i consigli

YouTube, sicurezza e privacy in cinque mosse: una guida

La piattaforma social YouTube mette a disposizione una serie di strumenti per tutelare i dati personali, gestire la pubblicità, difendere i minori. Dal checkup privacy alla dashboard per il controllo della cronologia fino alla app per gli under13, ecco come utilizzare le nuove funzioni per navigare sicuri e protetti

Pubblicato il 11 Set 2020

Barbara Calderini

Legal Specialist - Data Protection Officer

youtube

Youtube, la piattaforma social video di Google sta aumentando gli strumenti offerti agli utenti per aumentare la loro sicurezza digitale e la protezione dei dati personali; così come la tutela dei bambini.

I 5 passaggi chiave per YouTube più sicuro

Per migliorare la sicurezza, partiamo da questo collegamento, peraltro riprodotto nell’immagine soprastante. Qui sarà possibile testare, attraverso un percorso guidato, direttamente sul proprio account tutte le operazioni suggerite per aumentare l’affidabilità e la sicurezza della piattaforma di condivisione video.

In alternativa si potrà seguire il seguente percorso:

Accesso all’Account Google – Sulla barra a sinistra scorrendo i vari campi (le immagini che seguiranno, se non diversamente specificato, sono estratte dalla pagina ufficiale https://support.google.com/).

  •  La funzionalità di segnalazione “anonima”, con la quale ciascun utente può sottoporre l’analisi dei video ritenuti inappropriati allo staff di YouTube, contribuisce al primo passo verso un maggior impegno circa l’efficace moderazione e il controllo dei contenuti.

È bene sapere che quando viene segnalato qualcosa, questo non viene rimosso automaticamente. Il contenuto segnalato viene esaminato secondo le linee guida dell’azienda. Attraverso la funzione “Cronologia Segnalazioni” è possibile, tuttavia, monitorare lo stato delle segnalazioni stesse.

  •  Il controllo sui propri dati presenti in YouTube viene facilitato attraverso la nuova dashboard personale denominata “Your YouTube dashboard” con la quale è possibile analizzare come YouTube sta utilizzando i dati, mettere in pausa la cronologia dei video guardati su YouTube e le ricerche effettuate, ed eventualmente eliminare la pertinente attività. Diversamente si può procedere con un più efficace “Controllo privacy” partendo proprio dalla revisione delle impostazioni del proprio account Google.
  •  Il Security Checkup o Controllo di Sicurezza viene pensato per proteggere i dati e i dispositivi su Google, e dunque su YouTube. Dunque per gestire quali app di terze parti hanno accesso ai dati del proprio account; per apportare modifiche alle password e renderle più inattaccabili, compresa la funzione di gestione delle stesse tramite Password Manager presente in ogni account Google.

Attraverso lo strumento Password Checkup, un’estensione web per il browser Chrome, si potrà, inoltre, controllare l’eventuale compromissione della propria password e quindi cambiarla salvandola e criptandola tramite Password Manager.

  • Al fine di promuovere la consapevolezza sulle modalità con le quali vengono impostati gli annunci personalizzati su YouTube, partendo dalla sezione Centro Assistenza, e quindi Gestire le informazioni personali, si potrà prendere conoscenza di determinati parametri di “profilazione utente” attivi.

Se un annuncio specifico risultasse sgradito, si può scegliere di bloccare l’annuncio utilizzando il controllo Disattiva questo annuncio. E’ inoltre possibile disattivare la personalizzazione degli annunci in qualsiasi momento nelle Impostazioni annunci.

  • Ai genitori viene consigliato l’utilizzo di YouTube Kids la soluzione dedicata ai bambini di età inferiore ai 13 anni: un’app separata con video e controlli parentali.

Entriamo più nel dettaglio: nella versione web è possibile entrare nel canale YouTube partendo dal proprio Account Google. In alto a destra, accanto all’immagine del Profilo, tap nella griglia, quindi nell’icona YouTube. Da lì, scorrendo la barra laterale a sinistra fino ad Impostazioni e quindi Privacy.

Nella versione mobile le cose cambiano poco. Si accede direttamente dall’App e da lì ci si porta facilmente nella sezione Impostazioni. In ogni caso un’apposita Guida prevede specifiche istruzioni guidate per dispositivi Androis o IOS.

Il modo più agevole per tenere sotto controllo la gestione dell’Account e le pertinenti impostazioni è, infatti, a mio avviso, quello di partire proprio dalla Guida di Google dedicata a YouTube e scorrere le aree di prevalente interesse.

Come gestire le impostazioni account

Sono previste tre aree specifiche:

        • Impostazioni di base
        • Impostazioni del canale
        • Gestione delle notifiche

Partiamo da Impostazioni di base: Come modificare la password di YouTube

Le password di YouTube e dell’account Google coincidono.

