elenco domicili digitali

INAD, cos’è e perché è una svolta: ecco come cambierà il nostro rapporto con la PA

L’elenco pubblico dei domicili digitali è un importante passo avanti per i rapporti tra cittadino e PA, nonché una svolta nel processo di digitalizzazione della macchina pubblica. Ecco le novità e i vantaggi

Pubblicato il 08 Ott 2021

Andrea Tironi

Project Manager - Digital Transformation

PA DIGITALE - futuro digitale - semplificazione digitalizzazione

Il 20 settembre 2021 AgID ha adottato le Linee guida relative alle modalità di realizzazione e gestione operativa dell’INAD, l’elenco pubblico contenente i domicili digitali.

L’INAD è da considerare come un passo epocale per la digitalizzazione della PA e i suoi rapporti con i cittadini.

Linee guida Agid sul domicilio digitale, come averlo: ecco l’indice Inad

Inad, cos’è e perché è importante

Il documento è abbastanza snello per chi volesse leggerlo, si tratta di 15 pagine (di cui 13, forse 12, da leggere, togliendo frontespizio, sommario e riferimenti normativi).

L’INAD, modo breve per indicare “l’elenco pubblico contenente i domicili digitali, eletti ai sensi dell’articolo 3-bis, commi 1-bis e 1-ter del CAD dalle persone fisiche nonché dai professionisti e dagli enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi, elenchi o registri professionali o nel registro delle imprese”, era atteso da diversi mesi e può costituire un salto importante della pubblica amministrazione nella comunicazione con il cittadino.

La sua presentazione completa un percorso che comprende IPA (indice degli indirizzi delle Pubbliche Amministrazione italiane) e INI-PEC (indice degli indirizzi dei professionisti e delle imprese presenti sul territorio italiano).

I tre elenchi hanno come riferimento nel CAD rispettivamente gli articoli 6 ter (IPA), 6 bis (INI-PEC) e 6 quater (INAD).

INAD è gestito da AGID che vi provvede avvalendosi di InfoCamere S.c.p.A. quale struttura informatica delle Camere di commercio già deputata alla gestione di INI-PEC.

Il suo contenuto è, e sarà, costituito dai domicili digitali.

“Il domicilio digitale è l’indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata (di seguito PEC) o un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, come definito dal Regolamento eIDAS, valido ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera n-ter del CAD.”

Domicilio digitale per persone fisiche, perché serve la PEC

“L’utilizzo del domicilio digitale è disciplinato dagli articoli 3-bis, 6 e 6-quinquies del CAD.”

La definizione indicata sopra ci permette una prima considerazione: INAD potrà contenere come domicilio digitale la PEC o un “servizio elettronico di recapito qualificato” ovvero sarebbe molto efficace in futuro potesse contenere come riferimento “IO” (che è gratuito rispetto alla pec) e che è diventato di larga diffusione negli ultimi 18 mesi, grazie a Cashback e Green Pass.

Come viene gestito l’Inad

La registrazione a INAD potrà essere realizzata via web mediante SPID/CIE/CNS come previsto dalla legge in vigore.

Sarà quindi possibile eleggere (ovvero indicare il proprio domicilio digitale, sarà possibile modificarlo e sarà possibile cancellarlo, a meno che si sia iscritti all’INI-PEC.

Infatti INAD nascerà già popolata, ovvero nascerà contenendo già gli indirizzi dei professionisti contenuti in INI-PEC, “trasformati” in persone fisiche.

In particolare: per quanto concerne l’elezione del domicilio digitale, solo i professionisti hanno facoltà di eleggere nell’INAD sia un domicilio digitale professionale sia un domicilio digitale personale. La distinzione tra i due domicili digitali appartenenti al medesimo soggetto è resa evidente all’interno dell’INAD sia all’interessato, al momento dell’elezione del domicilio, sia agli utenti al momento della consultazione dell’INAD.

Inoltre INAD si occuperò della tutela della privacy e della sicurezza informatica dei dati ivi contenuti, nonché della gestione di accessi, log dei dati e tutto quanto richiede un sistema simile (come previsto anche per INI-PEC).

Senza addentrarci troppo nel ragionamento, sarà importante poi valutare con estrema attenzione la validità di quanto inserito in INAD, a livello di domicilio digitale indicato. Questo verrà permesso tramite comunicazione tra INAD e i Gestori dei servizi elettronici di recapito certificato qualificato in relazione alle seguenti possibilità: indirizzo non valido anche per la cessazione o il mancato rinnovo, alla scadenza, del servizio da parte del relativo titolare; casella inibita alla ricezione.

L’accesso a Inad da parte delle PA

Sarà possibile interrogare INAD senza autenticazione mediante interfaccia web da parte di chiunque.

