l'analisi

Centro nazionale per la mobilità sostenibile: ricerca e imprese insieme per la transizione green e digitale dei trasporti

Un sodalizio tra circa cinquanta soggetti per innovare la mobilità e farla diventare volano capace di condurre la transizione ecologica e quella digitale dell’intero Paese. Il Centro nazionale per la Mobilità sostenibile ha un ruolo cruciale anche per il Pnrr

Pubblicato il 13 Feb 2023

Agata Quattrone

PhD in Ingegneria dei Trasporti e della Logistica

green

Il Centro nazionale per la Mobilità sostenibile (Most), finanziato nell’ambito del Piano nazionale di Ripresa e resilienza (Pnrr) unisce una cinquantina di stakeholder attivi nei settori dei trasporti e delle infrastrutture (università, centri di ricerca e soggetti industriali), per accompagnare la transizione green e digitale del comparto in un’ottica di sostenibilità.

Un’occasione rara per rafforzare lo sviluppo della ricerca e, al tempo stesso, una sfida da affrontare con una nuova mentalità e un nuovo approccio per garantire l’efficienza dell’iniziativa e le auspicate ricadute positive sull’intero settore nazionale dell’innovazione e dei trasporti. Un potenziale innesco per avviare una cooperazione fattiva tra mondo accademico-scientifico e aziende innovative del Paese, cui dare continuità nel tempo per offrire infrastrutture, servizi e soluzioni all’altezza delle esigenze di mobilità degli italiani.

Approfondiamo qual è lo stato di avanzamento del Centro, quali sono le opportunità da cogliere e gli elementi di attenzione da tenere in considerazione per garantire e valorizzare l’investimento.

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Obiettivi del centro

Nei prossimi anni la sfida principale per la mobilità del futuro sarà la riduzione delle esternalità negative, raggiungendo il più alto livello possibile di sostenibilità a livello globale. Si rende necessario, quindi, un rafforzamento della catena di sviluppo nella ricerca e nell’economia, con un potenziamento dei meccanismi di trasferimento tecnologico finalizzato ad una solida ed efficace transizione verde, al fine del raggiungimento della neutralità di carbonio entro il 2050, in accordo con i Sustainable Development Goals correlati, e una trasformazione digitale per servizi di mobilità efficienti, sicuri e inclusivi.

In questo contesto il Most ha la funzione di un ecosistema di eccellenza in grado di favorire l’innovazione attraverso l’utilizzo sistemico dei risultati della ricerca da parte dell’intero sistema produttivo. L’intento è quello di realizzare progetti ad alta maturità tecnologica, valorizzando i risultati della ricerca, per dare risposta concreta ai bisogni del Paese in una prospettiva di lungo termine. Un’occasione utile per attuare riforme strutturali e favorire la transizione del settore della mobilità, accompagnando le istituzioni locali a implementare soluzioni moderne, sostenibili e inclusive.

missione 4 istruzione e ricerca

Il Centro, proposto dal Politecnico di Milano è uno dei 5 Centri Nazionali (CN) per la ricerca in filiera, ed è stato finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) nell’ambito della Missione 4 Istruzione e Ricerca, Componente 2 dalla ricerca all’impresa Investimento 1.4 del Pnrr con circa 320 milioni di euro (dal 2023 al 2025) di cui il 40% al Sud.

Un investimento significativo con 696 ricercatori dedicati e 574 neoassunti che parteciperanno con il loro lavoro al progetto, per sviluppare la ricerca di frontiera nel campo della mobilità sostenibile sulle principali key enabling technologies e per realizzare soluzioni ad alto contenuto tecnologico.

Il progetto è volto a stimolare e supportare la domanda e l’offerta di ricerca, l’innovazione tecnologica, la formazione e la creazione di competenze su temi legati alla decarbonizzazione, alla decongestione stradale tramite l’incentivo alle modalità di trasporto pubblico, alla mobilità smart, alla sicurezza dei veicoli e delle infrastrutture, all’accessibilità, all’inserimento nel mercato di nuove professionalità e competenze.