Fondamentale basterà disporre di una password complessa. Il NIST, ritiene che cambiare periodicamente le password (definite “memorized secrets”) non sia più considerata una best practice, al contrario può portare l’utente ad utilizzare password banali per riuscire a ricordarle più facilmente. Ovviamente, la password va cambiata se c’è il sospetto o l’evidenza di una sua compromissione.

La lunghezza minima per la password dovrebbe essere di almeno 8 caratteri compresi tutti i caratteri ASCII. Può essere utile, come già detto, servirsi del gestore di password di Google.

Per cambiare la password di YouTube occorre spostarsi nella sezione “Sicurezza” dell’Account Google, quindi selezionare Accesso a Google, Scegli Password e Inserisci la nuova password.

È bene ricordare che la password viene modificata per tutti i servizi Google in uso, da Gmail a Calendar e così via.

Attraverso la procedura guidata sarà, altresì, possibile procedere con la variazione dell’indirizzo mail YouTube, delle impostazioni di lingua e località, del nome del proprio canale YouTube. Ciò può rivelarsi utile se si possiedono più canali YouTube o qualora si preferisca, in un certo qual modo, mantenere riservata al pubblico la connessione con il proprio account Google personale.

Gli account connessi a Youtube

Se per agevolare la condivisione di contenuti si è già concesso a Youtube di interagire con altri social network come Facebook e Instagram, Twitter e altri, allora è bene ricordare che ogni attività connessa allo sharing potrebbe essere resa pubblica e visibile a qualunque amico o follower.

Per evitarlo basterà entrare nella sezione Account Collegati e decidere come e se collegare i vari profili social; dopo aver collegato sarà possibile decidere cosa condividere in automatico spuntando le voci presenti.

Impostazioni del canale

Queste si rivelano preziose qualora si voglia nascondere provvisoriamente o eliminare il canale YouTube, oppure se si desidera far gestire il proprio canale a più persone senza concedere loro l’accesso all’Account Google. In quest’ultimo caso è bene prestare particolare attenzione alle decisioni che si intraprendono affinché terzi non abusino delle autorizzazioni ricevute, ad esempio accedendo in maniera indiscriminata alle informazioni personali disponibili. Sono previsti quattro ruoli con tre diversi gradi di autonomia di gestione.

  • Gestore: può aggiungere e rimuovere altre persone e modificare i dettagli del canale.
  • Editor: può modificare tutti i dettagli del canale.
  • Visualizzatore: può visualizzare (ma non modificare) tutti i dettagli del canale.
  • Visualizzatore (limitato): può visualizzare (ma non modificare) tutti i dettagli del canale, tranne le informazioni relative alle entrate.

Il percorso via web prevede di entrare da Impostazioni, Autorizzazioni, Invita, Accesso: seleziona ruolo, Salva.

Le autorizzazioni sono revocabili con la funzione Rimuovi Accesso.

Gestire le notifiche

Le notifiche di YouTube dovrebbero intervenire generalmente quando vengono caricati nuovi video, aggiornamenti e altri contenuti sui canali indicati come preferiti o ai quali si è iscritti. Nei fatti capita spesso di ricevere notifiche in base a presunti interessi risultanti da profilazioni e microtargettizazioni più o meno note al singolo utente. Per modificare le notifiche o disattivarle completamente, si parte da Impostazioni e quindi Notifiche.

Ovviamente le opzioni riportate sull’immagine sono puramente indicative.

Se il canale è impostato come destinato ai bambini (vedremo come in seguito) non sono consentite, di default, le varie notifiche.

Come gestire le impostazioni privacy

Sono previste quattro aree specifiche:

        • Gestire la cronologia
        • Gestire l’attività
        • Gestire le impostazioni di privacy dei contenuti
        • Gestire la privacy per i bambini

Partiamo dalle funzionalità previste nella sezione Gestire la cronologia

“In rete l’oblio è un concetto piuttosto utopistico e YouTube non perde occasione per dimostrarlo”. Tanto per le mere ricerche che per le visualizzazioni.

La cronologia delle visualizzazioni di YouTube memorizza i video guardati più o meno recentemente e ne trae indicazioni sui successivi consigli di visualizzazione. È dunque utile verificare se ciò non sia in linea con le nostre reali intenzioni o preferenze.

YouTube consente di controllare la cronologia delle visualizzazioni eliminandola o sospendendola.

Dall’account Google, sulla barra a sinistra, scorrete fino a Dati e Personalizzazione e quindi Gestione Attività, Cronologia di YouTube, Gestione Attività.

Sarà possibile vedere un elenco aggiornato di tutti i video di YouTube guardati dall’apertura del proprio canale e l’attuale versione web consente tre diverse opzioni:

  • Rimuovere un singolo video dalla cronologia delle visualizzazioni.
  • Cancellare l’intera cronologia delle visualizzazioni
  • Sospendere la cronologia delle visualizzazioni

È inoltre facoltativo optare per l’eliminazione automatica della cronologia delle ricerche e delle visualizzazioni: nella medesima sessione di Cronologia di YouTube, in alto a destra, tap su Altro e quindi decidere l’opzione preferibile.

