pass obbligatorio in Italia e fino a quando

Riassumendo, la data è il 6 agosto per il primo obbligo green pass, per accesso a eventi, ristoranti e bar al chiuso, palestre eccetera (vedi sopra).

Da settembre c’è una stretta maggiore estendendo l’obbligo anche a personale scolastico, universitario; studenti universitari, mezzi pubblici a lunga percorrenza.

Il green pass è stato anche oltre lo stato di emergenza, che finisce il 31 marzo, fino al 30 aprile (31 dicembre per accesso rsa e ospedali).

Quarantena più breve o niente quarantena a chi ha green pass?

Col decreto 5 agosto, scende a 7 giorni (più tampone finale) la quarantena per i contatti a rischio stretti (di persone contagiate), rispetto ai normali dieci; e chi ha il booster ed è privo di sintomi non è tenuto ad alcuna quarantena.

Si discute anche della possibilità (come nel Regno Unito e Usa) di annullare la quarantena a chi ha il green pass ed è contatto stretto di positivi al covid.

Nulla cambia ovviamente invece se si è positivi al covid: quarantena allo stesso modo con o senza pass.

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Ma la legge delega anche le Regioni a regolare queste finalità.

Il green pass non arriva: ecco perché

Anche se abbiamo diritto al pass, potremmo non poterlo ottenere subito e in certi casi mai se non ci attiviamo per risolvere.

Le Regioni stanno infatti progressivamente comunicando i dati degli aventi diritto alla piattaforma centrale statale. Il certificato sarà pronto solo dopo che ci arriverà via sms e mail il codice univoco. Se non abbiamo questo codice, possiamo recuperarlo in farmacia.

Secondo un comunicato del ministro solo il 69 per cento dei certificati regionali diventa certificato green pass. Lo scarto è appunto dovuto a ritardi ed errori.

Come recuperare l’authcode per il green pass

Per rimediare almeno in parte, dal 30 luglio è anche possibile generare da soli il codice authcode tramite la pagina istituzionale Ottieni il codice AUTHCODE – Certificazione verde COVID-19 (dgc.gov.it).

I ritardi del green pass: tutti i motivi

Perdurano comunque i ritardi per i pass, soprattutto quelli associati a tamponi rapidi e certificati di guarigione in alcune regioni. Si consiglia, per provare ad accelerare, oltre all’autogenerazione del codice (vedi sopra) a fare un accesso Spid o Cie (su piattaforma web o app IO). Insomma, non aspettiamo l’arrivo il codice univoco.

In certi casi però è proprio il pass e non il codice a essere in ritardo. Di solito basta aspettare qualche giorno per l’arrivo del pass. Ritardi ci sono in particolare per chi si è vaccinato in una

Come risolvere se non arriva il green pass

Ci sono però anche casi in cui il pass non arriva non per ritardi ma per un problema che ha bloccato la procedura: per dati mancanti o errati nella nostra pratica.

Per risolvere si consiglia di chiamare il numero 1500 (spesso però occupato), dedicato a questi problemi; rivolgersi a medico, farmacista o centro vaccinale/tampone chiedendo di correggere la nostra pratica (di solito si tratta di controllare dati errati, mancanti, che bloccano il processo).

Basta il certificato tradizionale cartaceo

In ogni caso, fino al 5 dicembre (data prorogata a più riprese) se chi ne ha diritto non ha ancora avuto il green pass può ovviare, in Italia, mostrando il certificato relativo (vaccino, tampone, guarigione).

Il green pass serve anche a bambini, minori?

Al momento sono esentati i minori di 12anni.

Come ottenere il green pass per i minorenni

Per i minorenni possiamo ottenere il green pass tramite la loro tessera sanitaria, nelle stesse modalità previste per il nostro green pass: usando un sito ad hoc, rivolgendosi al medico di famiglia o al farmacista. Più complesso su app IO, perché dovremmo “loggarci” sull’app con i dati della CIE dei bambini (ma pochi di loro ce l’hanno).

Come si usa in pratica il passaporto vaccinale

L’utilizzo del passaporto vaccinale sarà semplice.

  • Basterà mostrarlo agli addetti alla verifica, nel formato che abbiamo: su carta o scaricato su cellulare (ad esempio nella galleria immagini, dove conviene salvarlo).
  • Dovremo anche mostrare un documento di identità.
  • L’addetto farà la scansione del codice QRCode presente sul certificato per appurarne la validità.

App VerificaC19

L’app che i verificatori dovranno usare è l’app VerificaC19. La sola app autorizzata dal Garante privacy perché la sola che minimizza il trattamento dei dati dell’utente e ne rispetta la riservatezza.