Partecipanti e modello di governance

Il Most sarà gestito da una Fondazione privata senza scopo di lucro, attivando una collaborazione tra 25 università (e relativi centri di ricerca), e 24 grandi imprese attive nell’ambito della mobilità e delle infrastrutture. La Fondazione è organizzata con una struttura di governance di tipo Hub & Spoke.

L’Hub con sede a Milano svolgerà attività di indirizzo strategico, gestione e coordinamento. I quattordici Spoke, cui sono demandate le attività di ricerca coordinate dalle Università e che vedono impegnate le imprese partner, sono invece distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Struttura di Governance del CNMS (Modello Hub&Spoke)

Oltre agli organi esecutivi (Presidente, CdA e Assemblea dei soci), sono stati costituiti due comitati strategici (Spokes Coordination Committee e Industrial board) che non avranno ruoli esecutivi e forniranno gli approfondimenti necessari per gestire correttamente le attività del Centro nazionale per la Mobilità sostenibile.

soggetti coinvolti nel CNMS

Le tematiche di ricerca abbracciano il trasporto passeggeri, la logistica e le merci, in tutte le modalità di trasporto e a tutte le scale territoriali, le piattaforme e i sistemi intelligenti di trasporto di ultima generazione, le nuove modalità di alimentazione e propulsione green, le emergenti tipologie di veicoli, i materiali innovativi. Il contributo alla Greener Mobility sarà affrontato mediante programmi di ricerca e sviluppo industriale su idrogeno, trazione elettrica, infrastrutture intelligenti, carburanti nuovi/sostenibili e materiali innovativi.

I paradigmi digitali saranno approfonditi e sviluppati con particolare focus sulle sfide Mobility as a Service (Maas) Smart road. Saranno sviluppate soluzioni di mobilità più sicure e ad alta capacità considerando prospettive logistiche, autonome e urbane.

Tematiche di ricerca e Spoke Leader del CNMS

Pilastri dell’attuazione e stato di avanzamento

L’attuazione del programma del Most si baserà su tre pilastri principali:

  • innovation flow: in primo luogo, gli investimenti saranno destinati a progetti di ricerca e sviluppo industriale fornendo come risultati prodotti, processi e/o servizi innovativi a Livello di Maturità Tecnologica (Trl) medio 5-6. Soprattutto creeranno infrastrutture in ambito locale (per esempio i Living lab) finalizzate al processo di validazione che consenta il raggiungimento dei Trl 6-7. L’incremento del Trl (scaling up) dovrebbe essere garantito con un budget dedicato, verranno indetti bandi specifici per spingere i risultati selezionati verso il mercato attraverso uno stream di Proof-of-Concept. La presenza di un Industrial Board avrà lo scopo di garantire la commerciabilità delle soluzioni,
  • one stop shop in knowledge: il Centro fungerà da sportello unico per la conoscenza attivando percorsi formativi dedicati, tra corsi di dottorato fortemente interconnessi con attività di ricerca e competenze industriali per formare la futura generazione tecnico-imprenditoriale, percorsi di apprendimento permanente Lifelong Learning e Massive open online courses (Mooc) fornendo all’intero ecosistema tecnico e sociale della mobilità conoscenze avanzate necessarie per l’attuazione dell’innovazione, spingendo gli attori del settore verso un aggiornamento continuo,
  • business acceleration: il Centro implementerà azioni specifiche per favorire la collaborazione tra gli stakeholder tramite osservatori tecnologici e centri studi, bandi specifici per le startup della mobilità e azioni di trasferimento tecnologico.

Altri stakeholder, tra i quali aziende, operatori della mobilità e comuni, saranno coinvolti durante l’esecuzione del programma attraverso iniziative specifiche come Open call e, in particolare, progetti Flagship per testare sul campo alcune soluzioni di mobilità.

I progetti faro saranno finanziati mediante l’emissione di specifici bandi annuali a cui gli Spoke potranno presentare un’offerta. In tutte queste iniziative la partnership sarà allargata includendo altri attori interessati. L’Advisory board industriale valuterà l’innovatività e il potenziale impatto economico trasversale delle proposte e faciliterà le sinergie cercando di condividerle le proposte Flagship con Spoke diversi.