Anche dalla home page del proprio canale YouTube è possibile gestire la Cronologia sia delle visualizzazione che delle ricerche, partendo dalla barra laterale a destra.

Impostazioni relative agli annunci pubblicitari

Per capire la portata di ciò di cui si parla, basti pensare che le ads di YouTube creano revenue a un ritmo di 15 miliardi di dollari l’anno: 5 miliardi di dollari di entrate pubblicitarie negli ultimi mesi dell’anno.

Lo ha rivelato Google nel rapporto sugli utili del quarto trimestre 2019 della società madre Alphabet.

Gli annunci riprodotti sui video di YouTube sono il frutto di un procedimento di analisi operato in forma automatizzata sui dati derivanti dalle attività e dalle conseguenti impostazioni presenti sull’account Google.

Tutto viene captato e analizzato e, spesso, ciò non sempre risponde alle nostre intenzioni o ai nostri interessi. La tipologia di annunci cambia, inoltre, a seconda che si sia proceduto con accesso o meno e dipende dai video già guardati, dalle app presenti sul dispositivo di ciascuno, dai siti web visitati, dalla posizione geografica e altri parametri di profilazione desunti dalle informazioni condivise.

È sicuramente utile cercare di acquisire familiarità con tutte le impostazioni di condivisione e privacy e limitare quanto più possibile l’invadenza dei feed di attività, forieri di inviti non graditi e non richiesti.

Un primo passaggio è quello del corretto “settaggio” della funzione visualizzare, eliminare o sospendere la tua cronologia delle visualizzazioni di YouTube. Non è possibile disattivare completamente gli annunci su YouTube senza sottoscrivere abbonamenti a pagamento.

Privacy e iscrizione ai canali

Altra precauzione interessante è quella relativa alla funzione che consente di modificare le impostazioni di privacy dell’iscrizione ai vari canali e delle playlist salvate.

Si può scegliere se rendere pubblici o privati i canali sui quali si è iscritti. Per impostazione predefinita le impostazioni sono tutte impostate come private; ovvero gli altri utenti non possono vedere a quali canali si risulta iscritti. Quando invece le iscrizioni sono impostate come pubbliche, gli altri utenti possono vedere le iscrizioni attive.

Per modificare le impostazioni iniziali dal proprio account YouTube si procede partendo dal clic sulla propria immagine del profilo in alto a destra. Da lì ci si porta su Impostazioni, Privacy e quindi Mantieni private tutte le mie iscrizioni e le mie playlist (o meno) e Salva.

Gestire le impostazioni privacy dei contenuti

La funzione “Modificare le impostazioni di privacy delle propria playlist e dei propri video”, consente di decidere se rendere la playlist autonomamente creata ed i video realizzati, pubblici, privati o non in elenco. La modifica non incide sugli altri video e sulle altre playlist salvate.

Per intenderci, chiunque può vedere e condividere le playlist e i video pubblici.

Soltanto il proprietario dell’account e gli utenti scelti possono vedere le playlist e i video privati. Chiunque disponga del link può invece vedere e condividere playlist e video non in elenco.

E’ una delle impostazioni più importanti alla quale dedicare profonda ed edotta attenzione, in quanto la decisione si ripercuoterà direttamente su tematiche piuttosto delicate, tra le quali: normativa Copyright, fake news, incitazione all’odio, divulgazione di contenuti violenti e, ovviamente, violazione della normativa in materia di protezione dei dati personali e non. La tutela dei diritti dei minori, in particolare, riveste un ruolo di primaria rilevanza.

Per modificare le impostazioni di privacy delle playlist create, ci si può spostare nella versione classica di creazione di contenuti di Creator Studio. Nel menu a sinistra, fare clic su Gestione video quindi Playlist e Modifica.

Stessa cosa per Modificare le impostazioni privacy di un video creato e pubblicato sul canale.

Ci sono due momenti per cambiare le impostazioni di privacy: al momento della creazione del contenuto e del successivo upload nel canale e, in secondo luogo attraverso Creator Studio.

Nella seconda ipotesi, accedendo dalla versione beta di YouTube Studio, nel menu a sinistra, quindi seleziona Video, sarà consentito di poter aggiornare le impostazioni di condivisione e privacy. Basterà selezionare la scheda Pubblicati, fare clic sull’icona a forma di matita sotto Visibilità e scegliere Pubblico, Privato o Non in elenco.

Diritto all’immagine e identità digitale

E’ bene ribadire a questo punto che il diritto all’immagine costituisce un’esplicazione del diritto fondamentale all’identità personale anche digitale.

