L'analisi

Verde e Digital, ecco perché sono gli assi portanti della ripresa

L’Italia deve farsi trovare pronta in vista del Consiglio europeo di ottobre: Green Deal e Digitalizzazione saranno i temi su cui puntare per la ripresa. Vediamo la situazione

Pubblicato il 12 Giu 2020

Gianpiero Ruggiero

Esperto in valutazione e processi di innovazione del CNR

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Mancano poche ore al via degli Stati generali dell’economia, convocati dal Governo per cominciare il confronto tra le forze politiche, sociali e produttive del Paese, come prima tappa di avvicinamento al Consiglio europeo di ottobre, tempo in cui l’esecutivo sarà chiamato a presentare un credibile piano di ripresa e rilancio, il più possibile condiviso, realistico e di ampio respiro. Transizione verde e transizione digitale sembrano essere le stelle polari che dovranno orientare le scelte per i prossimi anni anche per il Governo italiano. Vediamo perché.

La situazione attuale

La politica, come è giusto che sia, sta tornando protagonista. Dopo aver commissionato a illustri esperti in materia economica e sociale, coordinati dal manager Colao, la formulazione di proposte di intervento, con la pubblicazione della bozza finale consegnata pochi giorni fa nelle mani del premier, la rotta per elaborare la fase di rilancio è tracciata. Sui contenuti delle proposte, ormai di pubblico dominio, si è espresso Carlo Mochi Sismondi che ne ha messo in risalto pregi e difetti. Se la rotta è tracciata ed è nelle mani del timoniere, che appare ben saldo al comando e consapevole dell’urgenza di accelerare, tocca adesso riempire di contenuti il nuovo cammino. I pilastri su cui poggiare l’orizzonte programmatico del Governo sembrano chiari: orientare le politiche all’insegna del benessere, dell’equità e della sostenibilità, all’interno del quadro programmatico europeo che si sta emergendo, delineato lungo le direttrici dell’economia circolare e della transizione ecologica. Senza dimenticare l’altra grande transizione, quella trasformazione digitale che svolgerà un ruolo sempre più fondamentale per la crescita dell’intero continente. Nel documento del Comitato di esperti si può leggere che “l’obiettivo dell’insieme delle iniziative proposte dal Comitato è quello di accelerare lo sviluppo del Paese e di migliorare la sua sostenibilità economica, sociale e ambientale, in linea con l’Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e con gli obiettivi strategici definiti dall’Unione europea”.

Sarà meglio, perciò, farsi trovare pronti in autunno, quando le trattative per il quadro finanziario entreranno nel rush finale e dovremo dimostrare di meritarci le risorse che saranno messe a disposizione, che non sono gratuite, e che andranno indirizzate verso un nuovo modello di sviluppo. Una scelta di modello, come è stato suggerito , che è molto di più che porre rimedio a carenze e inerzie sul fronte ambientale e su quello della trasformazione digitale, soprattutto sul fronte delle competenze digitali, di cui sappiamo avere estremo bisogno, come confermato dall’indice DESI 2020dall’indice DESI 2020.

Gli orientamenti della Commissione europea per la ripresa

Dalle istituzioni europee arrivano segnali forti sulla transizione verde e digitale. Molti segnali sembrano confermarlo. Le novità presentate dalla Commissione sono un segnale chiaro e inequivocabile. “Con il piano per la ripresa – ha dichiarato la Presidente Ursula von der Leyen – trasformiamo l’immane sfida di oggi in possibilità, non soltanto aiutando l’economia a ripartire, ma anche investendo nel nostro futuro: il Green Deal europeo e la digitalizzazione stimoleranno l’occupazione e la crescita, la resilienza delle nostre società e la salubrità dell’ambiente che ci circonda. Questo è il momento dell’Europa. La nostra determinazione dev’essere all’altezza delle sfide che abbiamo di fronte. Next Generation EU ci permette di dare una risposta ambiziosa”. Per mobilitare gli investimenti necessari la Commissione propone una duplice risposta:

  • Next Generation EU per incrementare il bilancio dell’UE con nuovi finanziamenti raccolti sui mercati finanziari per il periodo 2021-2024.
  • Il rafforzamento del bilancio dell’UE a lungo termine per il periodo 2021-2027.