La durata prevista del programma è di 3 anni (2023-2025) a partire dalla data indicata nel decreto di concessione del finanziamento che è stato sottoscritto al termine della fase di negoziazione e potrà essere estesa, su autorizzazione del ministero, non oltre il 28 febbraio 2026.

La Fondazione che gestirà Most è stata già costituita e il centro di eccellenza ha un suo brand. Attualmente l’Hub svolge attività di indirizzo strategico ed è focalizzato sulla definizione di linee guida e procedure di gestione e rendicontazione per cui è anche in programma la realizzazione di una piattaforma digitale ad hoc. Gli Spoke, coerentemente con gli obiettivi e le tempistiche del piano, sono invece impegnati nella fase di startup e di redazione dei Progetti Esecutivi delle attività di ricerca, nel reclutamento delle competenze e nella pubblicazione e gestione dei bandi di dottorato.

Opportunità e sfide per il Sud

Most rappresenta un’opportunità eccezionale per il rinnovamento e il potenziamento di strutture di ricerca e per una reale e duratura cooperazione tra mondo scientifico-accademico, settore industriale e le imprese di eccellenza. Mondi che in alcuni contesti territoriali si sono soltanto sfiorati senza permettere una proficua sistematicità nel Paese a tutte le latitudini geografiche, differentemente da altri Paesi nel mondo che hanno fatto di questa sinergia multi-stakeholder una leva formidabile per accelerare efficacemente gli innesti di innovazione nel tessuto economico.

È un’occasione da cogliere per gettare le basi della trasformazione digitale e green del comparto trasporti, con l’obiettivo di spingere la ricerca sulla frontiera dell’innovazione e realizzare soluzioni tecnologiche mature da impiegare a supporto delle reti e dei nodi a scala urbana metropolitana, regionale e nazionale.

I ricercatori potranno valorizzare le loro scoperte e i loro modelli, le imprese potranno avvalersi di competenze scientifiche verticali e avranno la possibilità di sperimentare servizi e soluzioni in campi di applicazione specifici e reali e in Living lab opportunamente attrezzati.

Dal terreno di confronto tra esperti di trasporti e della digital transformation, nel pensiero di chi scrive, può esserci la chiave per realizzare soluzioni che coniughino letteratura e approcci metodologici scientifici con la capacità di realizzare algoritmi, servizi e soluzioni IT in grado di essere davvero sostenibili sul mercato e finalizzate al soddisfacimento di una domanda di mobilità profondamente mutata e in dinamica evoluzione. Tutto ciò raggiungendo anche obiettivi di efficienza ed efficacia misurabili e tangibili.

Il Centro dedicherà un’attività di ricerca specifica incentrata sulle politiche a sostegno del Mezzogiorno per tentare di colmare un divario storico di infrastrutture e tessuto economico rispetto ad altre Regioni. Tra queste politiche figurano l’internazionalizzazione delle reti e dei partenariati della ricerca, il sostegno alla ricerca scientifica, il trasferimento e l’istruzione tecnica che, insieme, si propongono come driver principali per il Sud.

La sfida per il Mezzogiorno sarà legata alla reale capacità di sfruttare l’occasione visto anche il fenomeno dell’emigrazione di capitale umano e risorse specializzate e una diseguale base di partenza infrastrutturale.  La Fondazione è fortemente impegnata affinché il Centro possa rappresentare la leva per favorire quel riequilibrio territoriale al centro del Pnrr da cui passa il dichiarato obiettivo di modernizzazione del Paese.

Elementi di attenzione

L’iniziativa presenta sfide e complessità che richiederanno particolare impegno per assicurare il raggiungimento degli obiettivi posti.