Può rivelarsi utile, perciò, specie nell’ottica del rispetto delle normative vigenti, dalla tutela dei dati personali, alla protezione della tutela intellettuale e del copyright, approntare sin da subito alcune accortezze da declinare opportunamente nell’edit del video creato.

Riprendere nelle loro dimore persone comuni può originare una condotta illecita. Non altrettanto riprendere diversi soggetti in luogo pubblico o privato disponendo del loro consenso oppure quando la ripresa non è destinata alla diffusione, ma soltanto ad un uso personale.

Altri accorgimenti prevedono di non soffermarsi sui primi piani o, comunque, rielaborare l’immagine in modo tale da non rendere riconoscibile la persona.

Per le persone famose che si trovino in pubblico non è generalmente necessario alcun consenso, salvo il caso in cui la ripresa possa essere considerata lesiva della loro dignità e reputazione.

Nel caso di riprese video in occasione di eventi privati non destinati ad uso esclusivamente di consultazione personale, tenuto anche conto della possibilità di “monetizzazione” presente in YouTube, è bene ricordare l’articolo 96 della legge 633/41. Questo regola la protezione del diritto d’autore e stabilisce che “Il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso di questa”. Tuttavia a norma dell’art. 97 stessa legge, non occorre il consenso della persona ritrattata quando l’immagine è giustificata “dalla notorietà o dall’ufficio pubblico coperto, da necessità di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici o culturali, o quando la riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico”.

Precisa poi la giurisprudenza che “in ogni caso la divulgazione del ritratto non è lecita quando lo scopo di lucro risulti essere preminente rispetto allo scopo informativo o divulgativo”. Dal Play Store di Google o da iTunes è possibile procurarsi diverse app editor video, tra cui quella ufficiale di YouTube, che consentono diversi effetti precauzionali tra cui l’offuscamento dei volti.

Gestire la privacy dei bambini

Il 14 novembre 2019 YouTube ha inviato su Gmail un messaggio rivolto a tutti i Creator Video della sua piattaforma comunicando che gli stessi da allora in poi sarebbero stati tenuti “a comunicare se i loro contenuti fossero destinati ai bambini in conformità con il Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) e/o altre leggi applicabili”.

Il motivo di tanto risiede appunto nella legge COPPA, acronimo di Children’s Online Privacy Protection Act, un ordinamento giudiziario che riguarda proprio la tutela dei dati personali e della privacy dei minori, e che vieta il tracciamento degli utenti di età inferiore di 13 anni. E l’occasione è stata l’Accordo che mette fine (per il momento) al contenzioso giudiziario tra Google e YouTube da una parte e FTC ed il Procuratore generale di New York dall’altra.

Accordo che prevede che Google e YouTube paghino $ 136 milioni alla FTC e $ 34 milioni allo Stato di New York per la ritenuta violazione della normativa COPPA. YouTube (Google) è stato ritenuto responsabile della raccolta illegale di informazioni personali di bambini senza il necessario consenso dei genitori. Dati ed informazioni da cui sono derivati interessi tradotti in forme di pubblicità mirata e spesso addirittura dannosa. I giovani potevano essere facilmente esposti alla visione di filmati non adatti alla loro età.

Ma già nel 2017 YouTube era stato coinvolto in una vicenda per la quale sedicenti creator, attraverso l’immagine di personaggi dei cartoni animati, realizzavano e diffondevano scene inquietanti, violente o sessualmente esplicite. E anche sulla piattaforma YouTube Kids, l’algoritmo a presidio della verifica dei contenuti non ha mancato di rivelare criticità importanti.

Oltre alla sanzione pecuniaria, a Google e YouTube viene richiesto dalle autorità statunitensi “di sviluppare, implementare e mantenere un sistema che consenta ai proprietari dei canali di identificare i loro contenuti destinati ai minori sulla piattaforma YouTube in modo che YouTube possa assicurarsi che sia conforme al COPPA.”

Anche in Europa, il nuovo Regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR) tra gli altri, disciplina il trattamento dei dati dei minori da parte delle organizzazioni pubbliche e private ed ha fissato, con l’articolo 8, il divieto di offerta diretta di servizi digitali, ai minori di 16 anni, a meno che non vi sia il consenso dei genitori o di chi ne fa le veci. Una specie di maggiore età digitale la cui specifica definizione viene però rimessa alla singola autonomia degli Stati membri (non si può scendere al di sotto dei 13 anni). In Italia questo limite di età fine fissato in 14 anni. Da qui le nuove funzionalità e la nuova policy YouTube.

Europa: YouTube e account Google di minori

I minori che risiedono nell’Unione europea e che dispongono di un account Google creato da un genitore tramite Family Link, stando alle policy del gruppo, possono iniziare a utilizzare YouTube e altre funzionalità solo una volta compiuti 13 anni. I minori di 13 anni possono invece utilizzare l’app appositamente sviluppata chiamata YouTube Kids. Family Link è l’applicazione necessaria per la creazione di un account Figlio.