Interessanti sono i passaggi successivi: “Per lo svolgimento dei propri compiti istituzionali i soli soggetti di cui all’articolo 2, comma 2, lettere a) e b) del CAD possono accedere ai medesimi criteri di selezione e ricerca disponibili al generico utente che consulti l’INAD senza autenticazione di cui al paragrafo 2.4 e altresì alle estrazioni multiple di domicili digitali relativi a elenchi di codici fiscali forniti dai medesimi soggetti richiedenti mediante i meccanismi di cooperazione applicativa nel rispetto delle Linee Guida Linee Guida dell’Indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche, dei professionisti e degli altri enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi, elenchi o registri professionali o nel registro delle imprese Versione 1.0 del 15/09/2021 Pag. 12 di 15 sull’interoperabilità; l’accesso a tali funzionalità è a titolo gratuito e prevede autenticazione dei soggetti di cui all’articolo 2, comma 2, lettere a) e b) del CAD”.

Ovvero sarà possibile per le Pubbliche Amministrazioni accedere ad INAD in modalità massiva (api?) previa autenticazione e rispettando i principi di interoperabilità allo scopo di effettuare interrogazioni massive, e il tutto gratuitamente.

Interessante è anche l’interoperabilità associata ad ANPR: al completamento dell’anagrafe unica, i domicili digitali eletti dalle persone fisiche nell’INAD sono trasmessi all’ANPR con cadenza giornaliera, al fine di consentire il suo costante aggiornamento

La consultazione di INAD potrà avvenire in entrambi i casi mediante codice fiscale, che restituisca quindi il domicilio digitale, oppure mediante la tupla “domicilio digitale, codice fiscale e data” che consenta di verificare se alla data indicata il domicilio digitale era correttamente associato al codice fiscale inviato.

Una piccola nota di colore è che il sistema sarà disponibile ogni giorno per 23 ore su 24, per lasciare 1 ora per la gestione dei sistemi. Ovvero una SLA (service level agreement, ovvero il tempo in cui è attivo il servizio sui 365 giorni) circa del 95-96% (pari a 15 giorni di downtime indicativi, essendo 1 ora al giorno ovvero 30 ore al mese), molto al di sotto di quanto ci si aspetterebbe da un servizio pubblico, e in una fascia oraria in cui può essere che i processi massivi della PA lavorino a pieno regime (il downtime è previsto ogni giorno dalle 00.00 alle 01.00, visto che INAD viene aggiornato). Sarebbe auspicabile un miglioramento che permetta comunque la fruizione nei prossimi mesi H24. Anche perché in caso di guasti, attacchi cyber o altro la SLA del 95% potrebbe degradare velocemente.

I vantaggi di Inad

Avere un domicilio digitale permetterà di inviare in tempo reale e con certezza di consegna (e conoscenza dell’ora e data di consegna) a un cittadino una notifica. Inoltre il cittadino non potrà dire che non ha ricevuto la notifica, perché lui stesso dichiara il domicilio digitale e deve tenerlo aggiornato.

Sarà inoltre obbligo per le PA usare prioritariamente il domicilio digitale laddove dichiarato, con un risparmio di notifiche cartacee, consegne manuali porta a porta, e conseguente “inseguimento” del cittadino non onesto che evita la notifica per non dover pagare o si rende irreperibile.

Prendiamo un esempio, che ha generato problemi anche in ambito pagoPA: un cittadino passa con il rosso e gli va inviata la multa. Attualmente si inviano due bollettini pagoPA, uno con sconto del 30% se paga in 5 giorni, l’altro con prezzo pieno se paga dopo i 5 giorni. Purtroppo non è dato sapere quando avviene la notifica (a meno di integrarsi con i sistemi del postalizzatore, cosa non facile) e quindi sarà il cittadino a decidere se “pagare scontato” o “pagare a prezzo pieno” in base alla propria onestà intellettuale e alla conoscenza della normativa, oltre che alla spiegazione inserita nella busta con i due bollettini dalla PA notificante.

Con INAD e il domicilio digitale per le persone fisiche, la notifica sarà immediata e data e ora note, quindi sarà possibile fare il bollettino scontato con scadenza a 5 giorni dalla notifica e il successivo con partenza da “5 giorni + 1 secondo” e quindi non confondere il cittadino. Anzi meglio ancora (l’esempio prima era per fare il discorso a passaggi), sarà possibile cambiare l’importo dell’IUV (identificativo univoco del pagamento pagoPA) associato alla pratica al momento “5 giorni + 1 secondo” e renderlo del 100% dell’importo, mandando un solo bollettino.

Non male, eh?

E questo è solo un piccolo esempio di come anche tramite l’INAD cambierà il dialogo PA-cittadino.

Volendo chiudere il giro con puntualità, una volta pronto un atto amministrativo da notificare, questo verrà mandato alla piattaforma delle notifiche in capo a pagoPA, che leggerà il domicilio digitale a cui inviare notifica con valore legale. La notifica verrà quindi mandata a PEC o IO dicendo che l’atto amministrativo è disponibile sulla piattaforma notifiche.

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