Con i 750 miliardi di Next Generation EU[1] e il potenziamento mirato del prossimo bilancio, la potenza di fuoco complessiva del bilancio dell’UE arriverebbe a 1.850 miliardi. Insieme alle tre importanti reti di sicurezza per i lavoratori, le imprese e gli enti sovrani, approvate dal Consiglio europeo il 23 aprile 2020, sotto forma di un pacchetto del valore di 540 miliardi, queste misure eccezionali a livello dell’UE raggiungerebbero la cifra di 2.390 miliardi.

SURE / sostegno per la gestione della crisi pandemica nell’ambito del MES / Fondo di garanzia della BEI per i lavoratori e le imprese540 miliardi di €
Next Generation EURinforzo temporaneo

750 miliardi di €

Quadro finanziario pluriennale1.100 miliardi di €
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Next Generation EU si articolerà su tre pilastri.

All’Italia toccherebbero 81,8 miliardi di sovvenzioni e 90,9 miliardi di prestiti a tassi molto bassi. Per accedere a questi fondi si dovrà presentare entro il prossimo ottobre un Piano nazionale di riforme e di investimenti pubblici. È un’occasione da non perdere per definire un quadro organico per le misure di rilancio del Paese, per superare il carattere emergenziale e frammentato delle prime misure adottate. La proposta della Commissione prevede che l’utilizzo delle sovvenzioni e dei prestiti siano finalizzati a perseguimento del Green Deal come strategia per la crescita economica dell’Europa, in grado non solo di affrontare l’emergenza, ma di assicurare un futuro anche per la prossima generazione. Di recente, infatti, la Commissione europea ha aggiornato il suo programma di lavoro per il 2020il suo programma di lavoro per il 2020, ribadendo l’impegno a realizzare le sue iniziative faro per una duplice transizione verde e digitale. Tutti i fondi raccolti tramite lo strumento Next Generation EU e il nuovo bilancio dell’UE saranno convogliati attraverso i programmi dell’Unione europea a favore di vari obiettivi, raccolti sotto alcuni grandi temi.