Vaccinati o guariti all’estero e green pass

Un altro nodo riguarda gli italiani che si sono vaccinati o guariti all’estero. Se in Europa (più Liechtenstein, Svizzera, Norvegia, Islanda), il pass è interoperabile e valido in tutta Europa. L’Italia accetta con le stesse modalità anche i vaccinati e guariti (con certificazione cartacea o digitale) da Usa, Canada, Israele e Giappone.

Se il vaccino è avvenuto altrove, invece, secondo il decreto 17 giugno le certificazioni relative dovrebbero essere validate dalle rappresentanze diplomatiche italiane o dall’Usmaf, la sanità marittima e aerea di frontiera.

Una circolare del ministero della Salute ad agosto consente di ottenere il green pass mostrando, in inglese, all’asl di competenza il certificato di guarigione o vaccino.

Informiamoci online sul sito della asl di competenza su orari in cui dobbiamo presentarci e modalità.

Analogo problema se si è ricevuta la prima dose all’estero e si vuole fare la seconda in Italia, ma riguarda anche chi si è vaccinato in Europa; solo chi è iscritto all’Aire ha al momento la seconda dose garantita grazie a un’ordinanza del generale Figliuolo.

Un regolamento europeo previsto nelle prossime settimane sistemerà questi problemi.

Stranieri vaccinati in Italia

Chi non è iscritto al nostro sistema sanitario ma si è vaccinato qui può ottenere il pass.

Deve fornire sul portale DGC:

  • il codice fiscale o l’identificativo assegnato da Sistema TS per accedere alla vaccinazione in Italia
  • la data dell’ultima vaccinazione.

Cosa contiene il certificato verde

Ogni ente emittente (ad esempio un ospedale, un centro di test, un’autorità sanitaria) avrà la propria chiave di firma digitale. Tutte queste saranno memorizzate in un database sicuro in ogni paese.

Per controllare il certificato sarà necessario scansionare il codice QR così da verificare la firma e leggere i dati.

Il certificato verde digitale conterrà soltanto le informazioni necessarie come il nome, la data di nascita, la data di rilascio, le informazioni rilevanti sul vaccino/test/guarigione e un identificatore unico.

Il certificato non potrà essere registrato dai paesi visitati. Ai fini della verifica, verrà controllata solo la validità e l’autenticità del certificato, verificando chi lo ha emesso e firmato. Tutti i dati sanitari rimarranno quindi nello stato membro che ha emesso il certificato.

La Commissione europea costruirà un gateway. Attraverso questo gateway, le firme dei certificati potranno essere verificate in tutta l’UE. I dati personali del titolare del certificato non passeranno attraverso il gateway, poiché non sono necessari per verificare la firma digitale.

La Commissione europea aiuterà anche gli Stati membri a sviluppare un software che le autorità possono usare per controllare i codici QR.

L’infrastruttura tecnologica del Digital Green Certificate o Green Pass

Il certificato si basa su un’architettura di interoperabilità composta da tre componenti:

  • Un set di dati (dataset) minimo con le informazioni essenziali incluse nel certificato di vaccinazione;
  • Un identificatore unico del certificato di vaccinazione/attestazione, riferito a un corso di vaccinazione completato o parziale, che sia globalmente unico e verificabile.
  • Un framework di autenticazione, inclusa l’infrastruttura digitale, necessaria per stabilire l’autenticità e la validità dei certificati presentati.

Dataset minimo

Contiene in modo strutturato le informazioni di base necessarie allo scopo. È stato concepito in modo da rappresentare una base per consentire possibili iniziative future transfrontaliere sulla vaccinazione, così come suggerito da parte dell’OMS per sviluppare certificati di vaccinazione intelligenti.

Il dataset minimo per un certificato di vaccinazione è organizzato in 3 sezioni:

  • Identificazione della persona
  • Informazioni sulla vaccinazione
  • Metadati del certificato

Il set di dati del green pass è definito come minimo dal punto di vista della registrazione dei dati rilevanti per il rilascio dei certificati. Alcuni campi possono essere mostrati o meno al destinatario del certificato. Anche se lo scopo d’uso definito potrebbe essere supportato dalle linee guida per il Patient Summary, il certificato di vaccinazione fornisce una soluzione complementare in cui il titolare del certificato fornisce i dati all’operatore sanitario direttamente. Nel medio e lungo termine, tutte le informazioni sulle vaccinazioni dovrebbero essere condivise attraverso MyHealth@EU, come parte del Patient Summary.