Consente di gestire le impostazioni dell’account Google del minore, di monitorarne l’attività impostando apposite funzionalità e filtri (ben evidenziati nella procedura guidata presente nell’apposita pagina del sito); di cambiare i dati dell’Account, di reimpostare la password del profilo, anche attraverso la verifica a due fattori; di eliminare o annullare l’eliminazione dell’Account Google figlio.

Su YouTube non sono attivate impostazioni predefinite di filtraggio dei contenuti creati. E’ dunque fortememte consigliabile procedere con la funzione “Attivare o disattivare la Modalità con restrizioni”, raggiungibile dall’immagine del profilo. Ciò consnete di limitare l’incidenza di potenziali contenuti inappropriati. E’ inoltre utile Controllare l’accesso dell’Account Figlio su YouTube o al contrario inibirne l’ingresso.

Non basta: i creatori di YouTube oggi sono tenuti a decidere se il loro contenuto è fatto per i bambini o meno e ciò avrà, a detta di Google, immediati effetti sul trattamento dei relativi dati a prescindere dall’età anagrafica dell’interessato.

Sugli Account dei minori di anni 13, gli annunci personalizzati sono stati disabilitati; tuttavia rimangono quelli generici e non strettamente mirati. La monetizzazione è stata eliminata. Commenti, live chat, notifiche e playlist sono stati neutralizzati. Altrettanto il mini player che, infatti, non è più disponibile.

Come funziona YouTube Kids

Di fatto, l’unica area che YouTube riserva ai minori di 13 anni è il canale YouTube Kids. A detta degli stessi sviluppatori della YouTubeCreatorAccademy, YouTube Kids, è un’app separata e facile da usare per tablet, smartphone e smart TV che vuole fungere da veicolo per la diffusione e condivisione di contenuti educativi e divertenti studiati appositamente per i bambini. Sappiamo come è andata. I contenuti passati non sempre si sono rivelati esattamente appropriati e pertinenti. E il mix di filtri automatici non si è mostrato sempre all’altezza dell’alto compito, malgrado le “buone intenzioni”.

Per contrassegnare contenuti inappropriati, YouTube si avvale di una combinazione di persone e di tecnologie di machine learning. A volte si serve di appositi hash (o le “impronte digitali”) per catturare copie di contenuti violativi intercettati prima che siano resi disponibili per la visualizzazione.

Altre volte, per altri contenuti come immagini di abusi sessuali su minori e video di reclutamento di terroristi, si avvale della condivisione di ulteriori database di hash del settore.

“YouTube privately considered taking more control. Earlier this year, it assembled a team of more than 40 employees to brace for the FTC decision. The team was code-named Crosswalk — as in a way to guide kids across YouTube’s chaotic streets. Among its proposals was a radical one, at least by the standards of Silicon Valley: YouTube would screen every video aimed at kids under the age of 8 in its YouTube Kids app, ensuring that no untoward content crept into the feed of millions of tots around the world” riportano Mark Bergen e Lucas Shaw su Bloomberg.

Quali sono le precauzioni corrette oltre a quelle già evidenziate per Gestire al meglio le impostazioni di YouTube Kids?

Attualmente l’app consente ai genitori di segnalare un video inappropriato, di personalizzare l’esperienza di visualizzazione dei bambini aggiungendo o bloccando i canali che non vogliono che i loro bambini guardino. Si possono creare profili individuali per ogni figlio, impostare un timer per limitare il tempo di utilizzo, visualizzare i video che i ragazzi hanno visto di recente.

I profili dei bambini sono accessibili solo dall’app YouTube Kids e solo dopo aver effettuato l’accesso come genitore. Si possono settare fino a 8 profili per ogni account.

La prima scelta importante, una volta attivato l’account sarà quella che consente di selezionare un tipo di esperienza basato sulla fascia di età dei ragazzi.

Sono previste quattro opzioni a loro volta gestite internamente da YouTube attraverso specifici (e non infallibili) algoritmi di moderazione e selezione dei contenuti:

  • Età prescolare (fino a 4 anni)
  • Più piccoli (5-7 anni)
  • Più grandi (8-12 anni)
  • Approva tu i contenuti: è l’opzione più rigorosa e l’unica che inibisce al piccolo utente di utilizzare la funzione Ricerca.

Per accedere al Controllo genitori e ad altre impostazioni occorre portarsi sull’icona a forma di lucchetto nell’angolo inferiore di una pagina qualsiasi dell’app e superare i controlli di autenticazione. Un genitore può creare un passcode personalizzato per accedere alle impostazioni.

Selezionare quindi Impostazioni e procedere, a seconda dei casi:

  • Bloccando e personalizzando i contenuti, come detto, in base all’età.
  • Disattivando la Ricerca e segnalando eventuali contenuti inappropriati
  • Cancellando la cronologia delle ricerche e delle visualizzazioni o semplicemente sospendendola.