Il programma di lavoro della Commissione europea

PILASTRIAZIONI PROPOSTE
Il Green Deal Una massiccia ondata di ristrutturazioni per modernizzare il parco immobiliare e le infrastrutture critiche in Europa, costruendo anche un milione di punti di ricarica per i veicoli elettrici.
Un’economia più circolare per riportare la produzione in Europa, eliminare la dipendenza dall’estero e creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro.
La strategia dal produttore al consumatore per il sostegno agli agricoltori nel fornire ai cittadini europei prodotti alimentari nutrienti, sicuri, sostenibili e a prezzi accessibili, puntando sul ruolo fondamentale delle zone rurali nella transizione verde.
Per il sostegno agli ecosistemi naturali, la Commissione europea ha recentemente adottato una strategia sulla biodiversità per il 2030, mentre una strategia forestale è in preparazione.
Il Fondo per una transizione giusta (Just Transition Fund), da 40 mld per il sostegno di Paesi più colpiti nella transizione ecologica.
Un mercato unico più approfondito e più digitaleL’Europa deve investire di più per migliorare la connettività e rafforzare la sua presenza industriale e tecnologica. Tecnologie quali l’intelligenza artificiale, la cyber security, le infrastrutture cloud e per i dati, le reti 5G e 6G, i supercomputer e i computer quantistici, nonché le tecnologie blockchain avranno effetti di ricaduta e rafforzeranno l’autonomia strategica dell’Europa.
Un’autentica economia digitale e dei dati come motore per l’innovazione e la creazione di posti di lavoro. La Commissione presenterà un’azione legislativa in materia di condivisione e governance dei dati cui farà seguito una legge sui dati che, nelle intenzioni della Commissione, dovrebbe creare le condizioni per un miglior accesso e un miglior controllo dei dati industriali[2]. Poiché il commercio elettronico è destinato a svilupparsi sempre di più nei prossimi anni, la legge sui servizi digitali migliorerà il quadro giuridico per i servizi digitali, definendo norme chiare per le piattaforme online[3].
Particolarmente interessanti le misure volte a ridurre gli oneri amministrativi e a facilitare l’uso di strumenti digitali quali la firma elettronica da parte delle imprese, in particolare le PMI. Queste ultime hanno bisogno di sostegno per ottenere un accesso più agevole ai dati e ridurre la burocrazia mediante soluzioni digitali, ad esempio per i contratti. Dovrebbe essere incoraggiato il ricorso a sportelli unici di supporto e a procedure amministrative semplificate online. La digitalizzazione degli appalti pubblici, anche attraverso lo sviluppo di sistemi e piattaforme nazionali per gli appalti elettronici, sarà prioritaria. A questo scopo ci si avvarrà della piena attuazione del pacchetto sul diritto societario volto a facilitare la digitalizzazione e la mobilità delle imprese e dello sportello digitale unico.
Una nuova strategia per la cyber security stimolerà la cooperazione, lo sviluppo delle conoscenze e della capacità a livello dell’UE per garantire la sicurezza della nostra infrastruttura digitale.
Una ripresa equa e inclusivaL’iniziativa SURE – Sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza – metterà a disposizione 100 miliardi per aiutare i lavoratori e le imprese. Un sostegno rafforzato all’occupazione giovanile e salari minimi equi aiuteranno i lavoratori vulnerabili, compresi i giovani, a costituire una riserva finanziaria e a trovare lavoro, seguire una formazione o un corso di studi. Poiché in molti posti di lavoro in prima linea le donne sono sovra rappresentate e sottopagate, occorre colmare il divario retributivo di genere, anche attraverso misure per la trasparenza delle retribuzioni.
Per aiutare gli Stati membri a generare entrate fiscali, la Commissione intensificherà la lotta all’evasione fiscale. Una base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società fornirà alle imprese un corpus unico di norme.
Nel momento in cui l’Europa inizia a intraprendere il cammino della ripresa verso un’economia digitale e più verde, diventa sempre più pressante l’imperativo di migliorare e adeguare le competenze, le conoscenze e il know-how. La Commissione presenterà un’agenda per le competenze per l’Europa e un piano d’azione per l’istruzione digitale.
Costruire un’Unione più resilienteUna nuova strategia farmaceutica affronterà i rischi messi in risalto dalla crisi, ad esempio la capacità di produzione di farmaci nell’UE, garantendo in tal modo l’autonomia strategica.
Un nuovo piano di azione per le materie prime essenziali rafforzerà i mercati fondamentali per la mobilità elettrica, le batterie, le energie rinnovabili, l’industria farmaceutica, l’industria aerospaziale, la difesa e le applicazioni digitali.
L’UE avvierà un riesame della politica commerciale per garantire il flusso continuo di beni e servizi in tutto il mondo e riformare l’Organizzazione mondiale del commercio. In arrivo il rafforzamento del meccanismo per il controllo degli investimenti esteri diretti e un Libro bianco relativo alle sovvenzioni estere.
La Commissione potenzierà rescEU, il meccanismo di costituzione di scorte per sviluppare la capacità permanente di gestire tutti i tipi di crisi, anche istituendo infrastrutture di risposta alle emergenze, capacità di trasporto e squadre di sostegno di emergenza.

