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Banda larga 2020, tutti i dossier sul tavolo del Governo

Rilanciare il piano nazionale sbloccando i fondi e avviando i voucher. Monitorare la copertura 5G. Proseguire con l’efficientamento della governance. Sarà un anno critico per la competitività dell’Italia sul piano delle infrastrutture digitali. Ecco le priorità

Pubblicato il 15 Gen 2020

Lorenzo Principali

direttore Area Digitale di I-Com

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Con il nuovo Esecutivo in carica da poco più di tre mesi, il bilancio annuale delle policy in materia di banda larga si compone di un’analisi incrociata dell’operato dei Governi Conte I e II.

Se sul fronte della copertura il rilancio del Cobul appare una mossa obbligata per accelerare l’infrastrutturazione delle aree bianche, così come per lanciare i bandi per le aree grigie, un’altra azione che necessita di maggiore velocità è senz’altro lo stimolo alla domanda tramite i voucher.

Nel frattempo prende corpo il Ministero per l’innovazione, la strategia 2025 prova a fare ordine tra le molteplici iniziative pensate per il digitale e nella legge di bilancio vengono stanziati i fondi per la costituzione del Cvcn, necessario per garantire la sicurezza nelle infrastrutture informatiche nell’era del 5G.

Aree bianche

Breve recap: per favorire la copertura in fibra delle aree bianche (a fallimento di mercato) nel 2015 è stato lanciato il piano BUL, gestito da Infratel tramite il lancio di tre bandi, tutti aggiudicati a Open Fiber, i cui contratti di concessione sono stati sottoscritti tra giugno 2017 e aprile 2019. L’obiettivo è connettere in fibra ottica dei 7700 comuni (oltre a quelli che verranno connessi in modalità FWA, misto fibra wireless per prestazione fino a 100 Mbps). Secondo l’ultimo aggiornamento fornito da Infratel (2 dicembre), i lavori sono attualmente in corso in quasi 1700 comuni, mentre altri 295 hanno ottenuto i permessi. Se da un lato i comuni “terminati” risultano appena 13, dall’altro si osserva come i comuni con i lavori completati (e in attesa di collaudo) siano 369, e che le opere “cantierizzate” siano giunte a quota 2080.

Nel complesso la percentuale di interventi avviati, che a livello nominale si attesta al 28%, ammonta in termini reali al 42% degli interventi effettivamente cantierizzabili, al netto cioè dei 957 comuni previsti nel terzo bando (in Calabria, Puglia e Sardegna, per i quali la convenzione è stata firmata ad aprile), dei 1200 comuni sospesi e dei 600 che non hanno ancora firmato la convezione con Infratel.

Il rilancio del CoBul

Oltre ai ritardi relativi alle autorizzazioni, negli ultimi mesi sono emerse anche possibili criticità collegate ai finanziamenti degli interventi, dovute al fatto che parte di esse proviene da fondi europei: circa 1,9 miliardi di euro derivanti dai fondi FESR (1,187 miliardi di euro), FEASR (462 milioni di euro) e circa 233 milioni di euro del Fondo PON imprese e competitività. Lo svolgimento dei lavori necessita di avvenire in conformità con la normativa europea di assegnazione, pertanto se i tempi si prolungano le Regioni rischiano di non poter rendicontare alla Commissione e quindi di perdere l’accesso ai fondi.

Anche per queste ragioni di centrale importanza appare la ricostituzione del CoBul, il Comitato Banda Ultralarga, convocato lo scorso 22 dicembre sotto la presidenza del neo Ministro dell’Innovazione Paola Pisano.

Tra i temi discussi figurano proprio lo stato di attuazione del Piano BUL nelle aree bianche, le risorse residue della prima fase del Piano e gli interventi infrastrutturali nelle aree grigie.

Elemento chiave della seduta, avvenuta a 5 mesi di distanza dalla precedente, la decisione di stendere un cronoprogramma delle attività, d’intesa con i territori e le Regioni, per favorire una rapida attuazione del Piano sia nelle aree bianche sia nelle aree grigie.

Aree grigie

Il lancio dei bandi per queste ultime si configura come un provvedimento sempre più urgente, per tre ordini di ragioni:

  • la copertura ultra broadband è di fondamentale importanza per le imprese, che ne risultano in larga parte sguarnite. EY ha mostrato come 7.000 aree industriali (su 11.000 censite) non dispongano di fibra ottica, mentre i dati Istat indicano la crescente domanda di connettività da parte delle aziende (che adottano connessioni a ≥100 Mbps nel 9,9% dei casi, a fronte del 2% delle famiglie);
  • le connessioni in fibra sono fondamentali per dispiegare tutta la potenza dei servizi 4.0 quali automatizzazione della produzione, diffusione dell’IoT, gestione di big data e utilizzo delle applicazioni in cloud;
  • il monitoraggio 2019 ha mostrato una copertura rilevata sensibilmente più bassa rispetto a quella attesa (le proiezioni effettuate nel 2017 prevedevano il raggiungimento di 18,73 milioni di unità immobiliari, mentre quelle effettivamente cablate a fine 2018 sono risultate 15,47 milioni, pari al 78%);

I voucher per stimolare la domanda

Il tavolo tecnico per dettagliare gli interventi per il sostegno alla domanda di servizi in banda ultra larga tramite i voucher era stato istituito a luglio, allo scopo di definire i termini degli interventi e sottoporli alla Commissione europea per la verifica di compatibilità con la disciplina degli aiuti di Stato. Tuttavia, il cambio di governo ha rallentato le operazioni.