Il sistema del certificato di vaccinazione dovrebbe essere progettato in modo tale che la persona interessata possa controllare l’uso dei dati del certificato. Questo sarà ulteriormente chiarito come parte dello sviluppo del trust framework. Le informazioni dovrebbero essere divulgate al destinatario del certificato seguendo il principio di minimizzazione dei dati del GDPR.

Identificazione della persona

I dati previsti sono:

  • Cognome e nome della persona
  • Data di nascita
  • Identificativo del cittadino (opzionale), come ad esempio il codice fiscale
  • Sesso (opzionale)

Informazione sulla vaccinazione / profilassi

I dati previsti sono:

  • Codice della malattia da cui difende la vaccinazione, in ICD10 o SNOMED CT (in futuro ICD11)
  • Descrizione del vaccino, codificato con SNOMED CT o ATC
  • Nome commerciale del vaccino
  • Nome del soggetto che possiede l’autorizzazione in commercio (EMA SPOR)
  • Numero della vaccinazione, ad esempio 1 di 2 dosi
  • Numero del lotto (solo per scopi di cura)
  • Data della vaccinazione (ISO 8601)
  • Centro vaccinale o nome dell’ente che ha effettuato la vaccinazione (solo per scopi di cura)
  • Nome o codice del medico vaccinatore (solo per scopi di cura)
  • Codice paese dove è avvenuta la vaccinazione (ISO3186)
  • Data della prossima vaccinazione (solo per scopi di cura)

Metadati del certificato

I dati previsti sono:

  • Entità che emesso il certificato
  • Identificatore univoco del certificato (UVCI)
  • Data inizio validità del certificato (ISO 8601)
  • Data fine validità del certificato (ISO 8601)
  • Versione minimum dataset (solo per scopi di cura).

Identificatore univoco della vaccinazione

Lo Unique Vaccination Certificate/assertion Identifier (UVCI) è fondamentale per identificare ogni certificato e deve essere incluso in ogni documento rilasciato.

Immagine che contiene testo, segnale, screenshot, tabellonesegnapunti Descrizione generata automaticamente

L’UVCI potrà essere utilizzato, in fasi successive, per verificare il certificato e anche come chiave di collegamento a informazioni aggiuntive sulla vaccinazione, una volta che le modalità e le piattaforme saranno state sviluppate e impiegate. L’UVCI è necessaria a livello UE per sostenere l’interoperabilità dei certificati di vaccinazione, mentre dovrebbe essere implementata sotto la responsabilità degli Stati membri in modo da lasciarli nel pieno controllo di come farlo.

La struttura dell’UVCI potrebbe evolvere nel tempo per accogliere ulteriori requisiti che potrebbero emergere. Dovrebbe essere flessibile per consentire agli stati membri di far coesistere versioni cartacee e digitali dei certificati.

L’UVCI dovrebbe avere una struttura e un formato comuni per facilitare l’interpretazione delle informazioni e potrebbe riguardare elementi quali il paese di vaccinazione, il vaccino stesso e un identificatore specifico dello stato membro. Dovrebbe garantire agli stati membri flessibilità nel formato, nel pieno rispetto della legislazione sulla protezione dei dati.

L’UVCI non dovrà contenere dati personali, dal momento che il suo scopo principale è quello di essere una “chiave primaria” unica che consenta alle autorità sanitarie degli stati membri di verificare la situazione vaccinale di un individuo.

Piattaforma vaccinazioni, si può fare di più: cosa c’è e cosa manca

Trust framework

I certificati di vaccinazione dovranno essere emessi da entità fidate, e deve essere possibile verificare l’autenticità e la validità di un certificato e l’affidabilità della sua autorità emittente.

A seconda del supporto (carta, carta con elementi digitali come i codici QR o puramente digitali), gli scenari e i protocolli di verifica saranno diversi. I dettagli di questi protocolli dovranno essere elaborati come parte del lavoro di progettazione tecnica che è ancora in corso, anche in linea con le iniziative globali. Nella progettazione bisognerà effettuare un’analisi della sicurezza e la valutazione del rischio, al fine di assicurare un sufficiente livello di protezione contro la falsificazione dei certificati o il riutilizzo di certificati validi emessi per altre persone.