La spinta al rafforzamento nel Piano Colao

Tanta digitalizzazione, innovazione e attenzione all’ambiente, anche nel Piano Colao, anche se non sono mancate alcune critiche e diversi punti di vista. Il Piano è ambizioso, articolato e di ampio respiro. Leggere con chiarezza che “l’Italia sarà più resiliente se saprà colmare il ritardo digitale” rende ottimisti. Toccherà alla Presidenza del Consiglio fare sintesi e alle forze politiche, sociali e imprenditoriali che parteciperanno agli Stati generali, individuare le misure da attuare e implementare. Il tempo a disposizione non è tanto, occorre avere un ritmo serrato, il più delle volte sconosciuto per i tempi della politica. Nel Piano sono tre gli “assi di rafforzamento” sui quali, nella visione dell’Italia del futuro adottata dal Comitato, il Paese dovrebbe puntare per avviare la trasformazione del Paese.

  1. Digitalizzazione e innovazione di processi, prodotti e servizi, pubblici e privati, e di organizzazione della vita collettiva. Il Piano parla di “radicale digitalizzazione”, una spinta energica per permettere un “salto in avanti” in termini di competitività del sistema economico, di qualità di lavoro e di vita delle persone, di minore impatto ambientale e di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Sembra una presa di coscienza che di tempo ne è passato pure troppo e non possiamo permetterci ulteriori indugi. La digitalizzazione, inoltre, viene vista come strumento di trasparenza, in grado di ridurre gli spazi per l’economia sommersa e illegale, e sappiamo bene quanto ce ne sia bisogno. Da non sottovalutare l’aspetto del digitale per rendere possibile uno sfruttamento più efficace dei dati per migliorare la qualità di tutte le decisioni di policy e amministrative. Rafforzare la capacità di analisi e valutazione delle politiche sulla base di un sistema statistico diffuso territorialmente, permetterebbe di colmare un significativo ritardo che per noi ha delle conseguenze penalizzanti. In tal senso, l’istituzione della Cabina di regia Benessere Italia presso la Presidenza del Consiglio potrebbe rivelarsi cruciale.
  2. il Piano si sofferma sulla “rivoluzione verde”, intesa come azioni per proteggere e migliorare il capitale naturale di cui è ricco il Paese, accrescere la qualità della vita di tutti e generare importanti ricadute economiche positive nel rispetto dei limiti ambientali. Sostenibilità ambientale e benessere economico non sono in contrapposizione, particolarmente per un territorio e per imprese come le nostre, anche nell’ottica dell’attrazione di lavoratori di alta professionalità e alla ricerca di un’elevata qualità della vita, nonché di flussi turistici ad alto valore aggiunto.
  3. il terzo asse è rappresentato alla “parità di genere e inclusione”, per consentire alle donne, ai giovani, alle persone con disabilità, a chi appartiene a classi sociali e territori più svantaggiati e a tutte le minoranze di contribuire appieno allo sviluppo della vita economica e sociale, nel rispetto del principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione. La parità di genere – Obiettivo 5 dell’Agenda 2030 – è fondamentale per la crescita e può diventare, per la prima volta, una priorità del Paese, anche grazie a valutazioni ex-ante delle diverse politiche economiche e sociali. Altrettanto cruciale è una drastica riduzione delle disuguaglianze economiche, territoriali e generazionali, che sono cresciute negli ultimi anni e che costituiscono un grave problema, oltre che di equità, anche di freno allo sviluppo economico e sociale.