Privacy e diritto all’oblio in Internet

“È soltanto un uomo trasparente, flessibile, controllato, mitridatizzato, quello che incontriamo alla fine, provvisoria, di questo cammino? O pure una persona munita di nuovi poteri, sempre più consapevole, un soggetto sociale rafforzato anche dalla presenza di una autorità che lo affianca? Sappiamo che libertà e diritti sono, insieme, forti e fragilissimi. Vivono non nelle forme giuridiche alle quali sono affidati, ma nella capacità di uomini e istituzioni di dare ad essi attuazione, di difenderli contro insidie e attacchi ai quali sono incessantemente esposti. Abbiamo costruito la nostra autorità con questo spirito e questi intenti. Speriamo che possano durare nel tempo”, recitava il discorso del Presidente Stefano Rodotà, ex Garante Privacy, – Relazione 2004

“Il web non è un gioco da ragazzi”. Soprattutto non è un gioco, e ciò vale in primis proprio per gli adulti; soprattutto, per tutti coloro che sono anche custodi della fondamentale responsabilità genitoriale. Video unboxing, i tutorial e le monellerie: basta una videocamera, un collegamento alla rete e un software di editing per montare un video. Oggi vengono caricate su YouTube circa 400 ore di video ogni minuto e circa 576.000 ore al giorno.

Massimizzare le opportunità minimizzando i rischi all’interno di un inesorabile processo sociale di “datafication” è un obiettivo condiviso, ambizioso quanto ineludibile.

Ragazzi e social, un nodo da risolvere

Tuttavia una parte importante di persone, tra cui certamente molti minori, non ha ancora gli strumenti adeguati per difendersi dall’abuso dei loro dati personali e fatica a comprenderne le logiche sottese. Le norme, ancora una volta, da sole non basteranno senza la giusta cultura e il doveroso buon senso.

Da grande voglio fare lo YouTuber!” o la “TikTokers” o l’“Influencer”. Sono le risposte che riflettono la diversa prospettiva che accomuna le nuove generazioni: dal modo di intrattenersi, a quello di relazionarsi all’esterno.

Gli YouTuber sono le nuove rockstar, generano modelli da “imitare” oltre che guadagni. Anastasia Radzinskaya, “Nastya”, è una bambina con 107 milioni di iscritti nei suoi sette canali che hanno visto i suoi video 42 miliardi di volte. Per Forbes, è al 3 ° posto nella classifica delle star di YouTube più redditizie nel 2019.

Lo sharing ha completamente surclassato l’esigenza di riservatezza in quella che il Censis (cito da I media tra élite e popolo. Tredicesimo Rapporto Censis, Franco Angeli) ha definito “l’era biomediatica o dell’esibizione del sé digitale”.

“Internet non è stato concepito per i più piccoli” ricorda la Commissione europea, “I contenuti vanno allora adeguati, devono essere interattivi, creativi ed educativi, e va garantita la sicurezza dei minori che crescono in questo mondo”.

La tutela dei minorenni nel mondo dell’informazione, in particolare se declinata nella complessità della rete, ubiqua e pervasiva, è in generale realizzata attraverso diversi livelli di protezione e con diversi gradi di incidenza a seconda del perimetro geografico considerato. Norme di rango comunitario, internazionale e anche costituzionale, i cui principi trovano attuazione anche nella legislazione ordinaria in ambito civile, penale e amministrativo.

Meritano sicuramente una menzione specifica la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 e la Carta dell’UE, specie per il suo art 24.2.

Ogni minorenne, pertanto, nell’alveo del giusto bilanciamento dei diritti fondamentali, deve essere protetto quando esistono situazioni che possono turbarlo o danneggiare lo sviluppo della sua personalità. Deve essere tutelato quando è a rischio la lesione della sua dignità o è in atto la strumentalizzazione della sua immagine e l’invasione arbitraria ed ingiistificata della sua sfera personale.

La pornografia, i fenomeni di sfruttamento sessuale dei minorenni in rete e gli altri contenuti nocivi idonei ad arrecare pregiudizio al corretto sviluppo fisico e psichico dei bambini; i contenuti violenti, la disinformazione e le fake news; il cyberbullismo e la spettacolarizzazione mediatica, sono sono alcuni dei comportamenti che ogni Autorità preposta è chiamata a reprimere con efficacia e rigore inconfutabili.

Un aspetto importante spesso sottovalutato riguarda anche il famoso “diritto all’oblio”: questo, ai sensi del Regolamento GDPR, non spetta al minore (o all’adulto al tempo minore), qualora la messa a disposizione dei relativi dati personali non si sia basata sul consenso. Molte piattaforme web (tra cui molti social network), però, non fondano il trattamento dei dati comuni sul consenso, bensì sull’esecuzione di un contratto. Ne derivano ovvie complicazioni per l’esercizio del diritto.