Gli elementi digitali permetteranno una verifica affidabile e la protezione contro la falsificazione, aumentando allo stesso tempo la velocità e migliorando l’usabilità del processo di verifica. Per un approccio coordinato a livello UE, è necessario un ulteriore lavoro nell’ambito della rete eHealth in collaborazione con altri gruppi e organizzazioni pertinenti al fine di:

  • Fornire meccanismi per stabilire l’autorizzazione degli emittenti di certificati;
  • Supportare la verifica dei certificati di vaccinazione;
  • Fornire supporto per funzioni aggiuntive, come la revoca dei certificati emessi;
  • Analizzare le implicazioni legali per un trust framework;
  • Progettare una possibile soluzione rispettando il quadro legale di protezione dei dati dell’UE e implementando i suoi principi di protezione dei dati.

Se volete approfondire gli aspetti tecnici potete consultare il documento con gli elementi di base per l’interoperabilità.

Come si può constatare, la documentazione attuale è incentrata sulle vaccinazioni e non contiene specifiche per i test e per le guarigioni. Questi elementi saranno aggiunti nelle prossime revisioni dei documenti.

Specifiche tecniche

Ecco le specifiche tecniche del Digital Green Certificate EU: sotto il cofano IT del “passaporto sanitario” europeo

Un quadro di specifiche comuni per guidare l’attuazione di soluzioni interoperabili potrebbe essere sviluppato dalla rete eHealth, previa consultazione del comitato di sicurezza sanitaria, in stretta collaborazione con l’OMS.

Per le persone che non possono essere vaccinate a causa di un motivo medico, o che non possono ricevere la dose successiva, sarà predisposto un certificato ad hoc per questi casi. Il supporto per tali certificati e di altri test relativi al Covid-19 sarà esplorato in seguito dalla rete eHealth come parte del lavoro ulteriore sui certificati di vaccinazione e il toolbox che li supporta.

Gli Stati membri sono incoraggiati a sviluppare sistemi di informazione sull’immunizzazione e, più in generale, a prendere iniziative per digitalizzare ulteriormente il settore sanitario, ad esempio attraverso il Recovery and Resilience Fund (per tutto il 2021-2022).

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La privacy del green pass

L’11 giugno il Garante Privacy dopo una interlocuzione con il Governo ha fissato paletti per limitare l’impatto privacy del certificato verde; si vuole ridurre l’esposizione di dati e di attività fatte dal cittadino per ottenerlo.

Per analoghi motivi, il regolamento ue prevede che i dati non siano ospitati nel Paese di destinazione dell’utente.

Ecco cosa ha stabilito il Garante.

  • Ha chiesto e ottenuto che si evitassero trasferimenti di dati all’estero. L’app io infatti aveva tracker che prevedevano un trasferimento dati verso Paesi non europeo (es. Usa, India, Australia). Dati per altro particolarmente delicati che sono in IO (es. transazioni cashback, strumenti di pagamento, bonus vacanze), e senza che gli utenti ne siano stati adeguatamente informati e abbiano espresso il loro consenso. Una questione già da tempo solleva dal Garante Privacy e che si è acuita dopo la sentenza Schrems II. Il Garante ha però chiesto a PagoPa di bloccare i trattamenti dati che prevedono questo trasferimento extra UE; se si troverà una soluzione IO potrà essere riabilitata.
  • In fase di conversione in legge del decreto Riaperture si chiariscano gli utilizzi – ora vaghi – del pass per l’accesso a eventi pubblici e privacy.
  • Si limiti la verifica del pass inoltre alla sola App pubblica VerificaC19, che sarà usata dai cellulari dei verificatori. La sola app in grado di rispettare certo i principi protezione dei dati personali, garantendo inoltre che i verificatori possano conoscere solo le generalità dell’interessato, senza visualizzare le altre informazioni presenti nella certificazione (guarigione, vaccinazione, esito negativo del tampone).

La soluzione (parziale) del problema privacy

Il 16 giugno Garante e PagoPa hanno trovato una soluzione per rimuovere i problemi sopra evidenziati. L’app IO è stata riabilitata anche per il green pass. Le norme hanno poi integrato un limite alle finalità del pass.

Non è stata però accolta la richiesta del Garante di eliminare la facoltà delle Regioni di ampliare le finalità del pass. 

In generale queste vicende ci devono ricordare come il pass contiene informazioni private ed è collegato a finalità centrali per l’esercizio dei nostri diritti. E’ un tema quindi da monitorare con attenzione.

Green pass in vendita su Telegram, attenzione

Si trovano in vendita a 100-200 euro su canali Telegram green pass fasulli. La promessa è quella di un green pass valido e funzionante a proprio nome (pur non avendone diritto). Sarebbe una truffa e un reato da parte dell’acquirente; probabilmente però è una truffa ai suoi danni, perché i pass sarebbero solo apparentemente validi. La firma digitale, a una verifica, risulterebbe fasulla.

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