Conclusioni

Se la cornice europea si sta via via definendo, tanto che molti osservatori danno per approvato il Piano Next Generation EU già prima dell’estate, probabilmente nel Consiglio europeo di luglio[4], essendo strettamente collegato al bilancio pluriennale dell’UE, il Fondo entrerà in pieno vigore dal primo gennaio 2021. Ecco allora la necessità del Governo di farsi trovare pronto in autunno con un Piano nazionale di riforme robusto e ben orchestrato. Un piano d’azione che vada oltre la corta annualità e che guardi al futuro, anche perché la risposta dell’UE alla crisi si protrarrà almeno fino al 2027[5]. Questo orizzonte temporale deve ispirare anche la visione del Governo, sia quello attuale, che sarà concentrato ai primi anni cruciali della ripresa, sia il prossimo a venire. Per questo sarebbe auspicabile la massima condivisione tra maggioranza e opposizione. Le sfide del nostro tempo, cioè la transizione ambientale e quella digitale, sono diventate ancora più importanti rispetto al periodo precedente alla crisi e connotano la visione di qualunque schieramento politico moderno. La ripresa ci permetterà di accelerare la duplice transizione che viene identificata con i colori del verde e del blu. Due paradigmi che la politica italiana ha storicamente trascurato, come ha scritto Alessandro Longo inquadrando concettualmente e filosoficamente il tema filosoficamente il tema , ma che adesso stanno trovando un’opportunità straordinaria per emergere.

Ci vorranno volontà e coraggio a livello politico e l’adesione di tutta la società. Leggendo diversi commenti politici sul Piano Colao o sull’utilizzo per esempio dei fondi europei si ha l’impressione che taluni siano ingenerosi verso le “competenze tecniche” o che siano pregiudizialmente contrari a qualsiasi tipo di aiuto comunitario, mentre altri stiano pensando invece all’apertura di un bancomat dove ciascun Paese possa prelevare soldi per spenderli come vuole, senza tener conto degli indirizzi e delle priorità che stanno emergendo a livello europeo. Inseguire uno di questi scenari vorrà dire che avremmo sprecato tempo e perso un’occasione. Viceversa un accordo politico chiaro e un’impostazione del Piano nazionale in linea con gli orientamenti sul digitale e del green deal europeo genererebbe un prevedibile accordo con la Commissione, accorciando i tempi e aumentando le possibilità di utilizzo immediato delle risorse europee. In linea con gli indirizzi sul digitale e del Green Deal europeo genererebbe un prevedibile accordo con la Commissione, accorcerebbe i tempi e aumenterebbe le possibilità di utilizzo delle risorse europee.

____

Note

  1. A tutti i Paesi che usufruiranno delle risorse del Next Generation EU, l’Unione Europea chiederà che i fondi vengano spesi con iniziative in linea con gli obiettivi europei, che la Commissione indica nel Semestre Europeo e articola nelle raccomandazioni specifiche per Paese. All’Italia le più recenti chiedevano una maggiore efficienza nel sistema giudiziario e nel funzionamento della pubblica amministrazione. Bruxelles suggerisce anche investimenti a sostegno dell’economia reale, della liquidità, dell’occupazione, della crescita; una salda rete sociale, politiche di bilancio lungimiranti e sostenibili, ma anche tese al rafforzamento del sistema sanitario e della crescita economica nei settori strategici.
  2. La Commissione, inoltre, ha dichiarato che proporrà di rendere disponibili gli insiemi di dati ad alto valore detenuti dal settore pubblico per il bene comune, attraverso un accesso più aperto alla ricerca, all’innovazione e alle PMI.
  3. Secondo la Commissione tale miglioramento “offrirà maggior sicurezza ai consumatori online, eviterà l’abuso di posizione dominante da parte delle piattaforme e favorirà la creazione di un mercato, in grado di garantire pari opportunità alle imprese di minori dimensioni.
  4. Un accordo a luglio permetterebbe di sbloccare almeno a settembre 11,5 miliardi di euro per rifinanziare le politiche tradizionali e ricapitalizzare le imprese. All’Italia potrebbero arrivare circa 2,5 miliardi non prima di ottobre.
  5. Gli obiettivi strategici definiti dall’Unione europea sono consultabili al seguente indirizzo: https://www.consilium.europa.eu/media/43384/roadmap-for-recovery-final-21-04-2020.pdf

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