Trasmissione della cultura della sicurezza

E’ chiaro quindi che un’efficiente e solida protezione dei minorenni, specie sul web, debba passare in primis attraverso la creazione di una vera e propria catena della “cultura della sicurezza”.

Una sequenza che inizia dagli adulti. Primi attori chiamati a maturare le adeguate conoscenze richieste dal cambiamento sociale in atto e al recupero della capacità di analisi critica nei confronti del processo di sviluppo e trasformazione in corso. E che, a loro volta, dovranno trasferire le giuste “percezioni” ai più giovani. Tutti presupposti cardine per un’idea credibile di cittadinanza in cui poter esercitare “consapevolmente” libertà, responsabilità e democrazia.

Può essere interessante evidenziare, in tale contesto, che secondo Online Video Forecasts 2019 di Zenith, le persone trascorreranno nel 2021 mediamente 100 minuti al giorno guardando flmati in rete. In Italia la visualizzazione on line dei video già conquista 36,3 milioni di utenti al mese, raggiungendo il 61% della popolazione totale e l’86% degli internet user.

E, tanto per intenderci, YouTube si conferma la piattaforma video preferita dagli italiani, seguita da Netflix, Mediaset Play, Vimeo e La Repubblica TV.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Speciale PNRR

Tutti
Incentivi
Salute digitale
Formazione
Analisi
Sostenibilità
PA
Sostemibilità
Sicurezza
Digital Economy
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr
CODICE STARTUP
Imprenditoria femminile: come attingere ai fondi per le donne che fanno impresa
DECRETI
PNRR e Fascicolo Sanitario Elettronico: investimenti per oltre 600 milioni
IL DOCUMENTO
Competenze digitali, ecco il nuovo piano operativo nazionale
STRUMENTI
Da Istat e RGS gli indicatori per misurare la sostenibilità nel PNRR
STRATEGIE
PNRR – Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: cos’è e novità
FONDI
Pnrr, ok della Ue alla seconda rata da 21 miliardi: focus su 5G e banda ultralarga
GREEN ENERGY
Energia pulita: Banca Sella finanzia i progetti green incentivati dal PNRR
TECNOLOGIA SOLIDALE
Due buone notizie digitali: 500 milioni per gli ITS e l’inizio dell’intranet veloce in scuole e ospedali
INNOVAZIONE
Competenze digitali e InPA cruciali per raggiungere gli obiettivi del Pnrr
STRATEGIE
PA digitale 2026, come gestire i fondi PNRR in 5 fasi: ecco la proposta
ANALISI
Value-based healthcare: le esperienze in Italia e il ruolo del PNRR
Strategie
Accordi per l’innovazione, per le imprese altri 250 milioni
Strategie
PNRR, opportunità e sfide per le smart city
Strategie
Brevetti, il Mise mette sul piatto 8,5 milioni
Strategie
PNRR e opere pubbliche, la grande sfida per i Comuni e perché bisogna pensare digitale
Formazione
Trasferimento tecnologico, il Mise mette sul piatto 7,5 milioni
Strategie
PSN e Strategia Cloud Italia: a che punto siamo e come supportare la PA in questo percorso
Dispersione idrica
Siccità: AI e analisi dei dati possono ridurre gli sprechi d’acqua. Ecco gli interventi necessari
PNRR
Cloud, firmato il contratto per l’avvio di lavori del Polo strategico
Formazione
Competenze digitali, stanziati 48 milioni per gli Istituti tecnologici superiori
Iniziative
Digitalizzazione delle reti idriche: oltre 600 milioni per 21 progetti
Competenze e competitività
PNRR, così i fondi UE possono rilanciare la ricerca e l’Università
Finanziamenti
PNRR, si sbloccano i fondi per l’agrisolare
Sanità post-pandemica
PNRR, Missione Salute: a che punto siamo e cosa resta da fare
Strategie
Sovranità e autonomia tecnologica nazionale: come avviare un processo virtuoso e sostenibile
La relazione
Pnrr e PA digitale, l’alert della Corte dei conti su execution e capacità di spesa
L'editoriale
Elezioni 2022, la sfida digitale ai margini del dibattito politico
Strategie
Digitale, il monito di I-Com: “Senza riforme Pnrr inefficace”
Transizione digitale
Pnrr: arrivano 321 milioni per cloud dei Comuni, spazio e mobilità innovativa
L'analisi I-COM
Il PNRR alla prova delle elezioni: come usare bene le risorse e centrare gli obiettivi digitali
Cineca
Quantum computing, una svolta per la ricerca: lo scenario europeo e i progetti in corso
L'indice europeo
Desi, l’Italia scala due posizioni grazie a fibra e 5G. Ma è (ancora) allarme competenze