Gli aspetti su cui porre l’attenzione nella fase di startup sono:

  • l’efficacia del sistema di reclutamento sarà un elemento cruciale per colmare il gap di competenze sui temi dell’innovazione e della mobilità intelligente e sostenibile,
  • l’attrattività dei percorsi di formazione e ricerca e le prospettive di crescita dei dottorati a bando faranno la differenza nel potenziamento delle strutture di ricerca,
  • la fattibilità della struttura del piano di lavoro con le milestone da rispettare rappresenteranno un nuovo banco di prova, vista la differente gestione delle tempistiche nell’ambito del Pnrr rispetto agli atri programmi di finanziamento.

Il cronoprogramma del Pnrr prevede infatti il raggiungimento di milestone e target alla fine di ogni trimestre fino al 2026. La verifica sul rispetto delle scadenze da parte delle istituzioni europee, dal cui esito positivo dipende l’erogazione dei fondi, avviene invece su base semestrale. Saranno richieste quindi tempistiche stringenti di completamento delle attività con nuovi meccanismi di rendicontazione che dovranno essere conciliati con i procedimenti amministrativi delle università non sempre snelli e standard in tutte le realtà nazionali.  Questo rimanda ad altre necessità, tra le quali spiccano:

  • l’istituzione di un sistema di gestione per superare il rischio insito di sovrapposizione delle tematiche e le difficoltà di coordinamento tra Spoke e l’ingente numero di partner coinvolti, circa cinquanta. Attenzione particolare va posta anche all’efficientamento del processo di realizzazione dei prodotti che soddisfino le specifiche esigenze del settore che, nel medesimo tempo possano essere trasversali per il perseguimento di obiettivi in un’ottica di sistema,
  • la particolare attenzione che si sta ponendo nel definire i modelli di gestione della proprietà intellettuale dei prodotti della ricerca e delle soluzioni (dimostratori, simulatori, proof of concept, dispositivi, eccetera) realizzati e sperimentati con il supporto delle imprese. A tale fine la Fondazione ha prodotto delle Linee guida per identificare, proteggere e valorizzare le nuove conoscenze e realizzazioni,
  • il Modello di Business per il mantenimento del Centro e la gestione delle soluzioni che saranno realizzate oltre la scadenza del Programma che dovrà essere all’altezza della complessità dell’iniziativa per garantirne l’investimento. Cruciale sarà la capacità delle Istituzioni locali, e in particolare dei territori del Sud, di assorbire le innovazioni prodotte e gestirle nel tempo, per questo sarà indispensabile definire a livello centrale dei percorsi chiari e rapidi di procurement delle innovazioni prodotte.

L’iniziativa si propone come risposta ai bisogni di un settore chiave per l’economia che potrebbe raggiungere un valore di 220 miliardi di euro nel 2030, assorbendo il 12% della forza lavoro, grazie anche alle sollecitazioni che arrivano dalle istituzioni comunitarie verso il raggiungimento di una vera mobilità sostenibile secondo le indicazioni del Green New Deal.

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Conclusioni

Non si tratta soltanto di innovazione, efficientamento, sostenibilità e rilancio economico. Il presidente del Most, Ferruccio Resta, già rettore del Politecnico di Milano, sostiene che il Centro nazionale per la Mobilità sostenibile: “Risponde a una delle missioni chiave del Pnrr: passare dalla ricerca all’impresa secondo un approccio di filiera e di collaborazione estesa. Il Centro sarà chiamato a sviluppare progetti ad alta maturità tecnologica per dare una risposta concreta ai bisogni di innovazione secondo una prospettiva di lungo raggio, cogliendo le esigenze della trasformazione digitale, della sostenibilità e della transizione industriale in un settore chiave che ridisegnerà il futuro del Paese”. Il Centro di eccellenza Most ha tutte le carte per rappresentare l’inizio di un nuovo paradigma di cooperazione fattiva e smart fra eccellenze della ricerca e dell’innovazione del Paese, individuando nuovi metodi e approcci strutturali.

Le Istituzioni centrali e locali avranno il delicato compito di supportare e agevolare questa nuova e promettente realtà nel superare le difficoltà legate a vecchi meccanismi e rigidità in sintonia con la filosofia del Piano di ripresa e resilienza e la modernità che ci chiede l’Europa.

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