Nella riunione del CoBul, il Sottosegretario Manzella del Mise ha ribadito l’impegno del governo per la diffusione dell’accesso digitale attraverso i voucher, proponendo l’istituzione di una riunione mensile dello stesso CoBul per monitorare l’avanzamento dei lavori. Una scelta quantomai opportuna, anche alla luce della forte necessita di accelerare i tempi: i dati del DESI ci classificano agli ultimissimi posti per domanda di servizi digitali, in particolare per gli abbonamenti ultra broadband.

Per quanto concerne le modalità di finanziamento, nella sua recente audizione alla Camera l’ad di Infratel Tudini ha parlato di 5.000 euro per scuole e centri per l’impiego, 3.000 per le pmi e 300 euro per gli utenti domestici. Infratel sta predisponendo una piattaforma informatica per censire gli utenti già dotati di connessione in banda ultralarga (attualmente 3,2 milioni), ed evitare il giochino delle disdette e riattivazioni finalizzate alla fruizione del bonus.

Il target potenziale stimato include quasi 40mila istituti scolastici, 500 centri per l’impiego, 3,9 milioni di imprese e 13,8 milioni di linee residenziali. La proposta di Infratel prevede di ripartire le risorse destinando 199 milioni alle scuole, 2,8 milioni ai centri per l’impiego e di suddividere le risorse restanti in due quote da 548 milioni, da assegnare equamente a pmi e alle utenze residenziali.

Il piano ha già ricevuto ok dalla Ue nella misura in cui ci si attenga alla neutralità tecnologica, assegnando quindi il bonus senza discriminazione tra differenti tecnologie. Verranno sovvenzionati gli abbonamenti in fibra, in Vdsl e in fixed wireless access, purché capaci di garantire all’utente una velocità di almeno 100 Mbps.

(Aggiornamento agosto 2020: i cosiddetti bonus internet e pc arrivano a settembre 2020).

Infrastrutture mobili e 5G e cybersicurezza

Nell’ambito mobile, la rapidità e le modalità con cui è stata condotta l’asta 5G hanno determinato molte note positive e alcuni nodi ancora da sciogliere. Per quanto concerne le prime, l’indice DESI ci posiziona secondi in Europa in tema di 5G readiness, e la società di consulenza A. D. Little posiziona l’Italia 11ª a livello mondiale per dispiegamento del 5G, a parità con Singapore e subito dietro a Spagna, Regno Unito e Giappone.

D’altro canto, l’asta italiana ha raggiunto i prezzi di assegnazioni più alti in Europa e il costo sostenuto dagli operatori italiani (più che doppio rispetto alla Germania, quasi triplo rispetto alla Spagna), rischia di avere delle ricadute sulla loro capacità di investire in nuove infrastrutture.

Ciò premesso, la buona nuova riguarda il lancio di offerte commerciali 5G da parte dei principali operatori, peraltro a prezzi che appaiono competitivi. Per la loro diffusione ed il loro successo, il tema riguarderà l’evoluzione degli investimenti nelle nuove reti e l’estensione della copertura. A tal proposito, appare fondamentale che il Governo monitori la situazione e, in caso di ritardi e criticità, preveda opportune misure in grado di generare un level playing field capace di mettere gli operatori in competizione consentendogli allo stesso tempo di generare ritorni. I recenti episodi relativi alle proteste anti-5G (l’ultima a Quarto, in provincia di Napoli) fanno pensare che un’operazione di sensibilizzazione potrebbe essere opportuna. Giova ricordare che i limiti elettromagnetici in Italia sono circa 10 volte inferiori a quelli consigliati dall’ICNIRP e assunti come riferimento dalla stragrande maggioranza dei Paesi europei. Paesi che pure stanno conducendo le sperimentazioni per le reti 5G.

5G e sicurezza cibernetica

Per quanto concerne la sicurezza, le molteplici misure prese dai Governi Conte I e II (per una sintesi si veda qui) sono state canalizzate nella legge sul perimetro di sicurezza cibernetica approvato lo scorso 13 novembre.

Tra i punti più importanti figurano l’identificazione degli attori del perimetro, la definizione delle attività di certificazione del Cvcn e le modalità di esercizio del golden power sul 5G da parte del Governo. In generale si rileva con favore come molte delle procedure previste siano state accorciate dal punto di vista delle tempistiche.

Inoltre, la legge di bilancio 2020 ha autorizzato il MISE a bandire concorsi per assumere a tempo indeterminato 627 unità di personale, per rafforzare lo svolgimento delle attività a completamento dell’avvio del CVCN (certificazione, normativa tecnica e vigilanza sulla sicurezza dei prodotti e dei processi produttivi), oltre che quelle relative alle attività economiche (crisi d’impresa, amministrazioni straordinarie, etc.).

Le evoluzioni istituzionali e i buoni propositi per il 2020+5

Nel 2019 è stato istituito il Dipartimento alla Trasformazione Digitale, cui sono state assegnate le funzioni di supporto al Presidente per la promozione e il coordinamento di una strategia unitaria in materia di trasformazione digitale del Paese. Soprattutto, è finalmente arrivato quel Ministro dedicato all’innovazione tanto a lungo invocato.

Il neo Ministro Pisano, molto attivo sul versante della digitalizzazione, a fine dicembre ha lanciato la Strategia per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione del Paese 2025, che riassume le azioni da intraprendere nei prossimi 5 anni e ribadisce l’impegno nello sviluppo di infrastrutture digitali condivise e nel garantire l’accesso in banda ultra larga.

Altra buona nuova, il Ministero riceverà i 34 milioni per assumere 100 esperti e sviluppare progetti previsti nella Strategia, cui seguirà, entro gennaio, il piano operativo.

Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi, augurando a tutti buon anno e buon lavoro. Vista la quantità di temi sul piatto, ce n’è davvero bisogno.

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