L'approfondimento
PNRR 2, ecco tutte le misure per cittadini e imprese: portale sommerso, codice crisi d’impresa e sismabonus, cosa cambia
Servizi digitali
PNRR e trasformazione digitale: ecco gli investimenti e le riforme previste per la digitalizzazione della PA
Legal health
Lo spazio europeo dei dati sanitari: come circoleranno le informazioni sulla salute nell’Unione Europea
Servizi digitali
PNRR e PA digitale: non dimentichiamo la dematerializzazione
Digital Healthcare transformation
La trasformazione digitale degli ospedali
Governance digitale
PA digitale, è la volta buona? Così misure e risorse del PNRR possono fare la differenza
Servizi digitali
Comuni e digitale, come usare il PNRR senza sbagliare
La survey
Pnrr e digitale accoppiata vincente per il 70% delle pmi italiane
Missione salute
Fascicolo Sanitario Elettronico alla prova del PNRR: limiti, rischi e opportunità
Servizi pubblici
PNRR: come diventeranno i siti dei comuni italiani grazie alle nuove risorse
Skill gap
PNRR, la banda ultra larga crea 20.000 nuovi posti di lavoro
Il Piano
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUMPA2022
PNRR e trasformazione digitale: rivedi i Talk di FORUM PA 2022 in collaborazione con le aziende partner
I contratti
Avio, 340 milioni dal Pnrr per i nuovi propulsori a metano
Next Generation EU
PNRR, a che punto siamo e cosa possono aspettarsi le aziende private
Fondi
Operativo il nuovo portale del MISE con tutti i finanziamenti per le imprese
Servizi comunali
Il PNRR occasione unica per i Comuni digitali: strumenti e risorse per enti e cittadini
Healthcare data platform
PNRR dalla teoria alla pratica: tecnologie e soluzioni per l’innovazione in Sanità
Skill
Competenze digitali, partono le Reti di facilitazione
Gli obiettivi
Scuola 4.0, PNRR ultima chance: ecco come cambierà il sistema formativo
Sistema Paese
PNRR 2, è il turno della space economy
FORUM PA 2022
FORUM PA 2022: la maturità digitale dei comuni italiani rispetto al PNRR
Analisi
PNRR: dalla Ricerca all’impresa, una sfida da cogliere insieme
Innovazione
Pnrr, il Dipartimento per la Trasformazione digitale si riorganizza
FORUM PA 2022
PA verde e sostenibile: il ruolo di PNRR, PNIEC, energy management e green public procurement
Analisi
PNRR, Comuni e digitalizzazione: tutto su fondi e opportunità, in meno di 3 minuti. Guarda il video!
Rapporti
Competenze digitali e servizi automatizzati pilastri del piano Inps
Analisi
Attuazione del PNRR: il dialogo necessario tra istituzioni e società civile. Rivedi lo Scenario di FORUM PA 2022
Progetti
Pnrr, fondi per il Politecnico di Torino. Fra i progetti anche IS4Aerospace
Analisi
PNRR, Colao fa il punto sulla transizione digitale dell’Italia: «In linea con tutte le scadenze»
La Svolta
Ict, Istat “riclassifica” i professionisti. Via anche al catalogo dati sul Pnrr
Analisi
Spazio, Colao fa il punto sul Pnrr: i progetti verso la milestone 2023
FORUM PA 2022
Ecosistema territoriale sostenibile: l’Emilia Romagna tra FESR e PNRR
Il Piano
Innovazione, il Mise “centra” gli obiettivi Pnrr: attivati 17,5 miliardi
Analisi
PNRR: raggiunti gli obiettivi per il primo semestre 2022. Il punto e qualche riflessione
Analisi
PNRR: dal dialogo tra PA e società civile passa il corretto monitoraggio dei risultati, tra collaborazione e identità dei luoghi
Webinar
Comuni e PNRR: un focus sui bandi attivi o in pubblicazione
Analisi
Formazione 4.0: cos’è e come funziona il credito d’imposta
PA e Sicurezza
PA e sicurezza informatica: il ruolo dei territori di fronte alle sfide della digitalizzazione
PA e sicurezza
PNRR e servizi pubblici digitali: sfide e opportunità per Comuni e Città metropolitane
Water management
Water management in Italia: verso una transizione “smart” e “circular” 
LE RISORSE
Transizione digitale, Simest apre i fondi Pnrr alle medie imprese
Prospettive
Turismo, cultura e digital: come spendere bene le risorse del PNRR
Analisi
Smart City: quale contributo alla transizione ecologica
Decarbonizzazione
Idrogeno verde, 450 milioni € di investimenti PNRR, Cingolani firma
Unioncamere
PNRR, imprese in ritardo: ecco come le Camere di commercio possono aiutare
I fondi
Industria 4.0: solo un’impresa su tre pronta a salire sul treno Pnrr

Articoli correlati

Articolo 1 di 4